Premio Scalfari Città di Civitavecchia, al Traiano consegnati i riconoscimenti 2024 • Terzo Binario News

Premio Scalfari Città di Civitavecchia, al Traiano consegnati i riconoscimenti 2024

Dic 13, 2024 | Associazionismo, Civitavecchia, Comune, Cultura

Piacevole la serata conclusiva della terza edizione che per il giornalismo ha visto vincitrice Simonetta Fiori, menzioni speciali a Lucia Goracci e Annalisa Camilli. Per la poesia Daniela Attanasio

di Cristiana Vallarino

“Democrazia e giornalismo libero progrediranno insieme o moriranno insieme”. Con questa frase di Joseph Pulitzer, Massimo Giannini ha voluto chiudere la terza edizione del Premio Scalfari, la cui serata finale si è tenuta giovedì al Teatro Traiano.

Il giornalista Giannini, tornato a “La Repubblica” dopo aver diretto per un breve perioodo “La Stampa”, è il presidente della giuria del Premio civitavecchiese, avendo raccolto il testimone da Ezio Mauro, ora presidente onorario. “Mi è stato chiesto poco fa se questo premio può diventare il “Pulitzer italiano” – ha detto Giannini dal palco -. Francamente spero proprio di sì. Soprattutto in un momento come questo, quando nel mondo la voce dei giornalismo viene messa a tacere da regimi tutt’altro che democratici”. Attualissima quindi la citazione, del 1905, del magnate americano e fondatore del celebre premio del giornalismo che porta il suo nome.

Il presidente Giannini ha anche sottolineato con piacere come quest’anno la giuria abbia all’unanimità premiato tutte donne. “Nel pieno rispetto del modo di fare giornalismo di Scalfari che a “La Republica” volle fin da subito firme femminili di spicco, come Natalia Aspesi o Miriam Mafai” ha aggiunto.

In apertura, Giannini ha raccontato di nuovo (lo aveva fatto anche due anni fa) della lettera che scrisse, ancora studente universitario, a “La Repubblica”, in cui descriveva la sua grande voglia di diventare giornalista, magari proprio nel neonato quotidiano. Non lo assunsero allora, ma gli fu comunque risposto. E con quelle due missive in tasca si presentò, decenni dopo, assunto, al primo incontro col direttore Scalfari.

Il terzo appuntamento con il premio – fortemente voluto da Fabrizio Barbaranelli e promosso dalle tre associazioni culturali Spazioliberoblog, Book Faces, Blue in the Face a memoria del grande giornalista nato a Civitavecchia esattamente 100 anni fa – era iniziato con le note dei bravi musicisti Giovanni Cernicchiaro e Gino Fedeli, mentre sullo schermo scorrevano decine e decine di foto della vita privata e professionale di Scalfari. Immagini di lui bambino, alcune proprio a Civitavecchia con la sua famiglia, poi adolescente, ragazzo e uomo con la moglie, le figlie, i colleghi e molti personaggi importanti italiani e non.

Poi Gino Saladini, consueto conduttore dell’evento, ha invitato sul palco il sindaco Marco Piendibene per il saluto dell’amministrazione. Il primo cittadino ha ricordato che come presidente del consiglio comunale nella giunta di Pietro Tidei, andò a pranzo con Scalfari a cui il Comune consegnò la massima onorificenza cittadina, la Quercia d’oro. “Fu un momento indimenticabile – ha detto – piacevolissimo, in cui ho constatato la levatura del personaggio”.

Saladini ha quindi ricordato i nomi di tutti i giurati: Dacia Maraini, Corrado Augias, Bruno Manfellotto, Concita de Gregorio, Loredana Lipperini, Maria Grazia Calandrone e, in rappresentanza delle associazioni promotrici, Nicola R. Porro e Maria Zeno. Senza dimenticare di citare i molti sponsor e gli enti patrocinatori, ha poi invitato sul palco oltre a Giannini, la Maraini e Manfellotto.

A quest’ultimo il compito di leggere la motivazione della prima menzione d’onore andata all’inviata Rai Lucia Goracci, per il suo impegno costante in zone di guerra, anche in rappresentanza di tutti i corrispondenti. Infatti, la Goracci è stata presente in video, grazie a un bellissimo messaggio di ringraziamento, girato nella moschea di Aleppo, col sottofondo di canti e suoni.

Giannini ha letto la motivazione della menzione per Annalisa Camilli, di Internazionale, impegnata sul fronte immigrazione e razzismo, e ideatrice del progetto “Unite”, che, dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, ha coinvolto decine di scrittrici e croniste italiane per cambiare il linguaggio con cui le violenze sulle donne vengono rappresentate dalle pagine dei giornali. La Camilli ha anche descritto ne “L’ultimo bisonte”, un libro per bambini, molte delle storie da lei seguite, ovviamente adattandole ai piccoli lettori. Al Traiano ne ha raccontata una che l’ha particolarmente toccata, quella della donna africana che ha visto entrambi i suoi mariti uccisi, in Italia, da mani razziste.

Per la poesia, a leggere le ragioni del riconoscimento a Daniela Attanasio, è stata la professoressa Maria Zeno. La poetessa ha quindi interpretato alcune poesie del suo libro “Vivi al mondo” (Vallecchi). Particolarmente toccante quella dedicata a un femminicidio.

La vincitrice del riconoscimento principale è stata l’ultima a salire sul palco. Simonetta Fiori, de “La Repubblica” per cui scrive da anni soprattutto temi culturali, era visibilmente emozionata. “Per me il giornale è anche famiglia – ha detto commossa -, Scalfari è stato il mio direttore ma non solo”. La Fiori, hanno ricordato le figlie di Scalfari, Donata ed Enrica, chiamate anche loro da Saladini, sta sistemando tutto l’archivio del padre. “Un’operazione – ha aggiunto la giornalista – che mi ha fatto capire come Scalfari fosse una figura importante, di influenza e prestigio, a livello non solo italiano. Del resto fu lui ad avere l’idea di creare un giornale europeo”.

In chiusura, con un po’ di inevitabile e comprensibile confusione, la consegna del premi (ci sono degli assegni, grazie agli sponsor) da parte del sindaco, dei vari giurati e delle figlie di Scalfari. e per tutti in omaggio un righello di cristallo.

Durante la serata si è ricordato un importante nome del giornalismo cittadino, Giampiero Romiti, scomparso pochi giorni fa ad 82 anni. In sala la moglie Rita e la figlia Giuditta.

Nel complesso tutta la cerimonia è stata piacevole. La “macchina” organizzativa sta rodandosi anno dopo anno, la scena sul palco era essenziale, ma d’effetto con il contrasto tra le sedie rosse e le grandi composizioni di fiori bianchi a cascata. Ottima la performance della coppia di musicisti e azzeccata la scelta dei brani che hanno scandito l’evento.