#evadoincucina con il consigliere De Angelis che ci illustra la questione Ostilia • Terzo Binario News

#evadoincucina con il consigliere De Angelis che ci illustra la questione Ostilia

Apr 28, 2015 | #evadoincucina, Cerveteri, Politica

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Oggi in #evadoincucina parliamo di Marina di Cerveteri, di accessi al mare, di  Ostilia, una vicenda chiara ai vecchi residenti ma sconosciuta ai più.
Ho chiamato una delle poche persone che conosce bene la questione e che, come il sottoscritto, non ha alcun condizionamento sulla questione, cosa rara visto l’argomento. Si tratta del Consigliere Comunale di Cerveteri Aldo De Angelis, già Assessore Ambiente con la giunta Ciogli e attuale Presidente Commissione Urbanistica.

Aldo, vorrei cercare di capire e di spiegare molto chiaramente la situazione in cui versa il lungomare, i suo accessi al mare, gli stabilimenti balneari.Innanzi tutto chiariamo per tutti: di chi è il lungomare?

Prima di specificare di chi è il lungomare e gli arenili è bene sottolineare, seppur sommariamente, da dove hanno origine tutte le problematiche di Campo di mare. In data 10 maggio 1961, quando il Comune di Cerveteri non aveva ancora un Piano Regolatore Generale ed era presumibilmente dotato soltanto di un Programma di Fabbricazione, il Consiglio Comunale ha adottato il Piano di lottizzazione del comprensorio “Campo di Mare”, presentato dalla S.p.A. “Campo di Mare-Bonifiche e Conduzioni”, dalla S.p.A. “Agraria Laziale” e dalla S.p.A. “Bonifiche di Cerveteri”: sono state così edificate due zone di limitata estensione, identificabili, negli anni successivi, con i comparti denominati “L’Approdo”, “Alga Marina”, “Marina di Cerveteri”, “Edilizia Vigneto” ed “Edilizia Salute”, senza peraltro che la deliberazione del 10/5/1961 fosse mai stata approvata.

Secondo la relazione tecnica della proposta progettuale di programma integrato di intervento in località “Campo di Mare” di Cerveteri (RM), nel 1963, il Comune avrebbe approvato un atto d’obbligo con la Società “Ostilia” (allora S.p.A., rispetto alla omonima S.r.l. odierna), dichiarata già proprietaria a quell’epoca di tutte le aree circostanti ricomprese tra la ferrovia Roma-Pisa, il fosso Zambra, l’arenile demaniale, la proprietà Ente Maremma, la strada vicinale di Fontana Morella e la residua proprietà delle Bonifiche Giovanni Ruspoli S.p.A., quando invece l’atto di fusione per incorporazione delle 3 S.p.A. sopra dette è avvenuto in data 21 maggio 1968, mentre l’atto d’obbligo è stato approvato con deliberazioni del Consiglio Comunale di Cerveteri del 10 maggio 1961 e del 27 maggio 1963: con tale atto d’obbligo, scaturito da un procedimento di urbanistica “contrattata” del dare per avere, la S.p.A. “Ostilia” (o le Società allora proprietarie a cui è poi subentrata la “Ostilia” per loro fusione per incorporazione) si obbligavano a versare all’Amministrazione Comunale 30 milioni delle vecchie lire ed a realizzare le opere di urbanizzazione primaria relative al comprensorio (rete viaria, rete idrica e stazione di pompaggio, rete di illuminazione pubblica, rete di distribuzione ENEL e telefonica SIP), nonché l’impianto di fognatura e di depurazione: tali opere sono state poi sottoposte, negli anni 1971 e 1977, a verifiche di collaudo (peraltro non definitivo) da parte della stessa amministrazione. Da qui il discorso tecnico/amministrativo è lungo e complesso e occorrerebbero numerose pagine per “sviscerarlo” nella sua totalità. Alla luce di ciò si evince che Il lungomare dovrebbe essere della società Ostilia e le aree demaniali, tra cui gli arenili, del Demanio.

Dalle varie vicende passate anche dalle aule del tribunale, mi pare di capire che gli stabilimenti non sarebbero quindi regolari?

Quello della presunta irregolarità degli stabilimenti, di cui alcuni parlano e come paventata anche dalla soc. Ostilia, è un argomento delicato oltre che sensibile, visto che il parlare senza cognizione di causa potrebbe andare a ledere reali diritti acquisiti e diritti al lavoro e all’impresa. E’ bene precisare, però, onde rendere merito a chi ha sacrificato la sua esistenza per il litorale, che oltre 50 anni orsono la località di Campo di Mare, a ridosso della zona umida, era solo un terreno preferito dai cacciatori, adatto alla coltivazione (in particolare cocomeri) e alla zootecnia e che, all’avvio dell’attività edilizia, scaturita dalla lottizzazione delle società già citate poi Ostilia SpA, non seguirono alcun tipo di programmi e/o attività per attrezzare e supportare il litorale a scopo balneare-nautico-turistico e questo sino ai nostri giorni, da qui, si evince, che soltanto la dedizione degli storici e attuali concessionari demaniali ha consentito a tutti, cittadini di Cerveteri e non, di fruire della spiaggia e della balneazione, in condizioni di sicurezza e igiene. Come è altrettanto opportuno considerare, che in tutti questi anni le mareggiate che invadevano ed invadono tutt’ora l’intero arenile demaniale, con danni ai vari, seppur precari, manufatti e alle imbarcazioni, hanno indotto gli stessi operatori ad arretrarsi al di la del confine demaniale. Per quanto mi risulta esistono concessioni demaniali e autorizzazioni oltre che allacci, avvenuti a titolo oneroso, ai servizi primari (energia, acqua, etc.) e alla rete fognaria realizzata dalla società Ostilia. Tutto questo, però, non vuol dire che gli operatori balneari abbiano rispettato, in tutti questi anni, alla “lettera” disposizioni e regolamenti, anzi, forse alcune volte sono stati utilizzati materiali non consoni o forse, altre volte è stato utilizzato, come dico io, il “metro” invece che il “centimetro”. Vede, l’azione legale contro i privati intrapresa dalla società Ostilia, proprietaria dell’area, pesa come un macigno sulla testa degli imprenditori di via Navigatori degli Etruschi e, secondo il mio modesto parere, quello che è accaduto lo scorso 8 aprile, a seguito del provvedimento di primo grado, rappresenta una dimostrazione e prova di forza da parte di Ostilia; forse sono in errore ma sembra tanto un “grimaldello”per sbloccare chissà quale ingranaggio. Per quanto mi riguarda, come ribadito anche dal Sindaco, l’episodio non inciderà sull’impegno che l’amministrazione comunale sta mettendo in campo da sempre in questa vicenda, e gli operatori balneari avranno tutta la mia solidarietà e supporto ma ancor di più occorre portare avanti una”battaglia” per far sì che il cittadino non possa perdere la facoltà di andare liberamente al mare, sulla propria spiaggia libera, piazzando l’ombrellone dove si vuole senza dover pagare per essere allineati e coperti, onde far prevalere l’interesse pubblico su quello privato

Il consigliere De Angelis

Il consigliere De Angelis

E se non sono regolari, chi ha dato il permesso di aprire uno stabilimento?

La storia è lunga e un percorso di oltre 50anni non può essere limitato a poche righe scritte senza poter spaziare su altre problematiche ben definite inerenti le norme e la legislazione inerente il sistema turistico-ricettivo, il PUA e le regolamentazioni del Demanio marittimo, che si estendono sino a livello regionale e nazionale.

Certo in questa situazione vedere questi stabilimenti poggiare su strutture in cemento armato e un tantino sconcertante! O no?

Più che sconcertante affermerei “deludente”, quando la situazione sarà chiarita, sempre che prima non vengano dimostrate situazioni di dolo e/o colpa sostanziali, andranno sicuramente chiarite alcune dinamiche con l’attuazione, da parte degli uffici competenti, di opportune azioni cautelative e richieste di ripristino.

Detto questo, da un punto di vista strettamente legale, ora cercherei di guardare oltre, tenendo molto presente il bene dei residenti, il bene della cosa comune, il bene delle persone che ci lavorano e che comunque hanno reso godibile quel tratto di mare. Quali alternative si affacciano all’orizzonte, e quali aspetti positivi e negativi corrispondo alle varie alternative, in pratica vorrei capire ad ogni soluzione i suoi pregi e suoi difetti. Volevo la tua opinione personale, dopo ti chiederò la linea della maggioranza.

Mah !!.Sai è una vicenda paradossale…Personalmente ritengo che proprio a tutela del bene comune, della collettività e dei residenti, delle attività imprenditoriali coinvolte e delle persone che ci lavorano l’unica soluzione che ritengo utile è quella di farsi cedere dalla soc.Ostilia, attuale proprietaria, tutto il lungomare, ivi compreso lo stabilimento di proprietà della stessa società, successivamente utilizzare un idoneo strumento e/o programma finanziario che possa includere gli attuali operatori, per ideare e costruire, utilizzando anche la loro esperienza, un lungomare e stabilimenti stile riviera romagnola. Questa, per me, sarebbe la soluzione ottimale dove da una parte vi sarebbe il Comune con la piena titolarità oltre che indiscutibili proventi e dall’altra si “sanerebbe” la situazione degli operatori del mare considerando, poi, che una simile trasformazione rappresenterebbe un importante volano turistico estremamente rilevante.

L’attuale maggioranza, se non ricordo male, aveva un piano strutturato sulla questione, puoi dirci se c’è stato un cambiamento di rotta e, nel caso, in che consiste?

La volontà della nostra Amministrazione è sempre stata quella di trovare un accordo con la società Ostilia che fosse risolutivo per l’annosa questione di cui è vittima la nostra frazione balneare.
L’obiettivo della nostra amministrazione è quello di acquisire al patrimonio comunale le aree di Campo di Mare in tempi brevi al fine di poter avviare un’articolata strategia di interventi finalizzati alla realizzazione dei servizi mancanti e alla sistemazione del lungomare. Come Tu ben sai i due soggetti (Comune e Ostilia) sono legati da una Convenzione sottoscritta nel 1991. Tale Convenzione prevede che il Comune debba rilasciare concessioni in sanatoria per gli immobili realizzati da Ostilia senza permesso di costruire che, per essere chiari, sono gli edifici che si trovano a piazza Prima Rosa e dintorni. In cambio Ostilia deve realizzare un consistente numero di servizi: sistemare le strade e le reti infrastrutturali, realizzare una scuola e altre opere importanti per la collettività. La nostra idea è che il nuovo accordo debba prevedere tutto quanto già compreso nella convenzione del 1991, considerando anche nuovi aspetti. Ostilia vorrebbe infatti realizzare della nuova cubatura nelle aree rimaste non costruite e la nostra Amministrazione, invece, vuole più servizi (come la cessione e realizzazione del Lungomare). Questo compromesso è inevitabile perché il Comune non ha le forze economiche per fare da solo gli interventi strutturali di cui la frazione ha bisogno.
A fronte di ciò si intende portare avanti una percorso trasparente e partecipato, che sappia prevedere il continuo confronto con le realtà del territorio e con i cittadini e che si fondi sul rispetto dei concetti di sostenibilità e di “bene comune”. Il rilancio economico del nostro territorio poggia sullo sviluppo del turismo balneare;

Una cosa che ho notato in campagna elettorale, e che vedo ancora oggi leggendo in giro, è che una questione che si protrae da cinquanta anni, sembra, per molti politici in circolazione, una cosa semplicissima da risolvere. Dove finisce la propaganda e dove inizia l’ignoranza? Oppure, come sostengo da tempo, è solo una questione di interesse?

Risponderei in questo modo.
Molta ignoranza, intesa come la non conoscenza degli argomenti, di tutti gli atti e della problematica nella sua essenza e nei contenuti specifici.
Moltissima propaganda perché la problematica “Campo di Mare-Ostilia” in tutti questi anni è stato un cavallo di battaglia, che molti pseudo politici locali hanno utilizzato per ottenere consensi territoriali che, inevitabilmente, vengono persi durante il cammino politico proprio per la “molta ignoranza” e la scarsa conoscenza.
L’interesse…?, non ti nascondo che potrebbe essere uno dei fulcri per la risoluzione della questione “Ostilia” difatti la società privata ha interesse a chiudere a fronte di un proprio vantaggio imprenditoriale, il Comune ha interesse a chiudere a fronte di un chiaro e cospicuo vantaggio per l’Ente e l’intera collettività, gli operatori balneari hanno interesse che la nuova convenzione si chiuda il prima possibile e poi……, ma è solo una sensazione, con molta probabilità ci saranno anche interessi di terzi che sono nell’ombra.

I residenti lamentano che gli stabilimenti balneari hanno fatto razzia di spiaggia libera, è vero e chi lo ha autorizzato?

E bene evidenziare che le funzioni in materia di demanio marittimo con finalità turistico – ricreative rientrano tra quelle “conferite alle Regioni” (art. 105 D. Lgs. 112/98), che le stesse sono state successivamente delegate ai Comuni (L.R. nn.14/1999 e 13/2007) e che pertanto rientra tra i poteri della Regione, ai sensi dell’art. 3 della succitata Legge Regionale 14/99, adottare atti di indirizzo e coordinamento. Ma non tutti sono a conoscenza che il controllo della spiaggia non è di competenza della Polizia Locale ma è soggetto al controllo da parte della Guardia Costiera che sanziona gli operatori per l’utilizzo improprio della stessa e può contestarne eventuali abusi su delimitazioni e recinzioni, sempre se posizionate su sabbia e aree demaniali. Le dimensioni delle spiagge sono riportate e regolamentate, oltre che nella concessione demaniale per la quale si paga un onere, anche nel P.U.A.(Piano Utilizzazione Arenili) la cui finalità consiste “nella razionalizzazione del litorale cittadino, nonché nella gestione delle occupazioni già esistenti” , stabilisce inoltre di riservare gli “arenili liberi del litorale cittadino all’uso della collettività” con gestione da parte della pubblica Amministrazione. il Piano di Utilizzazione degli Arenili è uno strumento di programmazione e pianificazione dell’utilizzo delle aree demaniali marittime non avente valore di strumento urbanistico e la sua finalità primaria è individuabile nella regolamentazione della fruizione del bene demaniale per fini turistici, in un regime di compatibilità con gli obiettivi di tutela e salvaguardia dell’ambiente costiero fissati nelle Leggi Regionali nn. 24 e 25 del 6 luglio 1998 e ss.mm. I Comuni dotati di P.U.A. approvati con Accordo di Programma e/o Decreto del Presidente della Giunta Regionale e non ancora revisionato ai sensi dell’allegato 3 della D.G.R. 1161/2001 – Direttive e Criteri per la redazione dei Piani di Utilizzazione degli Arenili, nelle more dell’approvazione dei nuovi P.U.A., possono procedere al rilascio di nuove concessioni già previste nei P.U.A. approvati, fermo restando che il rilascio è subordinato all’acquisizione di tutte le autorizzazioni e/o i nulla osta previsti da intervenute disposizioni normative, in particolare in materia Urbanistica, Ambientale, Paesaggistica ed Archeologica: Comprendo che la materia è complessa ma nel PUA si prevede più di un allegato grafico dal quale si può evincere se un operatore balneare, nel tempo, ha fatto “razzia” di spiaggia libera che alcune volte è adiacente alle concessioni private. Invece, per quanto concerne le attività, ogni anno il comune delibera le “Linee guida operative per l’esercizio dell’attività balneare e gli aspetti gestionali del pubblico demanio marittimo con finalità turistico ricreative”.
Attualmente, presso la commissione comunale di competenza, non è stato dato il via libera per il Consiglio Comunale, al PUA presentato.
Sinceramente non so se nel tempo qualche operatore ha ampliato, senza il rispetto della normativa e privo di specifica autorizzazione, la propria area in concessione, se così fosse è passibile, previa segnalazione, a opportuna denuncia alla competente autorità.

In tantissime località balneari, la spiaggia libera è gestita dal Comune, tramite solide e pulite cooperative di giovani, spesso aiutati anche nell’intrattenimento con radio locali. Insomma la spiaggia libera potrebbe diventare risorsa importante per lavoro, cultura, benessere dei residenti, coma mai a Cerveteri questo non accade? Cosa ne pensi? Viene il dubbio che possano esserci interessi personali?

E’ vero, in molte località si utilizza il sistema delle cooperative per la pulizia delle spiagge che però alcune volte si può trasformare in un’arma a doppio taglio ovvero, è accaduto che cooperative di giovani sono state utilizzate come serbatoi di “impiego” per giovani elettori privi di esperienza con conseguente ripercussione negativa sulle attività di pulizia da attuare e sui relativi costi comunali oltre che, il comune dovrebbe investire in macchinari e attrezzature da mettere a disposizione, creare magazzini per la custodia delle stesse,accertarsi che gli operatori,per alcuni mezzi,siano qualificati e coperti da apposita polizza assicurativa, etc. L’Amministrazione di Cerveteri, dopo svariati e corposi confronti interni, ha deciso sin dal suo insediamento di utilizzare la Multiservizi per questo tipo di attività con, devo dire, risultati sino ad ora soddisfacenti.

Tu sei stato assessore all’ambiente, sei un ambientalista dalla nascita, puoi dirmi se questa situazione negativa si ripercuote anche sulle condizioni del mare?

Purtroppo, l’inquinamento che si ripercuote sulle condizioni del mare, non è solo quello derivante dai rifiuti abbandonati sulla spiaggia che alle volte appartengono a qualsiasi genere, dalle buste alle bottiglie, sacchetti e persino copertoni di veicoli ma, anche e soprattutto, è influenzato negativamente dai torrenti e fossi che compongono l’idrografia del territorio comunale insieme ai corsi d’acqua maggiori e da malfunzionamenti, in alcuni momenti stagionali, dei sistemi di depurazione.

Esiste la possibilità che la Regione Lazio possa intervenire?

Non penso che la Regione Lazio, se parliamo del contenzioso Ostilia-Operatori Balneari, che è secondo me del tipo privatistico, possa intervenire con una certa risolutezza speriamo vivamente di si. Certamente, altro argomento è un pronto intervento per quanto già segnalato alla stessa Regione Lazio e a fronte delle misurazioni già espletate dalla Capitaneria di Porto, dell’urgente necessità di prevedere l’arretramento della linea demaniale della spiaggia almeno fino al muretto della spiaggia libera di Campo di Mare che, per altro, è anche la più grande di tutto il litorale nord, che altrimenti rischia di essere considerata privata. E’ un problema che sicuramente andava affrontato almeno venti anni orsono e oggi gli enti preposti hanno la possibilità di porre immediato rimedio.

Se potessi dire qualcosa ad Ostilia cosa diresti?

Se fossi stato il proprietario di Ostilia, dopo aver lasciato per oltre quarant’anni i cittadini residenti in estreme situazioni di disagio, carenza di manutenzioni primarie, afflitti da carenza idrica, strade dissestate e mancanza di illuminazione pubblica, me ne sarei guardato bene, almeno per dignità e pudore, a dare esecutività al precetto di abbattimento delle strutture balneari che andrebbe a investire la salvaguardia dell’economia d’impresa, delle attività sportive e di quelle sociali con l’ennesimo dramma occupazionale, in un settore in cui lavorano più di un centinaio di persone.
Sinceramente non sembra un comportamento funzionale ai presunti progetti edificatori della società Ostilia anche perché è alquanto deleterio adottare, con le Amministrazioni Pubbliche, la tecnica della prepotenza o del “braccio di ferro”. Speriamo veramente in un rinsavimento degli organi decisionali di questa società.

Ai gestori degli stabilimenti balneari?

Come già anticipato è chiaro che l’attivazione del precetto di demolizione, dopo ben cinque anni, appare un “grimaldello” alquanto strumentale da parte dell’Ostilia considerando, anche, che tutte le concessioni demaniali rimarrebbero in carico ai rispettivi gestori, come è alquanto particolare che non si consideri quanto stabilito dal codice della navigazione con la definizione di demanio necessario. Per quanto mi riguarda sono solidale e vicino a tutti gli operatori ribadendo che è sicuramente prioritario per il  Comune che la spiaggia di Campo di Mare resti pubblica come altrettanto prioritaria e impellente, visto anche l’arrivo della stagione estiva, è la salvaguardia degli stabilimenti balneari che danno lavoro ad un centinaio di persone più eventuale indotto.

Ai cittadini?

In un momento in cui le persone sono troppo arrabbiate con i politici e c’è tanta insofferenza nei confronti di un modo di fare e di esprimersi totalmente separato dalle necessità concrete e immediate, chiedo a tutti i cittadini vicinanza e sostegno, specialmente per i giorni del 05 e 12 maggio p.v.,per i nostri operatori balneari e le loro maestranze, mentre nella veste di consigliere comunale cercherò di seguire e contribuire alla risoluzione della problematica in essere.

Mi piacerebbe chiederti cosa diresti al Sindaco.

Il Sindaco mi conosce bene. Conosce il mio spirito profondamente critico, la mia trasparenza e il mio senso del dovere ma è anche a conoscenza di come la penso su tematiche così importanti dove non gradisco assolutamente eventuali fenomeni comportamentali di immobilismo e passività, comportamenti che, devo dire, sino ad oggi, in qualità di primo cittadino, di certo non ha avuto nei confronti di Ostilia e degli Enti preposti.

Cosa aggiungeresti per aiutarci a capire?

Nulla di quanto non si sia già scritto e detto durante questa intervista e su tanti giornali e media.

Le interviste di #evadoincucina si chiudono sempre con la richiesta del tuo piatto preferito.

Carbonara – Fettuccine alla Papalina e Carciofi di Cerveteri

Ringrazio Aldo De Angelis, vittima della mia ignoranza su una questione molto seria. Devo dire che finalmente ne ho capito di più anche io, spero anche voi. Ovviamente la rubrica #evadoincucina è aperta a qualsiasi intervento sia di replica che di integrazione, basta inviare richiesta alla redazione o al sottoscritto.