Ultima considerazione sulla delibera dei libri al macero

Ogni bella saga ha un inizio e una fine e questa storia dei libri della biblioteca Impastato al macero è arrivata – finalmente – alla sua conclusione. Perché per Terzobinario la questione finisce qua, diventata ormai tediosa e stucchevole.

I libri che non fanno più al caso della biblioteca andranno nei penitenziari e nelle scuole che li hanno richiesti, come fatto presente con un comunicato, e la cultura continuerà a diffondersi. Bene così.

Ne arriveranno di nuovi? Si confida di sì e LadispoLibri sarà sicuramente un’iniziativa di successo.

Se da questa storia si è imparato qualcosa? A scrivere delibere il sottoscritto di sicuro no (a meno che non si copino pari pari dall’Aib), perché il mestiere è un altro. A leggere e confrontarsi assolutamente sì, quando la controparte non pretende di essere depositaria della verità. Ma solo della propria verità. E allora, da imparare c’è ben poco.

Perché sì l’assessore è uno e trino, ma appunto oltre che assessore e giornalista ha aggiunto cittadino (certo) e, ultima novità, censore. Figura quest’ultima abbastanza losca.

Questa la frase di una risposta dell’assessore alla Cgil che chiedeva lumi sulla delibera: “Glielo chiedo da Assessore ex tesserato CGIL, ufficialmente: censurate gli articoli del Vallerga ed esprimetegli tutto il vostro biasimo. Agite da Sindacato, difendete i lavoratori. Sono certo che non mi deluderete e che presto potrò leggere la Vostra lettera di protesta verso Vallerga”. Nulla da aggiungere, chiarissimo l’intento.

Sempre alla Cgil – alla quale si rivolge non si sa bene perché, visto che a scrivere è stato il sottoscritto – aggiunge: “Insomma, le sciocchezze dette dal giornalista sono state smontate una ad una e anche nella sua controreplica, ha mostrato assenza di argomenti”.

Certo la contro-controreplica era attesa, certo non sul piano su cui si è spostata. Si è parlato di contenuti sollevati dall’assessore e delle questioni trattate su cui la memoria dell’assessore ha latitato. Sono stati aggiunti i link annessi ma arrivare a chiedere la censura a un sindacato pur di avere ragione è stato abbastanza spiazzante. Forse anche imbarazzante.

Evidente che all’assessore non piace essere criticato sebbene ben oltre il titolo dell’articolo, chi ha letto la delibera, ovvero Cgil e cittadini, ha scorto la volontà di mandare libri al macero. Sui modi di può anche discutere, ma nei fatti quello è e di sostituzioni o di copie nella delibera 73 del 10 maggio continua a non esserci traccia. E l’elenco, in cui si parla di usura, non c’è scritto il numero esatto di quante copie siano custodite alla Impastato. Ma ormai la questione è superata.

La controparte è la stessa che non gradisce quando il dito viene puntato e che ha bisogno di tifosi scodinzolanti pronti alla claque per rafforzare la propria autostima. E sempre per formare bene le classi al pensiero padronale, si inviano lettere o si realizzano interviste su questioni tirate fuori da Terzobinario e parlandone su altre testate, che l’argomento non l’hanno trattato. A proposito di correttezza.

In fondo però l’assessore fa il politico e il politico ha bisogno di consenso, specie se le elezioni cominciano ad affacciarsi. Ed ecco che entrano in ballo i dipendenti della biblioteca, elettori anche loro, a cui strizzare l’occhio anche quando a tirarli in ballo non è stata la testata ma l’assessore stesso. Nessuno ha criticato il loro operato, perché nessuno ha le competenze per poterlo fare. E (ci si rivolge all’assessore, a scanso di equivoci) il ricambio di libri è pratica da applicare magari avendo già disponibili le copie nuove.

Si candiderà? In fondo non interessa, l’importante è tirare l’acqua al mulino del partito e che importa se quando si citano frasi del sottoscritto a cui non solo non si risponde – e sarebbe il minimo – ma neanche ci si accorge di dargli implicitamente ragione. Perché una copia del Diario al macero ci andrà, tanto per fare un esempio. E sempre perché è indicato nella famigerata delibera.

Citando solo una frase: “Per ogni libro c’è una sigla che ne spiega il motivo dello scarto. Ma mi rendo conto che eri troppo occupato a cercare un buon titolo”. E in effetti c’è l’imbarazzo della scelta fra quelli cestinati, tutti titoli di livello assoluto. Nell’occasione, in vista dell’acquisto di nuovi testi e così da arricchire la Impastato, viene da suggerire “Stampa coatta. Giornalismo e pratiche di scrittura in regime di detenzione, confino e internamento”. Che l’assessore farebbe bene a leggere.

a.v.

Ps: in casa di un giornale le repliche si pubblicano certo, ma se fanno riferimento a questioni sollevate dal giornale stesso, che sì ha una linea editoriale. Che sì, aggiunge commenti, che sì, se ritiene necessario modifica o taglia. Come scritto in privato, evidentemente la nostra categoria ha abituato male la politica e, va aggiunto, non per questo si deve per forza perseverare. Nessuno si permette di imporre in casa Milani di spostare il divano. Non è consentito a Milani, come a nessun altro, di imporre alcunché in casa Terzobinario.

Pubblicato venerdì, 14 Maggio 2021 @ 17:07:27     © RIPRODUZIONE RISERVATA
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