Povertà, Nicoletta Teodosi: “La crisi economica ha colpito duramente le fasce più deboli del nostro paese” • Terzo Binario News

Nicoletta Teodosi presidente del CILAP – Collegamento Italiano di Lotta alla Povertà – sezione italiana della rete europea EAPN European Anti Poverty Network e responsabile del Piano di Zona ladispoli – Cerveteri è stata ascoltata stamane dalla Commissione Lavoro del Senato della Repubblica, nel corso di un’Audizione sui DDL per il contrasto alla povertà.

“La crisi economica che ha colpito duramente le fasce più deboli del nostro paese persiste; restano garantiti i lavori nel settore pubblico, mentre quelli nel settore privato continuano a perdere forza lavoro anche di alto livello che difficilmente riuscirà a recuperare lo standard occupazionale e salariale. Il DDL 2494 presentato dal Ministro del Lavoro e politiche sociali Poletti e approvato dalla Camera dei deputati in data 14/7/2016 è la proposta che più si avvicina ad una misura nazionale di contrasto alla povertà, ancorché non è uno schema di Reddito Minimo Adeguato che Cilap sostiene da molti anni”

I punti di divergenza sono essenzialmente sei:

1) il Rei è una misura familiare, mentre la povertà tocca anche le persone sole che non sono in grado di lavorare o di attivarsi o che hanno perso il lavoro e non ne trovano uno equivalente in termini economici e di qualità;

2) se il Rei conferma il modello SIA, significa che le famiglie con un solo minore sono escluse sia dal beneficio sia dall’attivazione ad un percorso di inclusione attiva;

3) l’accesso ha una costruzione complessa data dalle Istituzioni in campo: Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, INPS, Ambiti/Distretti, Poste, ciascuna delle quali ha procedure operative e burocrazie diverse;

4) non vi sono indicazioni circa l’adeguatezza della misura che per Cilap resta non inferiore al 60% del Reddito mediano nazionale;

5) la copertura non è per tutte le persone in povertà, molte, troppe di loro resteranno fuori dai benefici e a carico delle amministrazioni locali. Crediamo che l’obiettivo 2020 di far uscire 2 milioni e 200 mila persona dalla povertà non sia raggiungibile;

6) l’inadeguatezza dell’indicatore ISEE, che facendo riferimento all’anno precedente è spesso disallineato rispetto all’esigenza (qui e ora) del nucleo familiare. Per intenderci: si è in povertà oggi, magari fino all’anno precedente si lavorava e pertanto non si ha diritto al beneficio. Viceversa, si prende il contributo quando non se ne ha più diritto.

Vi sono ovviamente degli aspetti positivi di cui teniamo conto: A) il REI/SIA rientrerà nei Leps e quindi in tutto il Paese saranno erogate le stesse prestazioni, e auspichiamo un attento monitoraggio della misura complessiva in capo al Ministero del Lavoro e ad una valutazione Parlamentare; B) il DDL è impostato sulla linea dell’Inclusione attiva come da Risoluzione del Parlamento europeo; C) viene valorizzata la programmazione e la governance territoriale.

Chiediamo – ha continuato Teodosi – che vengano prese in considerazione le criticità di cui sopra a patto che non si aggiungano modifiche sostanziali che comportino altri passaggi alla Camera dei Deputati. Il rischio, altrimenti è vedere allungarsi i tempi di approvazione. Vi sollecitiamo una approvazione in tempi rapidi del DDL 2494 anche se tale posizione non significa una approvazione e condivisione da parte nostra.

Continueremo infatti a livello europeo e nazionale a richiedere una misura di reddito minimo adeguato per tutti coloro che ne hanno necessità, indipendentemente dall’essere nucleo familiare o persona singola. In questo momento, con il perdurare della crisi dell’occupazione non ci sentiamo di far pagare a persone che possono essere beneficiarie di REI/SIA allungamenti di tempi le cui conseguenze cadrebbero solo ed esclusivamente sulle persone in povertà.

E il Sostegno all’Inclusione Attiva SIA così non va. Troppi i vincoli richiesti. Le domande rifiutate vanno dal 40% all’80%. Problemi anche con l’INPS. Per il 2017 chiediamo la revisione delle condizionalità e l’ampliamento della platea ai nuclei con un solo figlio, in attesa che anche l’Italia si doti del reddito minimo adeguato per chi è solo, non ha figli, vive sotto la soglia di povertà o ne è a rischio”.

Teodosi ha poi commentato gli altri disegni di legge: “Per quanto riguarda il DDL 2241 presentato dal Nuovo Partito Azione e Partito Socialista l’articolato appare non conforme alle caratteristiche di una legge. Rifiutiamo la logica di un “esercito del lavoro”.

Relativamente al DDL 2437 presentato da senatori Pd destinatarie sono le persone in grave povertà (indigenti) sempre con minori a carico.

Nei tre DDL si fa poco riferimento all’Europa da cui invece le tre proposte derivano se non per la Carta Europea dei Diritti Fondamentali. In nessuna si fa riferimento alle persone a rischio di povertà, quindi le proposte sono da considerarsi “riparative” di un danno economico e sociale già manifesto, più che ad essere volte ad una prevenzione di una condizione di povertà ed esclusione sociale.

Infine, consideriamo le tre proposte ancora lontane dal raggiungimento degli obiettivi di dignità della persona, di eliminazione delle disuguaglianze, di diritto al lavoro. È indegno che si trovano risorse per salvare le banche – 20 miliardi, vedi il caso MPS – e non per chi vive situazioni di povertà drammatica, che per adesso riceve solo 1,5 miliardi”.

Pubblicato giovedì, 19 Gennaio 2017 @ 15:22:34     © RIPRODUZIONE RISERVATA