“Ancora oggi la Pasqua dei cristiani continua ad orientarci verso la libertà dell’ amore – quell’ amore vissuto dal Gesù umano, nella libertà e fino a dare la vita – e la certezza che l’ amore speso durante la nostra vita, in mezzo agli uomini e le donne del nostro tempo, non andrà perduto ma vivrà in eterno.
Sì, i cristiani, tentano, con tante difficoltà ed incoerenze, di vivere l’amore nella compagnia degli altri, verso coloro ai quali si fanno prossimo, e cercano di essere responsabili e custodi anche degli animali e del creato. Per questo, i credenti non dovrebbero sperare solo per se stessi, ma dovrebbero imparare e sperare dalla Pasqua una vita nuova, oltre questa vita, per tutti!
Perché il Dio raccontato definitivamente dal Gesù umano è il Dio universale che abbraccia l’ intera umanità e l’ intero creato.
Dopo il non intervento del venerdì, che equivale al non intervento nei “venerdì della storia”, nei quali Dio non è responsabile della libertà della barbarie degli uomini, la Pasqua ci racconta l’ intervento della domenica attraverso il quale il Dio- Amore resuscita Il Figlio che ha vissuto per amore, quindi, la vittoria dell’ amore sulla morte: salvezza del Figlio, caparra di salvezza per l’ umanità ed il creato intero. Narrazione, quindi, non di una salvezza “particolare”, per chi sente il privilegio di stare all’ interno del perimetro religioso: Dio non è tribale o particolare, Dio è si il Dio dei cristiani, ma non è cristiano, è il Dio degli ebrei, ma non è ebreo, è il Dio dei musulmani, ma non è musulmano…e così via, ma è “il Padre di tutti, che è sopra tutti, fra tutti e in tutti” (Efesini 4,6). Ancora oggi la Pasqua ci racconta non una identità culturale da mostrare contro qualcuno, una morale che impone delle regole che esprime chi sta fuori e chi sta dentro, un’etica assoluta rispetto ad altre relative, ma l’estetica, la bellezza di vivere l’amore in libertà, perché la “fede è una chiamata alla libertà di amare, un atto di amore”! (Abbe’ Pierre). Una fede come fiducia nell’ amore che costituisce il senso più profondo del vivere in mezzo agli altri e come certezza che l’ evento storico della Resurrezione della domenica spiani la vita oltre quella terrena che viviamo. I cristiani possono essere eloquenti solo se mettono fiducia e credono in questo! Questa la loro identità! Sono quelli che dalla Pasqua dovrebbero imparare ad abbattere ogni tipo di muro, di inimicizia, di odio, di egoismo, vivendo esclusivamente della fiducia nell’ amore disarmato, nell’ amore che ama preventivamente ed in maniera incondizionata, nell’ amore che salva tutti in ogni condizione di peccato, i carnefici, i peccatori incalliti, gli scartati dalle comunità civili e religiose, quelli che Gesù ha amato solo per la gioia di amare: “l’amore non vuole avere, vuole soltanto amare (Hermann Hesse”). Ecco la speranza nel tempo della barbarie, delle guerre “provocate” o ” permanenti”, ancora oggi necessarie per smaltire le armi già prodotte e per la fabbricazione di altre nuove (e quanti tavoli internazionali negli ultimi mesi per indicare, ognuno per sé, le multinazionali utili alle ricostruzioni post belliche…!) Diciamolo con franchezza larga, è tempo in cui si fa fatica a pensare, ad essere cittadini del mondo attivi, ad essere lucidi, a non essere afoni, a sentirci responsabili di quello che accade attorno a noi nel mondo! Non è sufficiente per per gli uomini, per chi crede, per chi è in ricerca, attendere il Dio della domenica che ritornerà per fare cieli e terre nuove. Lui si fida degli uomini, non si impone, non governa direttamente questo mondo! La Pasqua ci invita ancora oggi alla non rassegnazione, alla postura della pace preventiva, alle parole che provocano il dialogo, a percorrere il sentiero disarmato delle mediazioni e della diplomazia che mettono al centro, sì, il diritto all’autodeterminazione dei popoli ed il diritto internazionale ma, soprattutto il diritto dei fanciulli a vivere anche questa vita! Si, la Pasqua non può non farci pensare ai bambini del mondo vittime delle guerre degli adulti! Buona Pasqua, Pace!”
Giorgio Lauria
