Da sempre, si sa, sono le donne le maggiori lettrici di testi, di qualsiasi natura. Gli uomini hanno sempre cercato di negarlo, di nasconderlo, ma poi sono sempre finiti circondati di donne di spessore letterario, o semplicemente curiose, che passavano le loro giornate con il naso tra i libri.
E’ questo il caso di Sant’Agostino che, sebbene dica che “Le donne non dovrebbero essere illuminate o educate in nessun modo. Dovrebbero, in realtà, essere segregate poiché sono loro la causa di orrende ed involontarie erezioni di uomini santi” si ritrovava a condividere la casa con una madre emancipata e acculturata, e una sorella che in seguito diventerà superiora di un monastero fondato dallo stesso Agostino.
E ancora oggi è così. Secondo i dati ISTAT del 2012, le donne leggono più degli uomini: nel corso dell’anno ha letto almeno un libro il 51,9% della popolazione femminile rispetto al 39,7% di quella maschile. La differenza di comportamento fra i generi comincia a manifestarsi già a partire dagli 11 anni e tende a ridursi solo dopo i 75.
Un dato che dovrebbe far pensare, non solo perchè il risultato universale è basso rispetto alla media Europea, ma anche perchè il gap tra uomini e donne è ampio in un Paese in cui entrambi i sessi hanno la parità di diritti.
Sono valse dunque le denunce della Virginia Woolf che rivendicava una stanza tutta per le donne dove poter leggere e scrivere, e i romanzi ottocenteschi in cui le scrittrici mettevano in circolazione storie che solleticavano il palato femminile con intrighi, suspence, amori e tradimenti, studiati in maniera così fine da avere il potere di incollare alle pagine lettrici di intere nazioni.
E’ ovvio, ora non esiste più il taboo di certi argomenti, le donne hanno superato il pudore di parlare di sessualità, omosessualità, denunce, ma rimangono comunque le accanite lettrici che, tra famiglia, lavoro, vita privata, parrucchiere ed estetista, trovano il tempo di leggere. Libri di qualsiasi genere, dai classici a libri meteore quale “50 sfumature di grigio”.
La domanda che mi sorge, però, è questa: che in un momento di totale libertà espressiva, in cui le donne sono libere di parlare di ciò che vogliono, quando vogliono e con chi vogliono, il libro sia il nuovo modo per esprimere i desideri più nascosti?

