di Alessio Vallerga

Si è chiusa dopo sei anni di processi la vicenda legata all’uccisione di Marco Vannini. Personalmente non ero il direttore di Terzobinario.it quel 17 maggio 2015 ma di fatto questa vicenda è stata seguita dalla testata fin dai primi istanti con le prime notizie frammentarie, le intercettazioni e poi le aule giudiziarie e le ricostruzioni, fino all’epilogo di lunedì pomeriggio.

ciontoli pezzillo

Un arco temporale che va dal 17 maggio 2015 al 3 maggio 2021 di verità vere (che non si conosceranno mai), di verità giudiziarie per un caso che farà letteratura giurisprudenziale.

In poco meno di sei anni cinque sentenze, le ultime due decisive, che hanno segnato le vite di otto persone, per sempre.

Quella di Marco di vita è stata segnata in modo definitivo e ora cambiano anche le vite degli altri. Anzi, sono iniziate a cambiare da subito quelle dei Ciontoli e dal giorno dopo quelle di Marina e Valerio.

I primi, con i Carabinieri a Civitavecchia per consegnarsi alla pena che dovranno scontare; i genitori di Marco al cimitero di Cerveteri, con il mazzo di fiori che Marina desiderava lasciare sulla tomba del figlio e Valerio, che ha sempre sofferto per quel loculo tanto da non riuscire a visitarlo quasi mai, stavolta c’è andato con uno spirito diverso.

Chiuso il giro di interviste dei Vannini nelle tv nazionali per raccontare il loro vissuto, e conclusasi l’eco mediatica sulle dichiarazioni dei Ciontoli prima che dietro di loro si chiudano le sbarre (o che terminino di “salire i gradini” che nel gergo romanesco sono associati alla reclusione) cala ora il sipario su questa storia così dolorosa.

Il giorno dopo è questo. Cosa succederà ora che il caso è chiuso?

Sull’interrogativo bisogna riflettere perché dopo sei anni cambieranno ancora le vite di queste persone.

Marina e Valerio dovranno iniziare a metabolizzare il lutto per Marco come non hanno mai fatto prima. Senza quel peso addosso di dover rendere giustizia al figlio. Sarà un periodo lungo con i riflettori che pian piano si spegneranno per andare a trovare una pace di cui hanno tanto bisogno.

Intorno a loro, quel Popolo di Marco che ha ingenerato conoscenze, amicizie, legami fra gente che altrimenti non si sarebbe mai incontrata.

Un tesoretto da preservare, di coloro che si sono stretti intorno al nome di Marco e – sia in senso fisico, sia in senso lato – hanno abbracciato Marina e Valerio e che dovranno rimanere loro vicino.

Per i Ciontoli una prospettiva drammatica e inattesa. Forse neanche fino a lunedì pensavano che veramente sarebbero finiti dietro le sbarre. Condannati magari sì, detenuti no.

Tolto Antonio, preparato a questo esito, per Maria Pezzillo, Federico e Martina uno shock tremendo che hanno provato ad evitare dissociandosi dal comportamento del capofamiglia. Hanno cercato di diversificare le responsabilità ma l’assunto stabilito dall’Appello Bis e confermato dalla Cassazione ha smontato in un colpo solo il loro mondo.

Ora la prospettiva è la solitudine, la stessa in cui si sono rinchiusi per sei anni – per loro scelta – che ora si trasforma in isolamento dal monto esterno. Tempi scanditi dai pasti, dalla luce spenta, dalle visite, dal ritmo della prigione così diverso da quello di chi è fuori.

Il giorno dopo sono vite segnate, tutte, in un verso o in un altro. Come quella di Marco.

Pubblicato giovedì, 6 Maggio 2021 @ 04:56:00     © RIPRODUZIONE RISERVATA
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