Comune di Bracciano condannato nega l'applicazione della sentenza, Regione Lazio costretta a nominare commissario ad acta • Terzo Binario News

Comune di Bracciano condannato nega l’applicazione della sentenza, Regione Lazio costretta a nominare commissario ad acta

Mar 2, 2015 | Bracciano, Cronaca, Politica

comune bracciano_Livello 1Forse ad un epilogo la vicenda che vede il Comune di Bracciano condannato a pagare le spese legali e a risarcire una persona per la negazione di un condono per la costruzione di un bagno.

Su questa vicenda avevamo dedicato un articolo lo scorso 12 gennaio dal titolo “Il Comune di Bracciano condannato per aver negato un diritto abitativo di una cittadina” nel quale emergeva che la battaglia legale poi persa dal comune era costata salata ai cittadini di Bracciano.

Pochi giorni fa giunge la notizia che la Regione Lazio ha nominato un commissario ad acta  per eseguire la sentenza del TAR e concedere una volta per tutte il diritto negato alla signora Tassi.

Nel decreto di nomina si legge infatti: “ravvisata la sussistenza dei presupposti di legge per l’esercizio delle funzioni sostitutive, stante ia perdurante inerzia del Comune e la necessità di ottemperare a quanto disposto dal sentenza, n. 253/2015 del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, Sezione Seconda Bis, si delega l’architetto Antonio. Bianchini a provvedere in via sostitutiva, nella qualità dì Commissario ad actas a tutti gli adempimenti necessari per dare completa esecuzione alla sentenza n. 253/2015 citata, secondo tempi, modalità e procedure precisati nella medesima”.

Di seguito la nota dell’Associazione Salviamo Bracciano con la quale si precisano gli elementi di questa vicenda.

Ancora una vicenda giudiziaria per il Comune Bracciano in fatto di urbanistica. Nonostante il TAR Lazio imponga di applicare la sentenza, gli uffici comunali la ignorano, al punto che la Regione Lazio è costretta a nominare un commissario ad acta “per l’adozione di tutti gli atti necessari in surroga dell’Amministrazione  inadempiente, fino al rilascio del titolo abilitativo”.

 

E’ l’epilogo di una storia iniziata nel 2004 con un’istanza di condono riguardante l’adeguamento di un piccolo bagno. La proprietà è “attenzionata” nel 2009 con una serie di sopraluoghi, culminati con l’ordinanza di demolizione nel 2011. Per la proprietaria, signora Tassi, titolare dell’istanza di condono, e i suoi professionisti c’erano tutti i requisiti affinché tale opera venisse autorizzata dal comune.

 

La questione si trascina al TAR il quale, nel 2013, sentenzia dando torto al comune di Bracciano e dichiara che l’opera rientrava tra quelle consentite, in quanto prevista dalla legge Regionale riguardante un aumento di volumetria per l’ ”adeguamento igienico sanitario inferiore al 10% della superficie dell’immobile”: in tutto 9 mq.!!!

Ma la storia non si chiude qui. Infatti nonostante l’ordine contenuto nella sentenza 253/2013 del TAR, il comune ha continuato a non concedere il diritto acquisito anzi, ha emesso un secondo preavviso di diniego del condono, costringendo da un lato la proprietaria a ricorrere di nuovo per le vie legali e dall’altro costringendo i cittadini di Bracciano a sostenere le spese legali per 4 anni di cause, più 1.500 € di rimborso spese alla proprietaria.

Un mese fa (la notizia era uscita anche su questo giornale), il TAR impone al nostro Comune di ottemperare alla sentenza entro 30 giorni. Niente da fare.

La Regione Lazio è costretta a sostituirsi agli uffici comunali per far rispettare la legge e “segnala” alla Procura della  Corte dei Conti l’ulteriore danno erariale. 

Non è il primo né l’unico caso del genere che si registra nel Comune di Bracciano, cosa che sta preoccupando sempre più la cittadinanza.

La mancata applicazione delle regole sta coinvolgendo la nostra amministrazione in una serie di azioni giudiziarie alle quali viene chiamata, non soltanto dai cittadini, ma anche dagli stessi organi di controllo, non ultimo la Corte dei Conti che ha appena imputato un grave danno erariale per oltre 1.200.000 euro al sindaco Giuliano Sala e al responsabile dell’area Tecnica, ing.Luigi Di Matteo: entrambi sono citati in giudizio il 14 maggio prossimo per i danni prodotti alla Bracciano Ambiente SpA.

 

L’elenco dei reati addebitati ai vertici della nostra amministrazione si allunga con le imputazioni per la falsificazione di centinaia di documenti passati per l’ufficio del protocollo negli ultimi anni, azione che azzera la garanzia per la quale questo ufficio è stato creato.

Questa arbitraria applicazione delle regole che vige all’interno dell’amministrazione comunale ha indotto qualche giorno fa un cittadino di Bracciano a rinunciare alla propria lista dei testi nel processo che vede imputati sindaco, ex vicesindaco ed ex assessore all’urbanistica (ora presidente del consiglio comunale) a ”causa del grave stato di intimidazione e pressione nei confronti di testimoni e persone informate sui fatti”.

Non desterebbe nessuna meraviglia scoprire in seguito  che la signora Tassi era tra quei cittadini interessati delle intimidazioni dell’Amministrazione e indicata in quella lista testi oggetto di rinuncia nell’udienza del 26 ultimo scorso.

I “soliti noti” al vertice amministrativo e tecnico del nostro Comune continuano ad essere chiamati a rispondere penalmente, civilmente e contabilmente delle proprie azioni in tribunale. Il tutto a spese degli ignari cittadini costretti a pagare le spese legali al personale contestato e a subirne le prepotenze.