Quanto avvenuto ieri in Francia stravolge la pubblicazione anche in un giornale locale. Per questo invece di un’inchiesta sul piano locale oggi apriamo con un editoriale su quanto avvenuto ieri sera. Una notizia che abbiamo seguito dandone annuncio alle 22:35 (leggi notizia).
La Francia ha vissuto il suo 11 settembre, è questo il primo commento che viene in mente anche se parliamo di un conflitto a livello planetario e non una guerra come siamo abituati a concepirla, indirizzata verso una nazione.
L’attacco di questa notte, che ha causato almeno 120 morti, è di nuovo una dichiarazione di guerra all’occidente. Nessuno può sentirsi fuori da questa offensiva.
Nei primi istanti è tornata in mente a molti la strage di Charlie Hebdo, avvenuta sempre a Parigi il 7 gennaio di quest’anno. Qui siamo di fronte ad un gesto del tutto diverso. Lo stampo è quello di un’azione di guerra vera e propria. Commandos, ai quali hanno preso parte almeno 8 persone, hanno agito simultaneamente ed in maniera coordinata per mettere in luce in tutta la sua drammaticità la vulnerabilità del mondo occidentale.
Non a caso l’episodio avviene in più punti di Parigi compreso lo Stade de France, nel quale era in corso la partita Francia contro Germania a cui assisteva il presidente francese Francoices Hollande.
L’abbattimento dell’aereo russo poche settimane fa, l’attacco a Parigi stanotte. Offensive terroristiche a nazioni che negli ultimi mesi hanno condotto azioni militari contro l’ISIS in Siria. E proprio la vendetta contro i morti in Siria sarebbe alla base della rivendicazione dell’attentato di ieri. L’ISIS dichiara guerra all’occidente ed anche alla Russia. Una mossa “kamikaze” che innalza lo scontro a livello planetario e non fa più pretattica in seno alle storiche divisioni della politica internazionale.
Il nuovo millennio conosce una nuova forma di guerra. La minaccia terroristica semina insicurezza ovunque e ad ogni rivendicazione non manca il riferimento a prossime azioni annunciate anche a Roma, Londra e Washington.
Siamo in guerra perenne, è questo il messaggio che ci viene ricordato ieri. Una guerra alla quale non siamo ancora preparati e lo dimostrano in Italia le tante uscite di politici che, mentre ancora il Bataclan non era stato liberato dai terroristi, già avrebbero dichiarato guerra all’ISIS in Siria. Fenomeni dalla tastiera facile che dimostrano come il tornaconto politico viene prima della sicurezza della nostra nazione. Una vera dimostrazione di inadeguatezza per alcuni politici che dovrebbe far riflettere gli elettori.
Le radici di tutto questo sono difficili da ricercare, ma non si può non pensare che la disuguaglianza sociale a livello mondiale non sia una concausa forte di guerre e migrazioni di massa. Una disuguaglianza che è sempre esistita, ma che nell’era dell’informazione globale rende anche dal punto di vista psicologico forte il desiderio di sfuggire dai propri nefasti destini. Ed in tutto questo c’è chi arma il mondo, questi sono i veri nemici della pace. Un boomerang dal quale non possiamo però sottrarci.
Il pensiero della redazione oggi va prima di tutto alle vittime innocenti di ieri. Di fronte alla morte il silenzio è la migliore riflessione.