Il Presidente di Assobalneari Fabrizio Licordari è intervenuto nella trasmissione Tg Plus condotta da Riccardo Borgia per parlare della decisione del CDM sulle concessioni balneari. Ecco il suo intervento ripostato dall’ufficio stampa Cusano Italia TV.
Un confronto con il Governo Draghi non c’è mai stato
Quanto avvenuto ci lascia sbigottiti. Il Governo Draghi ha preso questa decisione in una modalità totalmente da disapprovare per tempi e metodi utilizzati. Voglio ricordare che noi abbiamo iniziato un percorso di confronto con il Governo, soprattutto nelle festività natalizie, ma i tavoli ministeriali hanno rappresentato dei veri e propri monologhi da parte delle associazioni di categoria senza però avere un confronto di natura dialettica per discutere delle reali problematiche e trovare soluzioni valide. Oggi davanti a quanto accaduto abbiamo appreso che quegli incontri hanno rappresentato solo una messa in scena solo per poter affermare di aver avviato un dialogo. Aggiungo, che quegli stessi incontri, hanno rappresentato un’azione perfettamente orchestrata che ha messo in campo situazioni di varia natura per creare i presupposti che potessero creare consenso a questo tipo di azione riprovevole messa in atto dal governo.
Si è venuta a creare una problematica grave sugli investimenti futuri
Con una prospettiva temporale al 2023 le 33mila imprese italiane non sono stimolate ad investire in questi due anni. Ogni attività cercherà di tirare fino alla fine della concessione con la conseguenza dell’impoverimento dell’offerta turistica che andremo a mettere sul mercato e una ripercussione sulle PMI che producono tutte le attrezzature come ombrelloni o lettini. Non si faranno più investimenti in questo campo già dalla giornata di domani con alle porte una crisi in questo settore. Non capisco quindi la miopia del Governo che dovrebbe tutelare le imprese italiane a dispetto di forze straniere.
Con questa decisione si rischia di perdere la specificità del nostro territorio
Gli altri paesi hanno un vantaggio, la certezza dell’impresa, grazie alla tutela del loro territorio attraverso lunghissime concessioni di 75/90 anni. Questi governi sono stati messi in condizione di lavorare in modo totalmente differente dai concessionari italiani che da 10 anni stanno soffrendo e sopportando questo stato di totale incertezza che getta nello sconforto le nostre imprese. Credo che ci sia stato un progetto per compiacere poteri stranieri economicamente più forti come alcune multinazionali estere. Questo non credo rappresenti il bene delle imprese italiane. Le ricadute economiche sul territorio sanno intaccate anche dal ritorno economico. Ricordiamo che le PMI investono tutto sul territorio stesso, mentre per quanto riguarda le multinazionali i proventi potrebbero prendere altre strade.