Il crollo del tetto avvenuto nel carcere di Regina Cœli a Roma ha costretto l’Amministrazione Penitenziaria allo spostamento di circa 300 detenuti non essendo temporaneamente agibile l’ala dell’istituto.
E la distribuzione ha interessato il carcere di Aurelia a Civitavecchia dove sono stati trasferiti 52 detenuti. Ma dove sono stati sistemati, visto che già il penitenziario civitavecchiese subisce un sovraffollamento cronico da anni? Nel nuovo braccio appena finito di costruire e che doveva essere inaugurato a inizio novembre.
E invece l’inaugurazione c’è stata ma in maniera forzata, dettata da cause di forza maggiore.
Un passo indietro: i lavori ad Aurelia vanno avanti da mesi, dove è stata costruita una nuova ala che risponde alle direttive europee in fatto di detenzione, fra spazi arredi e quant’altro. E quello spazio doveva essere occupato da detenuti con reati specifici e pertanto si stava strutturando l’arrivo di un numero di agenti congruo.
Invece un evento improvviso e imprevisto come il crollo dello storico carcere di via della Lungara ha stravolto i piani. Venerdì infatti è stata una giornata di caos nel complesso civitavecchiese, dove gli agenti penitenziari sono stati impegnati nella sistemazione di 52 detenuti che sì dovevano arrivare ma certo non in una volta sola e nemmeno tutti assieme. Dunque per il carcere di Civitavecchia una sorta di crash test che farà necessariamente alzare il livello di allerta. Infatti non si sa per quanto tempo rimarranno questi detenuti e quando verrà rafforzata la sorveglianza. Molti dei 52 sono stranieri e in attesa di giudizio.
Così, la presenza improvvisa di oltre 50 detenuti in più al carcere di Aurelia mentre 64 sono stati spostati a Velletri, gruppetti molto più piccoli sono finiti fra Rebibbia, Teramo, Rieti, Chieti e Cassino.
