Opposizione contraria alle modifiche del regolamento comunale, la maggioranza: “Risparmio di tempi e costi”
Consiglio comunale scoppiettante a Santa Marinella, con scatti di nervi, abbandoni, urla e strepiti: il tutto per l’approvazione delle modifiche allo svolgimento del referendum consultivo per dire no ad alcuni project financing previsti nella Perla come la gestione privati di strisce blu e farmacie comunali, la concessione pluriennale dello stabilimento della Perla Tirreno in passeggiata e i nuovi loculi al cimitero.
Il regolamento per le consultazioni popolari proposte dai cittadini esiste ma alla luce di alcune problematiche legate a costi e organizzazioni – spiegate poi durante la seduta – si sono rese necessarie delle modifiche, contestate dall’opposizione.
I lavori li ha introdotti la consigliera di maggioranza Maura Chegia, sottolineando che «l’Amministrazione tutta è a favore della consultazione evitando però costi inutili».
Secondo una stima degli uffici di via Cicerone, il referendum in forma canonica sarebbe costato intorno ai 120 mila euro: troppo, per la giunta Tidei. «Ecco che allora si è provato a ridurre questa somma, abbattendola di due terzi. Con questo nuovo sistema, ne costerà 40mila, fondi che sono a bilancio e che non gravano sulla spesa complessiva». La formula prevede: allestimento del seggio il giorno stesso della votazione, sede unica (individuata nel PalaDeAngelis) e un allargamento del periodo di indizione, anticipato di un mese oltre al passaggio dal Prefetto al comune stesso, nella figura del segretario regionale, quale organo di garanzia. «Posto che dall’opposizione non ho ricevuto alcuna proposta – ha rimarcato la consigliera – le modifiche servono a ridurre la presenza di personale ai seggi durante la notte. Inoltre l’uso del palasport fa convergere il voto su una sede unica, senza chiudere scuole o uffici. Le nostre sono azioni volte allo svolgimento della consultazione, che vanno incontro al Comitato. In questo senso, il consigliere Lorenzo Casella ha una buona chiacchiera ma è scarso di contenuti». La frase ha fatto tendere i nervi di Casella, che sbattuti i palmi sul tavolo, è scattato in piedi, invitato alla calma dal presidente dell’assise Roberto Marongiu. Calmatosi, l’esponente de Il Paese che Vorrei ha parlato di «mancanza di rispetto verso le opposizioni e le parti sociali, che non sono state interpellate circa le modifiche da apportare. In Commissione sono stati espressi pareri negativi senza che venissero minimamente tenuti in considerazione. Non si cambiano le regole a partita in corso».
Il vice sindaco Pierluigi D’Emilio ha provato a riportare la calma sottolineando «l’ostilità del Comitato ai project financing e quindi il referendum rappresenta lo strumento per tentare di scardinarlo. La consultazione ci sarà e l’Amministrazione ne trarrà le conclusioni così come ci assumiamo le responsabilità dell’azione politica sulla città». Poi è stata la volta del duetto fra il sindaco Pietro Tidei e il consigliere del gruppo misto Francesco Settanni. Questi, in sede di dichiarazione di voto, ha cominciato a spaziare su bici elettriche, luminarie e porticciolo definendo i membri di Giunta «liquidatori di beni pubblici». Tidei gli ha risposto dandogli dell’ «ignorante perché l’acquisizione del porticciolo è manovra di investimento. Il referendum? Inutile, ma questa opposizione non ha contestato una riga di bilancio, lo trovo curioso».
