“Ho letto la prima risposta della sindaca Virginia Raggi alla lettera aperta che 34 sindaci della provincia le hanno inviato qualche giorno fa sulla questione rifiuti”. Lo dichiara il sindaco di Fiumicino Esterino Montino a seguito del post pubblicato dalla sindaca della Capitale sulla sua pagina Facebook (Qui il testo: https://bit.ly/2P519po)
“È necessaria una premessa, a questo punto – prosegue Montino -. Da sempre i comuni che sono sede degli aeroporti intercontinentali e il Vaticano fanno parte dello stesso ambito territoriale dei rifiuti di Roma e le relative strutture sono state programmate tenendo presente che dovevano soddisfare le esigenze non solo della città di Roma, ma anche loro. Nel frattempo, il Comune di Roma è passato da 150 mila ettari di estensione a 130 mila dopo che Fiumicino è diventato autonomo”.
“Bisogna sempre tenere conto che quando parliamo del territorio di Roma stiamo parlando di un territorio più grande di Milano, Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Palermo e Catania messe insieme – sottolinea il sindaco -. E dentro questo territorio non ci sono solo aree di assoluto pregio, ma anche aree in grado di ospitare gli impianti necessari a smaltire i rifiuti della Capitale stessa”.
“Il problema non è che i comuni limitrofi non hanno un atteggiamento solidale nei confronti di Roma. Questo non è vero e la sindaca Raggi lo sa perfettamente perché l’unico impianto per il trattamento dell’umido a disposizione e gestito da Ama, guarda caso, non è dentro Roma: è nel territorio del Comune di Fiumicino – ricorda Montino -. Nonostante non sia gestito nel modo migliore possibile e provochi una serie di disagi a chi vive in quella zona, il Comune di Fiumicino ha sempre tenuto conto di una fase di difficoltà della Capitale e continua a farlo”.
“Da quando tre anni fa venne chiuso l’impianto di Malagrotta, (per un provvedimento del sindaco Marino e non suo, sindaca Raggi) i rifiuti di Roma vengono portati anche negli impianti dei comuni della provincia e del Lazio – spiega ancora Montino -. E non mi sembra, anche in questo caso, che siamo di fronte a una solidarietà negata. Anzi”.
“Il problema vero che i sindaci della provincia sollevano è conoscere le vere intenzioni della Capitale, la cui produzione di rifiuti non ha paragone con tutti gli altri comuni della provincia messi insieme – prosegue -. Quello che i sindaci vogliono sapere è se esiste e qual è la strategia per un piano di tipo industriale e ambientale sul territorio di un comune che, anche per dimensione territoriale, è unico in Italia. Non si può certo chiedere agli altri di assumersi delle responsabilità che non sono loro. Ogni sindaco ha la responsabilità del governo del ciclo integrato dei rifiuti, compreso lo smaltimento che passa attraverso l’individuazione di siti adeguati”.
“A me non sembra, cara sindaca, che ci sia una strategia se non quella di destabilizzare fino al punto che l’organo di governo dell’azienda municipale dei rifiuti ha una durata media di sei mesi. Sfido chiunque a sviluppare un piano serio con un turn over aziendale di questa portata – conclude Montino -. In ogni caso, e penso di interpretare il pensiero degli altri sindaci della provincia, rimaniamo a disposizione per un confronto concreto e operativo che eviti l’ennesima emergenza”.