Omicidio Ladispoli: sangue in più stanze della casa e le pistole riposte nella camera di Federico Ciontoli • Terzo Binario News

Omicidio Ladispoli: sangue in più stanze della casa e le pistole riposte nella camera di Federico Ciontoli

Giu 17, 2015 | Ladispoli

marco-vanniniEmergono nuovi dettagli sulla morte di Marco Vannini, morto a Ladispoli un mese fa dopo un colpo di pistola partito dalla calibro nove del padre della fidanzata.

Ancora molte le lacune da colmare relative a quella sera, e molte discrepanze e dettagli mancanti, soprattutto le motivazioni dietro alle chiamate al 118, in cui la famiglia Ciontoli non dichiara il vero, chiamando i soccorsi per un taglio, nascondendo il fatto che Marco era stato colpito da un’arma da fuoco. “Un’opera lucida e scientifica di depistaggio” dichiara l’avvocato Gnazi alle telecamere della Trasmissione “Chi l’ha visto?”.

La trasmissione ha ricostruito la casa del Ciontoli come appare quella sera dopo la disgrazia.
Marco indossava, così come è stato trovato dal 118, una maglietta a maniche corte, pantaloni di una tuta acetata blu, nessuna traccia di sangue se non su una garza. Marco a terra.
Al primo piano la camera dei genitori di Martina, fidanzata di Marco, un letto disfatto, piccole macchie di sangue sulle lenzuola ed un phon attaccato. Ci si domanda perchè il phon sia attaccato alla presa della corrente.
La camera successiva alla matrimoniale del Ciontoli è in ordine, come anche quella dopo, quella di Martina ma ci sono le scarpe di Marco sporche di sangue. Nella camera di Federico un letto a contenitore con dentro una borsa con due pistole e un bossolo della calibro nove. Sul terrazzino di casa Ciontoli zoccoli da uomo bianchi con piccole macchie di sangue.

All’inizio delle indagini si pensava che Marco indossasse dei bermuda rossi ma la mamma di Marco, Marina, li ha trovati e quindi si pensa che Marco indossasse dei bermuda azzurri e bianchi.

L’avvocato Gnazi, inoltre, fa una sommaria ricostruzione dichiarando che il colpo è partito intorno alle 23:15 e che solo all’una il medico ha potuto accorgersi del colpo di arma da fuoco perdendo minuti preziosi per poterlo salvare.

Lo zio di Marco, Roberto, azzarda delle ipotesi su come possa essere partito il colpo, ribadendo il fatto che Marco era alto 185 cm e che nessuno in quella casa era più alto di lui e che quindi Marco era seduto o accucciato.
Roberto immagina 3 scenari:
– Un colpo partito da una pistola con proiettile in canna con sicura tolta;
– Un colpo partito da una pistola con proiettile in canna con grilletto alzato;
– Che la pistola sia stata armata davanti a Marco.

Durante la trasmissione emerge inoltre che Antonio Ciontoli, che presta servizio presso il RUD, è attualmente a riposo domiciliare ma alla trasmissione giungono chiamate anonime in cui si afferma anche che il Ciontoli abbia dei precedenti penali per un episodio non meglio specificato accaduto sulla Via Aurelia, fatto in netto contrasto con le procedure di selezione del RUD che non permetto a nessun membro di avere dei precedenti penali.

Alessandro, cugino del ragazzo, sottolinea inoltre come la famiglia Ciontoli abbia troncato ogni rapporto con i familiari di Marco ma già il giorno dopo l’omocidio Antonio Ciontoli abbia avuto la prmeura di cambiare la sua foto del profilo di What’s app mettendo un’immagine di Marco con la scritta a pennarello “in eterno nel mio cuore”. “Una famiglia che dichiara di non voler essere disturbata – dichiara il legale della famiglia Vannini Celestino Gnazi – ma sappiate che sino a che questi genitori non avranno la verità sarete disturbati dai familiari di Marco”.