Dal buco ai conti d’oro: 51 euro l’ora per curare le casse comunali (o svuotarle del tutto)
Con determina n. 258 del 4 agosto, il Comune ha deciso di mettere una pezza – dorata, luccicante, quasi placcata in platino – al buco da farmacista nelle sedi comunali di Baia di Ponente e/o Valdambrini.
Costo dell’operazione, 51,24 euro l’ora. Tradotto in pillole, sono circa 9.565 euro al mese.
Ma per cominciare, visto che bisogna fare le cose con calma, si parte con un impegno di sole 390 ore: 20.000 euro tondi tondi.
La terapia, però, potrà essere prolungata fino a un massimo di 140.000 euro, giusto il limite consentito per gli affidamenti diretti. Quando si dice: “cura di lungo periodo”.
La parte divertente – o tragicomica, a seconda della pressione arteriosa – è che appena qualche settimana fa il sindaco piangeva miseria sulle farmacie comunali.
Secondo lui, queste avrebbero prodotto enormi perdite, anche se nei resoconti ufficiali le prove scarseggiano come le aspirine in piena influenza.
Ora, improvvisamente, si decide di assumere una “risorsa” a peso d’oro. Evidentemente, la malattia era grave e richiedeva un farmaco costosissimo, tipo quelli che nelle pubblicità terminano con “consultare il medico prima dell’uso”.
La domanda è semplice: se le farmacie sono in perdita, perché investirci cifre da far impallidire un primario di cardiochirurgia? Forse perché, come in certi bugiardini, “i benefici attesi superano i rischi” – almeno per qualcuno.
O magari perché il paziente (l’ente comunale) è talmente in difficoltà che non può più fare a meno di un’iniezione di professionalità. Professionale sì, ma anche carissima: roba che con 51 euro l’ora ti aspetti almeno che il farmacista ti offra il caffè, la spremuta e una visita di controllo.
Alla fine, resta un dubbio: con questa nuova “cura”, le farmacie comunali guariranno, o servirà un’ulteriore ricetta – magari da 140.000 euro – per completare il ciclo? Nel frattempo, possiamo solo augurarci più medicine per tutti… e meno emorragie di bilancio.
Braccio da Montone