La testimonianza di un ladispolano che racconta le sue peripezie causate dalla positività e dalla mancata comunicazione che ne è seguita oltre a un piccolo inciso sull’app Immuni.
“Mercoledì 28 ottobre, al secondo giorno di febbre a 37.5, mi sono rivolto su prescrizione del medico di base al drive-in della Casa della Salute di Ladispoli per il test antigeico rapido covid.
Il tampone rapido ha dato esito positivo, quindi mi è stato subito fatto il tampone molecolare. Mi è stato fornito un codice per verificare la pubblicazione dei risultati sul sito www.salutelazio.it. Ieri, dopo 4 giorni, ancora nessuno mi aveva chiamato per fornirmi l’esito né era stato pubblicato alcun referto sulla suddetta pagina.
Ho chiamato, per effettuare un sollecito, il numero verde regionale e finalmente, circa un paio d’ore dopo, è stato pubblicato il referto con esito positivo. Il referto è datato il 30 novembre alle ore 5.04.
Sono quindi due giorni che la Asl è a conoscenza dell’esito positivo, ma non mi è ancora stata rivolta una sola domanda su eventuali persone con cui io sia eventualmente venuto a stretto contatto nei giorni precedenti al tampone. Nulla, zero. Il tracciamento semplicemente non è stato attivato. Soltanto domenica sera, con una chiamata molto cortese, l’Azienda ha spiegato cosa prevede il protocollo.
Già dal risultato del test antigenico ho provveduto personalmente a contattare queste persone, che si sono tutte messe in isolamento volontario. Ma per la loro coscienza civica, non certo per la prescrizione o l’informazione in merito dell’Asl”.
Chiosa finale sull’app Immuni: “Per inserire la tua positività devi comunicare il codice all’operatore dell’Asl che te la comunica e a me nessuno l’ha comunicata. Nessuno mi ha mai chiamato, pertanto come si pensa di eseguire il tracciamento dei contatti stretti e di fermare il contagio se i positivi non vengono neppure chiamati?” la conclusione.
