Il Cardinale interviene sul passo indietro di Emis Killa e il consiglio saltato

“Quando perdi, non perdere la lezione” suggerisce il Dalai Lama, nel suo percorso verso la serenità.

Questo potrebbe essere il suggerimento per il sindaco Grando dopo la pesante sconfitta del dover annullare il concerto di Capodanno in salsa rappata.

La sacrosanta ribellione del popolo è stata tale che a lui non è rimasto che alzare bandiera bianca, dichiarare che non aveva cattive intenzioni e che il concerto di Emis Killa non si terrà.

Già, perché il concerto non era di Guè (già Guè Pequeno) ma di Killa ed avrebbe incluso una partecipazione lampo del Guè che poi sarebbe schizzato ad altri due eventi sfidando le leggi della fisica quantistica sull’ubiquità.

Già solo questo bastava a far dichiarare folle ed ingiustificato il compenso di 345mila euro. A queste si sono sommate le considerazioni etiche sul segnale che questi rapper diffondono che, purtroppo, non tutti sanno gestire emotivamente, specie fra i giovani.

Parlare apertamente di spararsi fra gang, spacciare marjuana e, soprattutto, relazioni morbose che sfocino nel femminicidio non è il messaggio da spandere, soprattutto a Capodanno che non dovrebbe essere la festa della depressione.

La reazione iniziale è stata quella classica del sindaco Grando, ovvero spocchiosa e saccente, accusando di avere mentalità da paesello chi gli faceva notare di una manifestazione inopportuna e assolutamente fuori mercato a quel prezzo.

In realtà era solo buon senso espresso da molti che poi lo ha piegato e costretto a tornare sui suoi passi. La resa totale è stata poi sancita dal grammaticalmente incerto comunicato a firma Augello che rimandava il Consiglio Comunale su mozioni e interrogazioni che egli aveva convocato per il primo dicembre.

Questo annullamento è servito per risparmiare al sindaco la valanga di critiche che lo avrebbero certamente travolto. Difficile credere al presidente del Consiglio Comunale che parla di contemporanea indisponibilità di Segretaria, Vice Segretario e financo di Segretari a scavalco in tutto il circondario, manco ci fosse una epidemia selettiva.

Tutto è accaduto nel giro di 48 ore, partendo dalla segnalazione della consigliera Mollica, propagandosi a vari consiglieri, in primis Paparella e Marcucci, per arrivare all’atto finale nell’azione promossa da Trani attraverso il suo riferimento regionale, per scongiurare la possibilità di sentire dal palco parole che devano una dimensione errata di un femminicidio o di una resa dei conti fra gang.

Ladispoli ha corso il rischio di essere sbeffeggiata dalle Alpi alle Madonìe passando per la Sila facendo drizzare la criniera persino il povero Kimba, cosa assolutamente possibile visto che l’esibizione era stata già segnalata sulle maggiori testate nazionali.

Ecco che il pensiero del Dalai Lama con cui abbiamo aperto dovrebbe far riflettere il Sindaco che a tratti ha difeso l’indifendibile solo per dare fumo negli occhi con la solita saccente spocchia.

Ha financo dato dei provincialotti da paesello a chi lo criticasse, elettori e non, incoronandosi a novello mecenate delle avanguardie giovanil-culturali.

L’amministrazione ha usato tutto un ricicciare di citazioni sugli eventi estivi dimenticando di dire che a Ladispoli in estate riempi una piazza anche con un coro della val Brembana in preda ai fumi della grappa, ed ha pure ricordato, con estasi, la nota cantante Elettra Lamborghini, in verità nota più per forme e movenze che per l’ugola cristallina.

Per provare a farsi valere, ha persino giurato sulle giovani marmotte che avrebbe imposto censura sui testi, senza pensare che dei rapper censurati sono come bestemmiatori incalliti vestiti da chierichetto.

Il sindaco è stato supportato dai suoi fedelissimi ed ossequiosi consiglieri fra i quali è spiccato il delegato agli spettacoli Rosolino il quale nulla ha avuto meglio da fare ovvero dire che la musica non serve ad educare. Che la musica non serva ad educare già dà la misura dello scarso spessore culturale cui si vorrebbe abbassare la discussione, e forse ci è pure riuscita nel caso di Rosolino, ma lo invitiamo ad usare un tovagliolo quando cita Elvis Presley.

Un altro messaggio che il sindaco dovrebbe imparare è che gli artisti musicali sono dei modelli che, specialmente i giovani, tendono ad emulare quindi queste scelte improntate alla cultura del talent show per pochi appassionati invece che alla qualità, non sono positive e diventano un furto se si pensa di pagarle 345mila euro.

Il sindaco ci ha anche informato che il comune ha 15 milioni di euro in cassa, ma allora perché non chiamare Madonna o i Maneskin, ma poi si sarebbe scoperto che sono soldi non spendibili per sparate propagandistiche.

Saremo romantici ma speravamo in qualcosa stile “Il ragazzo della via Gluck”, anche se comprendiamo che la lotta contro il cemento provochi molta orticaria al sindaco Grando.

La musica rap ha una ragione di essere ed un pubblico e come tale va rispettata, quando non oltrepassa la legge, ma in questo caso non sarebbero stati certamente l’occasione né il costo adeguati. Se una critica ci sentiamo di muovere alla musica rap è che si ferma a parlare del disagio crogiolandosi in esso e piangendosi addosso o proponendo solo la trasgressione senza andare oltre per superarlo senza parlare di violenza ma forse è un nostro limite.

Comunque ripetiamo il concetto che Capodanno che non è esattamente la festa del ‘più disagio per tutti’.

Da segnalare l’approccio un po’ defilato dell’assessore Porro, il quale avrebbe dovuto gestire questi soldi, e che si dice abbia competenze specifiche nella organizzazione di eventi e di cachet.

Aver rinunciato all’evento lo mette al riparo dal dover rendere conto di un importo assolutamente esagerato. In ogni caso ora sappiamo che 345mila euro per il Capodanno e feste limitrofe ci sono ed auspichiamo che vengano usati per manifestazioni più credibili finalizzate ad incoraggiare i ragazzi a restare a Ladispoli o anche finalizzate a rafforzare il senso di comunità, magari puntando su Pro Loco, Parrocchie ed Associazioni, quelle vere.

C’è molto da poter fare, tutto tranne che il dare dei “poveri provincialotti da paesello” a chi non la pensi come il sindaco che così facendo si atteggia a ‘grande guida’, che fa molto Ciccio Kim.

Intanto ringrazi chi ha protestato per aver evitato una spesa inutile, tipo la pista ciclabile costruita e smantellata e probabilmente ricostruita manco fosse la tela di Penelope e questo senza che sia individuato un responsabile, che probabilmente non si vuole cercare.

Ci sembra giusto chiudere con una frase trovata sul web di un rapper famoso, Salmo: “Chi sta al potere ti controlla senza il tuo volere, – sanno che vali più di loro ma non puoi farti valere!!!”.

In certi casi anche il rap dice cose giuste, peccato che questo ragazzo sia vittima della depressione, cosa che, sinceramente, dispiace anche a noi e gli auguriamo di guarire e trovare una nuova dimensione di rap.

Al sindaco invece ricordiamo Roberto Gervaso che diceva “Il populismo è la più stracciona delle democrazie.

Pubblicato giovedì, 30 Novembre 2023 @ 06:58:00     © RIPRODUZIONE RISERVATA
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