L'immigrazione e il terrore del diverso: quel seme che germina nel pensiero dei giovani • Terzo Binario News
Silvia Fabbi

Silvia Fabbi

Forse in maniera del tutto casuale, sono giorni che vengo punzecchiata, interrogata e spronata a parlare del rapporto dei giovani con il diverso e, ogni volta che lo faccio, mi ritrovo inevitabilmente a tirar fuori il tema della comunicazione politica.

Faccio un’importante premessa: non sono una politica (lungi da me esserlo), e non sono neanche un’esperta in ars oratoria. Ma se c’è una cosa che amo fare è analizzare i linguaggi, soprattutto quelli gergali, e capirne il funzionamento.
Di qui la mia osservazione su come i giovani si esprimono in classe e, soprattutto, quali sono le frasi che sento più spesso quando si parla del diverso che nell’ordine sono:
“L’Italia è mia e gli immigrati non ce li voglio!”
“Possono stare a casa loro invece di venirci a rubare il lavoro”
“Per me gli immigrati possono anche annegare”.

Sono ben consapevole che si tratta di parole dure ed aspre, soprattutto se messe in bocca a ragazzini che non sono neanche maggiorenni.
Ed è proprio questo il punto: non hanno 18 anni e non votano. Ma tra un paio di anni cosa faranno? Dove metteranno la loro preferenza elettorale?

Devo dire, sebbene con una punta (e non solo) di amarezza che abbiamo fallito. Ho forse fallito io come insegnante, e con me tutti i miei colleghi e le famiglie. Ma il premio per il maggiore fallimento va alla classe politica. O meglio, va ai vecchi partiti politici.

La vecchia politica, da destra a sinistra, ha perso le nuove generazioni: non ha saputo trovare, secondo la mia opinione e osservazione, nè gli argomenti giusti nè il mezzo di comunicazione giusto.

I giovani gruppi o movimenti politici hanno imparato invece, pena la morte, come parlare al popolo medio e ai giovani. Hanno usato social, blog, felpe, cappellini, tutto il merchandising possibile per riuscire a piantare un semino del loro pensiero nella mente di quelle persone che, proprio tra un paio di anni, sicuramente li voteranno.

Hanno sbagliato? Questo non sta a me dirlo. Rimane un fatto: la propaganda politica estremista- dittatoriale è sempre partita dai giovani. E i risultati, in qualche modo, hanno sempre lasciato un segno.

 

 

 

Pubblicato giovedì, 24 Settembre 2015 @ 20:11:46     © RIPRODUZIONE RISERVATA