Roma, alle Scuderie del Quirinale una splendida mostra sul poeta Ovidio • Terzo Binario News

Roma, alle Scuderie del Quirinale una splendida mostra sul poeta Ovidio

Ott 24, 2018 | Cultura, Roma

Inaugurata alle Scuderie del Quirinale il 17 ottobre scorso fino al 20 gennaio 2019, la splendida mostra dal titolo “Ovidio. Amori, miti e altre storie”.

La grande qualità, della molto esaustiva ed intelligente esposizione, trova un ottimo riscontro nelle parole del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Alberto Bonisoli: “Onora al meglio il bimillenario della morte di un grande poeta della latinità che con la sua opera ha influenzato la produzione creativa sino ai nostri giorni, come ben rappresentato dai capolavori presenti in mostra. Duecentocinquanta opere provenienti da quasi ottanta musei nazionali e internazionali illustrano la fortuna ovidiana nei secoli, restituendoci la potenza e la forza della sua poetica”.

Noto principalmente solo come Ovidio (ma è Publio Ovidio Nasone il suo nome per intero) nacque a Sulmona nell’anno 43 avanti Cristo e morì (in esilio) a Tomis (ora Costanza) sul Mar Nero nell’anno 18 dopo Cristo (come è noto l’anno della nascita di Cristo è considerato l’anno zero per le datazioni prima – antea (a.C.n.) e dopo – postea (p.C.n.).

Tornando alla specifica della bellissima mostra ospitata degnamente nei più che rilevanti ambienti delle Scuderie del Quirinale essa ospita oltre 200 opere dall’antichità ad oggi tra affreschi e sculture antiche, rilievi, gemme, preziosissimi manoscritti medievali e dipinti di età moderna (il tutto si avvale anche di alcuni prestiti internazionali del parigino Louvre e della londinese National Gallery) accompagneranno il racconto della vita del poeta e dei temi al centro dei suoi scritti: l’amore, la seduzione, il rapporto con il potere ed il mito, e ben fa comprendere quanto le opere di Ovidio abbiano influenzato al cultura universale fino ai nostri giorni passando indenni attraverso il vaglio storico-sociale bimillenario ispirando, con certezza, tanto i tanti che si chiamino essi Botticelli (presente con la Venere Pudica della Galleria Sabauda), Cellini, Tintoretto, Ribera, Saraceni, Poussin, Batoni (tutti presenti con alcune loro opere) fino a giungere alla pregevole installazione al neon di Joseph Kosuth che accoglie i visitatori all’entrata citando i versi del “poetissimo” di Sulmona: “Quod cupio mecum est” (“Quel che bramo l’ho in me”) e poi tanti altri prestiti veramente molto importanti come ad es. la magnifica Venere “Callipigia” (“dalle belle natiche”) del II° secolo p.C. proveniente dall’Archeologico di Napoli, l’Ermafrodito (di Palazzo Massimo a Roma) gli affreschi bellissimi provenienti dagli scavi di Pompei.

Parlare di Publio Ovidio Nasone fa ricordare come, da lui provenienti, siano ormai nell’usato lessico nomi come Ermafrodito, Pigmalione, Adone, Narciso, Icaro, Meleagro oppure Proserpina o Arianna non dimenticando i Bacchi vari inseriti nel poetico “filtro magico” di opere immortali (vds. il titolo della Mostra) come l’Arte Amatoria e le Metamorfosi.