Accessibilità disabili piscina Ladispoli, dott.ssa Mauri: "discriminata per 9 lunghi anni" • Terzo Binario News

Piscina 2_yvec78clRiceviamo e pubblichiamo– Per chi ha seguito la mia storia sull’accessibilità della piscina di Ladispoli “Il Gabbiano”, il 02/08/2016 ho ricevuto LA RISPOSTA che attendevo da quasi nove anni. SÌ NOVE ANNI! Ma voglio fare un passo indietro per ripercorrere, in estrema sintesi, quello che, incredibilmente, ho dovuto passare nonostante la normativa vigente sull’ACCESSIBILITÀ stessa.

Nel 2004 sono costretta ad affrontare un enorme problema fisico che riesco a superare, e nel 2006 ho bisogno di nuoto per riprendermi; soprattutto per rimettermi in piedi e per poter camminare soffrendo anche di pregressi deficit muscolari gravi.

Mi reco, all’inizio, nelle piscine termali per quello che posso, e poi mi rivolgo al Comune di Ladispoli chiedendo alla fine del 2007 sull’accessibilità, a Ladispoli, di una qualche piscina, intendendo con ciò la presenza di un mezzo appropriato, scivolo o elevatore, atto a permettere ad una persona con disabilità di entrare in vasca natatoria, senza per questo compiere peripezie impossibili e pericolose, per poter fare del movimento in acqua e del nuoto.

L’Assessore ai servizi sociali di allora mi indica la struttura de “Il Gabbiano” e mi scrive che tale struttura possiede una piscina con acqua bassa. Gli rispondo che, per quel che riguarda la piscina, l’essenziale è poter entrare in una vasca natatoria senza “buttarsi” direttamente in essa. Aggiungo che se a Ladispoli esiste una tale struttura, la medesima, per la legge quadro 104/92 inerente all’eliminazione delle barriere architettoniche, dovrebbe essere attrezzata, con scivoli e quant’altro. Siamo, e lo ripeto, alla fine del 2007.

L’Assessore non sa dirmi perché, in passato, quando sono state autorizzate le strutture private, queste ultime non siano state obbligate a prevedere l’ACCESSIBILITÀ, essendo in quell’ufficio da soli tre mesi. Aggiunge che per quanto riguarda il futuro darà mandato agli uffici comunali per vedere se esistono possibilità legali “PER FARE PRESSIONI SENZA DUBBIO TARDIVE, SULLE STRUTTURE PRIVATE AFFINCHÉ ADEGUINO LE LORO STRUTTURE”. Siamo ad ottobre 2007.

Successivamente, stesso periodo, il Sindaco mi scrive di aver ricevuto la mia comunicazione e la mia richiesta. Si occuperanno del problema e cercheranno di risolverlo. In realtà, passano mesi in cui non so nulla e fisicamente comincio a peggiorare vistosamente, non reggendomi più bene in piedi.

Arriviamo ad agosto 2008 quando scrivo ancora al Sindaco non avendo più avuto alcun riscontro. Faccio presente che sul territorio di Ladispoli non c’è nessuna piscina ACCESSIBILE nonostante le leggi in vigore che prescrivono l’eliminazione delle barriere architettoniche riguardanti edifici pubblici e privati aperti al pubblico, sorti con data POSTERIORE alle leggi stesse. Dunque? Questo è il caso! Ma NULLA! Mi costruisco con grandi sacrifici e con richiesta di DIA, nel 2008, come ultima ratio, una piccola piscina nel giardino della mia casa. Sono costretta a chiuderla nel 2014 perché i costi del suo mantenimento quotidiano, estate/inverno, sono elevatissimi, impossibili da sostenere. Non me lo posso permettere proprio più. Ho chiesto anche un prestito alla banca.

Da allora ho sollecitato, nuovamente, non so più quante volte, i vari uffici del Comune per fare in modo che le barriere architettoniche venissero eliminate. Il nulla. Mi scrivono anche, nell’anno in corso, che metteranno un sollevatore e poi no, scrivono che non sono tenuti a farlo. Prima sì e poi NO. Un no grosso come una casa! Punto e da capo. Ma tutto questo l’ho già scritto in passato.

E siamo alla risposta del Sindaco in data 02/08/2016. Mi si scrive che in merito alla problematica da me sollevata è stato verificato che nel progetto originario della piscina in oggetto era prevista una struttura per consentire la discesa in acqua ai portatori di handicap motorio.

È stata quindi notificata la necessità di adempiere a questo obbligo entro il 30 settembre p.v. Il Sindaco conclude: “Ritenendo di aver svolto correttamente il nostro ruolo di controllo e di verifica le inviamo cordiali saluti”.

E se era prevista, come ho sempre sostenuto io, una struttura per consentire la discesa in acqua, perché non è stata fatta? E i controlli? E le verifiche? Chi avrebbe dovuto controllare e verificare? Sono stata discriminata per nove lunghi anni. Oggi utilizzo una sedia a rotelle.

Agosto 2016! Nove anni per un controllo e una verifica?

Pubblicato venerdì, 5 Agosto 2016 @ 09:26:57     © RIPRODUZIONE RISERVATA