Måneskin: tutte le sfumature dell'X Factor • Terzo Binario News

Måneskin: tutte le sfumature dell’X Factor

Nov 17, 2017 | Cinema e libri, Cultura, Dal Web

di Ginevra Amadio

I favoriti – per chi ha occhi e orecchie per intendere – lo erano da sempre ma, dopo ieri sera, potrebbe essere persino superfluo continuare la competizione. I Måneskin hanno l’X Factor inscritto nel codice genetico ed era da lungo tempo che, per lo meno sul palco del talent, non si vedeva un mix di qualità di tale portata. Carisma, personalità e stile uniti a una buona dose di sfacciataggine e originalità hanno fatto del giovane gruppo romano uno dei fenomeni più seguiti e commentati dell’undicesima edizione dell’evento musicale che, tra stoccate dei giudici e polemiche pre-live rischiava, seriamente, di risultare una delle più insipide e deludenti.

A tenere alto il livello ci hanno pensato – tra gli altri – questi ragazzi che all’anagrafe risultano avere tra i sedici e i diciotto anni ma a vederli sul palco si sarebbe scommessa anche l’anima su una loro gavetta pluriennale in giro per il globo. Travolgono il pubblico con una naturalezza da far spavento, di quelle che o ci si è nati oppure è inutile pregare santi o diavoli per averne almeno un briciolo. Si trasformano e riplasmano, li dai per spacciati e anche la volta dopo tirano fuori una versione da far zittire gli scettici e ammutolire i detrattori.

I cantanti in genere interpretano i brani, mentre i Måneskin li indossano, se li cuciono addosso a modo loro. Riconfezionano gli abiti cuciti per altri e li rendono pari a una seconda pelle, uno scudo inattaccabile contro i colpi dell’esterno che quando arrivano – se arrivano – non possono far altro che sfiorare argomenti che deviano dal talento. I Måneskin sono arroganti, i Måneskin non sono simpatici. Peccato poi che guardando i Daily di X Factor si comprenda benissimo la loro autoironia, la disponibilità amicale verso i colleghi, la sincera e sana voglia di migliorarsi che li porta con limpidezza a riconoscere i propri limiti e a rimettersi sempre, costantemente, in gioco. La sicurezza che mostrano, dentro e fuori dal palco, è figlia di un’età in cui o ci si sente padroni del mondo oppure lo si chiude fuori dalla propria stanza. I Måneskin appartengono alla prima categoria e non si vergognano in alcun modo di mostrarlo anche perché, che lo si voglia o no, di classe ne hanno da vendere, e in grande quantità.

Dallo stile boho e gipsy chic con tocco anni ’70 alle sonorità funky, hip hop e soul non c’è un aspetto dell’universo Måneskin che non abbia conquistato il pubblico. La travolgente e genuina parlata romana non è che il tocco in più di umana semplicità propria di un gruppo di ragazzi tutt’altro che costruiti, disposti a lanciarsi in sfide continue consci del talento e delle proprie capacità. Se al primo live i piedi sulla scrivania dei giudici del cantante Damiano erano già simbolo di voler lasciare il segno, la tempesta che li ha travolti nell’esibizione di ieri sera non fa altro che confermare la smisurata duttilità di chi è realmente capace di cantare – per usare le parole di uno dei giudici – in tutti i registri.

Un temporale di Ghemon, che al momento dell’assegnazione sembrava essere quanto di più lontano potesse esistere dal loro mondo si è rivelato, invece, il passaporto sicuro per una finale assicurata. Apprezzati dallo stesso cantautore via Twitter e osannati a più riprese dal mentore Manuel Agnelli, i Måneskin sono quelli che gli altri giudici temono di più ben sapendo quanto sarebbe stato proficuo averli nella loro squadra. Su Sisal Matchpoint i “coatti” romani sono favoriti a 3 per la vittoria ma è sul pubblico che si gioca la vera fortuna della band da qui al percorso post-talent; seguitissimi su Facebook e Instagram, hanno fan page a loro dedicate e nutritissimi gruppi di supporto. Tutti i membri – in particolare la bassista Victoria e il frontman Damiano – sono diventati in pochissimo tempo delle icone di stile, tanto da far tirar fuori dall’armadio i pellicciotti delle mamme e le giacche di velluto. Il profilo Instagram di Damiano ha raggiunto con una velocità esponenziale i 77mila follower, scatenando la curiosità di un pubblico specialmente femminile trascinato da attitudine, look e make-up gipsy rock da far perdere la testa. Una vera rockstar ad appena diciotto anni, capace di far scintille dentro e fuori dal palco con sfrontata disinvoltura.

I Måneskin sono tutto ciò che potrebbe funzionare su un mercato che ha bisogno di talenti veri per poter rinascere. Se il meritato clamore che ha suscitato la loro scoperta riuscirà a fungere da cassa di risonanza per la definitiva esplosione non potrà che essere una vittoria per questi ragazzi e per la musica. Dentro e – soprattutto – fuori da X Factor.