“Interessante e curioso leggere come con una delega alle politiche giovanili ci si possa improvvisare antropologi socioculturali del contesto – e del sottocontesto – giovanile.
Eh già, perché solo chi improvvisa può dire che un certo genere di musica nasca da “contesti sociali molto delicati”, come strumento di denuncia ed ostentazione, ma contemporaneamente che altrettanto “non ha il ruolo di educare”.
Delle due l’una: o è solo svago, o è voce di un disagio. Ridurla ad un ruolo subalterno a quel che ha, significa, purtroppo, svilire una delle forme di comunicazione e rappresentazione sociale piu’ forti che esistano da sempre e specie nella nostra cultura.
La musica da sempre racconta, rappresenta, esprime, traduce in parole quel che spesso nessuno è in grado di tirar fuori.
La musica denuncia, grida, si oppone, innamora.
Il messaggio che porta è sempre fortissimo, in grado di arrivare ovunque, con una capillarita’ ed una semplicita’ che non si può contenere.
Ragionare su quel messaggio non significa affatto pensare che i nostri giovani non siano in grado di discernere, al contrario. Significa indirizzare ai giovani un’attenzione che spesso neghiamo loro, un momento privilegiato di riflessione, per capire cosa dicano, cosa vogliano, per cosa si battano e cosa cerchino.
Perché la musica, prima di essere narrazione, è la forma di comunicazione piu’ forte di chi non ha voce.
La scelta dell’amministrazione è chiara sul messaggio che ha voluto inviare, non servono né interpretazioni né tantomeno spiegazioni … e questo non mi sorprende affatto ….
A chi afferma con presupponenza che la cultura la facciano solo scuole e famiglie, ricordiamo i contesti sociali, che non sempre sono rose e fiori. Ricordiamo l’abbandono scolastico, la mancanza di prospettive per il futuro, il degrado, l’assenza di politiche attive in cui molti giovani oggi, purtroppo, si smarriscono.
Vogliamo giovani pensanti, si’. Ma abbiamo una responsabilità: instillare dubbi e creare sfide di senso, lavorare strenuamente perche’ siano teste pensanti, si, ma piene di spirito critico, di buonsenso, di sfida.
Non è minimizzando la portata di un messaggio che aiutiamo lo sviluppo del pensiero critico. Non funziona mai e non funziona oggi, a poche ore da una giornata particolare, dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne, che ci insegna che tutto quello che per noi è ovvio ed indiscutibile, per qualcuno non lo è. E per qualcun altro non lo sara’ mai.
Sarebbe bello e opportuno aprire un dibattito su questi temi in consiglio comunale,in modo tale da avere un confronto aperto, libero e senza interferenze!
La musica è cultura.
Per i giovani, con i giovani.
A mio parere spendere 345 mila euro di soldi pubblici per un concerto di capodanno in un momento in cui l’ amministrazione non è in grado di trovare soluzioni alle tante esigenze dei nostri cittadini è vergognoso.
Quindi a mio avviso la scelta dell’amministrazione è inaccettabile perché oltre che peccare a livello economico pecca soprattutto a livello sociale”.
Amelia Mollica Graziano