Mercato Sociale di Ostia, "il lavoro in favore del Comune è obbligatorio per accedere agli aiuti alimentari": bagarre M5S-Pd • Terzo Binario News

Mercato Sociale di Ostia, “il lavoro in favore del Comune è obbligatorio per accedere agli aiuti alimentari”: bagarre M5S-Pd

Mag 7, 2020 | Ostia, Politica

“I singoli beneficiari del sostegno e almeno un componente del nucleo familiare dovrà prestare al progetto almeno 5 ore settimanali di volontariato all’interno del Mercato o in attività che riconoscano la propria abilità e competenza. Tutti i casi di impiego verranno valutati dai Servizi Sociali municipali“. Questo l’articolo 5 del disciplinare relativo al Mercato Sociale di Ostia che ha mandato su tutte le furie il Partito democratico. “Significa che il lavoro favore del Comune di Roma è obbligatorio per accedere agli aiuti alimentari”: così sono sbottati Julian Colabello e Antonio Senneca, rispettivamente responsabili beni comuni e antifascismo del PD Roma .

Ma andiamo con ordine. Nell’ultima settimana di aprile è stato aperto a Ostia il primo Mercato Sociale di Roma Capitale dedicato alle famiglie in difficoltà. “Un mercato dove per fare la spesa non servono soldi ma una card che verrà ricaricata attraverso il tempo che le persone dedicheranno a lavori socialmente utili per la città” recitava una nota del Campidoglio. “In questi giorni 70 persone hanno iniziato a usufruire dei suoi servizi e della spesa fatta lì – ha raccontato il sindaco, Virginia Raggi – si tratta di un progetto di inclusione sociale che abbiamo voluto lanciare in questa fase di emergenza come ulteriore strumento di supporto. Abbiamo già rilasciato 12 tessere su 17 nuclei familiari pilota, assegnando 2.386 punti. Ne sono già stati “spesi” 426″.

Il primo cittadino, allora, ha spiegato: “Voglio fare chiarezza su come funziona il meccanismo del social market: si fa la spesa con una card che viene ricaricata anche attraverso il tempo che viene dedicato ad attività socialmente utili. Sottolineo che non c’è nessun obbligo e che tutto viene svolto su base volontaria. Voglio anche evidenziare che chi fa la spesa in questo Mercato Sociale non viene escluso dalle altre azioni che abbiamo già messo in campo. A supporto dei cittadini, infatti, ricordo che abbiamo erogato oltre 22mila Buoni Spesa e distribuito 45mila pacchi di generi alimentari. Vogliamo fare in modo di raggiungere il maggior numero di persone e aiutarle ad affrontare l’emergenza. Inoltre – ha aggiunto – chi vuole, oltre alle ore di volontariato settimanali, può anche seguire un percorso formativo per acquisire nuove competenze. Si tratta di un modello di supporto che stiamo sperimentando per rendere il nostro aiuto sempre più capillare. Questo è solo l’inizio. L’obiettivo è consolidare il progetto ed esportarlo in altri municipi della città. Non ci fermiamo”.

Colabello e Senneca sono stati di altro avviso. Inizialmente avevano notato: “Ci chiediamo come gli stessi uffici del Comune abbiano potuto autorizzare una siffatta iniziativa e ci poniamo delle domande: quanto verrebbe pagato questo lavoro? Per quante ore, a quali condizioni? Da dove verrebbero i beni alimentari “scambiati” con le ore di lavoro? E soprattutto sulla base di quale legge o regolamento è possibile fare una cosa del genere?”. E ancora: “Sembrerebbe quindi che mentre la città si mobilità per dare sostegno ovviamente gratuito alle migliaia di persone in difficoltà anche a causa dei clamorosi ritardi dell’amministrazione Raggi nella distribuzione degli aiuti per l’acquisto di beni di prima necessità e per pagare l’affitto, la stessa amministrazione comunale abbia avviato un piano di lavoro “gratuito” per chi versa in stato di bisogno pagato con li stessi aiuti che lo Stato e i cittadini hanno messo a disposizione gratuitamente per chi ne ha bisogno.”

Paolo Ferrara (M5S) è sbottato: “Vergognatevi. Mentre le persone in questo momento portano le buste piene di spesa al ‘Mercato Sociale’ voi siete contro i poveri e lo dimostrate con i fatti. Il Partito Democratico chiede il ritiro del progetto del ‘Supermercato dei più deboli’ uno strumento che, senza chiedere nulla a nessuno e a costo zero per l’Amministrazione, sfama le persone bisognose. Un progetto che su base volontaria offre anche la possibilità di dare una mano con piccoli lavori socialmente utili riconsegnando la dignità alle persone. Vergognatevi. Qualcosa che non era mai stata fatta prima. Vergognatevi. In un momento come questo dove la povertà aumenta a causa di questo brutto virus voi non trovate altro da fare che prendervela con i più deboli. Vergognatevi. Vergognatevi. Vergognatevi”.

Colabello e Senneca, però, sono tornati alla carica: “Siamo infatti in possesso della delibera di giunta del Municipio X e del disciplinare del progetto in cui all’articolo 5 si dice chiaramente che “ I singoli beneficiari del sostegno e almeno un componente del nucleo famigliare dovrà prestare al progetto almeno 5 ore settimanali di volontariato”. Ora a meno che Ferrara, Di Pillo e Raggi non usino una lingua diversa dall’italiano, dovrà” significa che il lavoro in favore del Comune di Roma è obbligatorio per accedere agli aiuti alimentari. Questi documenti sono stati resi noti dalla capogruppo del PD del I Municipio. Questi progetti vanno immediatamente chiusi e le donazioni dei romani distribuite ai bisognosi senza alcuna condizione o obbligo.”