(LaPresse) – Il procedimento per la morte di Stefania Camboni, la donna di 58 anni trovata morta nella sua abitazione di Fregene il 16 maggio scorso, entrerà direttamente nella fase dibattimentale saltando l’udienza preliminare.
Il Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Civitavecchia ha infatti disposto il giudizio immediato nei confronti di Giada Crescenzi, 31 anni, fermata poche ore dopo la scoperta del corpo. La donna dovrà comparire il prossimo 26 febbraio davanti alla Terza sezione della Corte d’Assise di Roma, organo competente per i reati più gravi.
Crescenzi è accusata di omicidio volontario aggravato da premeditazione, minorata difesa, poiché la vittima, secondo gli investigatori, dormiva, e abuso di relazioni domestiche e ospitalità. La ricostruzione contenuta negli atti della Procura tratteggia un quadro di particolare violenza.
Camboni è stata accoltellata 34 volte con un coltello da cucina mentre dormiva. Le lesioni su volto, capo, coscia e mani farebbero pensare a un tentativo disperato di proteggersi da una furia assassina.
Gli inquirenti della procura di Civitavecchia contestano anche una serie di ricerche online attribuite alla 31enne, effettuate nella fascia oraria tra le 3.08 e le 4.59 della notte dell’omicidio. Sullo smartphone i carabinieri hanno trovato ricerche su Google su come avvelenare una persona e su come rimuovere tracce di sangue da un materasso.
