Il dramma dei Ciontoli all'arrivo in carcere • Terzo Binario News

Disperati sì per la loro condizione senza però spende una parola per Marco Vannini prima di “salire lo scalino”


La famiglia Ciontoli si sta confrontando con una realtà alla quale non hanno mai pensato, sen non fino alla sentenza della Cassazione di lunedì.

Eppure per loro quattro oggi la realtà sono le quattro mura di una cella.

Un dramma il loro, sebbene nell’essere ciarlieri come non lo sono mai stati negli ultimi sei anni, non c’è stata una parola rivolta a Marco Vannini, nemmeno quando stavano per “salire lo scalino.”

Dapprima alla compagnia Carabinieri a Civitavecchia con le valigie già prontee l’arrivo nelle gazzelle.

Si sono abbracciati, hanno pianto e hanno sgranato gli occhi davanti alle manette che i militari hanno stretto ai loro polsi prima di accompagnarli nelle carceri di Regina Coeli e di Rebibbia.

“State mettendo le manette a una persona perbene mentre lasciate liberi i delinquenti”, ha detto tra le lacrime Martina Ciontoli ai Carabinieri.

Maria Pezzillo e la figlia Martina si trovano entrambe in infermeria nella sezione femminile di Rebibbia. “Ho paura. Voglio stare con la mamma, sono vaccinata, sono un’infermiera”, ha chiesto tra le lacrime Martina poco prima di arrivare a Rebibbia. Antonio e il figlio Federico, invece, sono separati, anche loro in isolamento, nel penitenziario di Regina Coeli.

C’erano tutti i parenti arrivati anche da Caserta. C’è stato un pianto generale quando è suonato il campanello. “Cosa faranno adesso ai miei figli, come stanno? Portateci a Rebibbia, lì ci sono meno delinquenti”, avrebbe detto Antonio Ciontoli ai militari prima di entrare in carcere. “Antonio avrà le medicine?”, ha chiesto rassicurazioni Maria Pezzillo. E giù con le lacrime.

Tra 14 giorni tutti e quattro, dopo tre tamponi, saranno assegnati alle celle definitive. Martina e la mamma finiranno nel reparto comune, si chiama Camerotti. Accanto ai Ciontoli, prima di entrare in carcere, sono rimasti due dei quattro avvocati che hanno seguito per sei anni il processo.

“Sentenza punitiva forse – dice l’avvocato Andrea Miroli – era giusto valutare diversamente poiché che ci sono state cinque sentenze con dispositivi diversi e orientamenti giurisprudenziali anch’essi diversi tra loro”.

Federico Ciontoli: “Sono pronto. Il mio intento è quello di dedicare questo periodo al volontariato. Non voglio subire il tempo del carcere”.

Maria Pezzillo ha ribadito: “Ci troveremo in un mondo sconosciuto, stiamo scontando una colpa in modo eccessivo. È quasi una vendetta”.

(foto e dichiarazioni da Repubblica)

Pubblicato mercoledì, 5 Maggio 2021 @ 21:15:00     © RIPRODUZIONE RISERVATA