Presto saranno resi pubblici anche i redditi degli amministratori del Comune di Ladispoli. In questi giorni i messi comunali stanno consegnando agli interessati i moduli da compilare con i curriculum, la situazione remunerativa, relativa all’ente e ad altri incarichi al di fuori dell’ente, e patrimoniale, comprensiva di investimenti mobiliari (azioni, obbligazioni, titoli di Stato, fondi di investimento ecc.), partecipazioni in società quotate o no, beni immobili e mobili.
L’obbligo riguarda gli amministratori eletti e nominati (sindaco, consiglieri, assessori, delegati) e gli incaricati con nomina nelle aziende comunali come la multiservizi. Facoltativo invece è la comunicazione dei dati patrimoniale dei parenti fino al 2° grado, anche se il rifiuto viene segnalato. I dati comunicati saranno sotto osservazione per un periodo anche dopo la cessazione dell’incarico.
La raccolta dati è stata avviata secondo le norme sulla trasparenza. In particolare un recente provvedimento del governo Monti ha rispolverato una vecchia norma, la legge 441/82, sulla “pubblicità della situazione patrimoniale di titolari di cariche elettive e di cariche direttive di alcuni enti”. La norma prevedeva l’obbligo per gli enti locali con più di 10mila abitanti di “disciplinare, nell’ambito della propria autonomia regolamentare, le modalità di pubblicità e trasparenza dello stato patrimoniale dei titolari di cariche pubbliche elettive e di governo di loro competenza”, ma purtroppo è stata applicata solo per le amministrazioni centrali e per pochi grandi comuni (Roma, Milano e Bari), mentre non ha mai trovato applicazione a livello locale.
Stavolta le ultime modifiche alla norma dovrebbero invogliare i nostri amministratori ad applicarla, visto che sono state introdotte sanzioni da 2mila a 20mila euro per i politici locali che continuano a far finta di nulla o pubblicano dati non veritieri.
I dati dovrebbero essere pubblicati all’inizio e alla fine di ogni mandato. A Ladispoli stiamo un po’ in ritardo, ma vale l’adagio: meglio tardi che mai.