Neanche inizia il secondo mandato del sindaco che partono subito i franchi tiratori in maggioranza
Alla fine Carmelo Augello è diventato presidente del consiglio comunale di Ladispoli. Il nome del consigliere della Lega ha iniziato a circolare nel pomeriggio mentre nei giorni scorsi si parlava di Pierpaolo Perretta per questo incarico (e l’ex vice sindaco non ha mancato di farlo notare nel suo intervento, sebbene parlando molto fra le righe). Fatto sta che l’investitura è arrivata e il primo consiglio svolto.
Quindi è andato tutto secondo copione? Tutti felici e contenti? Tutto bene quel che finisce bene? Neanche per sogno.
In maggioranza sapevano bene che al primo scrutinio, dove servivano i due terzi dell’assemblea, Augello non ce l’avrebbe fatta. Così Filippo Moretti ha tentato il colpo di teatro, ovvero la convergenza dell’opposizione sul nome di Augello, al fine di avere i voti per l’elezione al primo colpo.
Piccola sospensione e quando è stata avanzata la proposta, dalla minoranza hanno risposto: “Allora si nomini un presidente dell’opposizione”. Al rifiuto di Moretti, dalla minoranza la replica è stata: “Risolvetevela da soli”.

Ed ecco che al primo scrutinio lo scricchiolio c’è stato, amplificato dalla possibilità che franchi tiratori potessero avere la meglio e trasformarlo in crepa.
In prima chiamata il presidente non c’è perché prende un voto Perretta, uno Paparella e uno la Risso. Oltre ai 13 voti per Augello ci sono state 8 schede bianche e una nulla.
Forse ci si è voluti limitare a lanciare il segnale del malcontento, senza voler andare alla rottura prima del tempo. Ma il mal di pancia è stato certificato.
Tuttavia il nulla di fatto sposta l’elezione alla seconda chiama. Breve riunione di maggioranza e stavolta il nervosismo che esplode, specie da parte del sindaco Grando che alza la voce nel tentativo di riportare ordine, visti gli screzi fra consiglieri conditi da scambi di accuse. Alla fine il risultato è arrivato ma a costo di tensioni ad alto voltaggio senza neanche essere partiti con la nuova giunta.
Qui si giocherà un’altra partita difficilissima, dove il rischio vero è quello di avere più scontenti che contenti, con possibilità di ritorsioni politiche.
L’annuncio dell’interim al Bilancio preclude una casella importante nello scacchiere della giunta, un posto che faceva gola a parecchi.
Dunque con Bilancio, quasi sicuramente Urbanistica, e il probabile controllo dei Lavori Pubblici appannaggio di Grando non restano molti altri assessorati importanti da assegnare. Anzi, forse la terna più succosa è andata.
Vero che le cariche non sono poche ma l’equilibrio è precario (per esempio, l’assegnazione o la mancata assegnazione di un assessorato potrebbe lasciare fuori dal consiglio qualche nome eccellente) così come i rapporti di forza fra i partiti e le liste, al momento decisamente sbilanciati su queste ultime e di rimando sul sindaco. Ed ecco che ci vuole poco ad allargare ancora di più la fronda, specie se gli incastri immaginati e poi promessi ai diretti interessati dovessero saltare.
Già a questo punto basta un granello di sabbia a danneggiare seriamente gli ingranaggi della maggioranza ladispolana, prima ancora che il motore sia partito per il rodaggio.
a.v.