Mafia Capitale, sentenza del tribunale attesa per il 20 luglio. Tutti i nomi e le richieste di condanne • Terzo Binario News

Mafia Capitale, sentenza del tribunale attesa per il 20 luglio. Tutti i nomi e le richieste di condanne

Lug 17, 2017 | Politica, Roma

La statua della Lupa al Campidoglio di Roma, 4 dicembre 2014. ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Ancora pochi giorni di attesa e giovedi 20 luglio, dopo quasi due anni di processo, pari a 230 udienze
celebrate a ritmo serrato nell’aula bunker di Rebibbia, si sapra’ se a Roma esiste o no un’associazione criminale da qualificare come mafiosa che, pur non controllando il territorio come le mafie tradizionali e pur avendo a disposizione solo pochi affiliati, ha pero’ come caratteristiche peculiari la disponibilita’ della violenza, la forza dell’intimidazione che deriva dal vincolo associativo e quella condizione di omerta’ e di assoggettamento di quanti vi entrano in rapporto. A sciogliere il dilemma e a valutare quella che e’ stata l’impostazione della Procura saranno i giudici della decima sezione penale, guidati dal presidente Rosanna Ianniello, che il Csm ha da tempo destinato alla guida del tribunale di Terni. Il suo collegio deve pronunciarsi sulla posizione di 46 imputati del processo ‘Mafia Capitale’ dei
quali i pm hanno chiesto la condanna per complessivi 515 anni di carcere: 19 di loro rispondono dell’articolo 416 bis (appunto, l’associazione di stampo mafioso) e rischiano pene pesantissime nella veste di presunti organizzatori o semplici partecipi del solidazio criminoso che, almeno fino al dicembre
del 2014 (quando scattarono i primi 37 arresti con centinaia di perquisizioni e di indagati ‘eccellenti’) ha fatto affari di ogni tipo (‘in primis’ il business degli immigrati) con amministratori, politici, dirigenti d’azienda e imprenditori pagando suon di tangenti allo scopo di alterare il corretto
esito di alcune gare d’appalto (come quelle dei punti verde e delle piste ciclabili).

Il primo della lista e’ l’ex militante di destra Massimo Carminati (28 anni di reclusione, considerato
il capo dell’organizzazione), seguito dal ‘ras’ delle cooperative Salvatore Buzzi (26 anni e 3 mesi). Ci sono poi quelli che sono considerati gli stretti collaboratori di Carminati, dal ‘braccio destro’ Riccardo Brugia (25 anni e 10 mesi), al manager Fabrizio Franco Testa (22 anni), a Matteo Calvio detto ‘Spezzapollici’ (21 anni). Completano l’elenco l’ex ad di Ama Franco Panzironi (21 anni), Roberto Lacopo (21 anni) che gestiva il distributore di carburanti a Corso Francia dove il sodalizio aveva la sua base logistica, il dirigente di Eur spa Carlo Pucci (19 anni), e poi i collaboratori di Buzzi: l’imprenditore delle coop Carlo Maria Guarany (19 anni), il commercialista Paolo Di Ninno (19 anni), il rappresentante
legale di una cooperativa Claudio Caldarelli (19 anni), la compagna Alessandra Garrone (18 anni e 6 mesi) e la segretaria Nadia Cerrito (18 anni). Diciannove anni e 6 mesi e’ la pena richiesta per l’unico politico di questo gruppo, l’allora consigliere regionale del Pdl Luca Gramazio: arrestato nel giugno del 2015 assieme ad altre 43 persone, e’ sempre in carcere e attende di conoscere da uomo libero il primogenito nato proprio agli inizi della sua detenzione. Rischiano la condanna per 416 bis anche tre imprenditori, Agostino Gaglianone (18 anni), Giuseppe Ietto (16 anni e 2 mesi) e Cristiano Guarnera (16 anni) e i calabresi Rocco Rotolo (16 anni) e Salvatore Ruggiero (16 anni), sospettati di aver
garantito i collegamenti tra l’associazione criminosa guidata da Carminati e Buzzi e il clan Mancuso di Limbadi, appartenente alla ‘ndrangheta.

E poi ci sono le richieste di condanna inoltrate nei confronti degli altri 27 imputati ‘minori’
accusati di corruzione o turbativa d’asta, a pene che vanno dai 9 ai 3 anni di carcere: tra questi spiccano l’ex direttore generale di Ama Giovanni Fiscon (5 anni), l’ex presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti (4 anni e mezzo), l’ex capo segreteria del Campidoglio Franco Figurelli (4 anni e 10 mesi), l’ex consigliere comunale Giordano Tredicine (4 anni), l’ex presidente del Municipio di Ostia Andrea Tassone (4 anni), l’ex presidente della commissione patrimonio Pierpaolo Pedetti
(4 anni) e l’imprenditore Daniele Pulcini (3 anni). Ultimo della fila, con pena piu’ ridotta (2 anni e mezzo), e’ Luca Odevaine, l’ex componente del Tavolo di coordinamento sugli immigrati del Viminale imputato in questo dibattimento per un singolo episodio di corruzione in concorso con Buzzi: ha da
tempo avviato una collaborazione con gli inquirenti, tanto da aver restituito 250mila euro, frutto di corruzione, e aver chiuso con un patteggiamento a 2 anni e 8 mesi di carcere un’altra storia di tangenti incassate dai vertici della cooperativa La Cascina per l’aggiudicazione di un appalto.