Riceviamo e pubblichiamo – Nei giorni appena trascorsi i due assessori ai servizi sociali dei comuni del nostro territorio, Roberto Ussia (Ladispoli) e Francesca Cennerilli (Cerveteri) hanno denunciato con forza la gravissima situazione, venutasi a creare, per gli anziani meno abbienti ospiti delle R.S.A. convenzionate, in particolare di quella del nostro territorio, la Clinica San Luigi Gonzaga di Via Aurelia.
La Regione Lazio ha, infatti, tagliato dell’ottanta per cento le quote destinate al sostegno economico ed al pagamento delle rette mensili per quegli anziani o malati, ospitati dalle cliniche convenzionate col Servizo Sanitario Nazionale. Questa miope misura di “risparmio”, in perfetto stile con le misure che hanno variato la base di calcolo dell’ISEE che da gennaio 2015 vedono concorrere al calcolo non più solamente il reddito degli ospiti (generalmente composto dalla sola pensione, più l’eventuale pensione di reversibilità), ma anche quello dei figli, che di solito hanno loro famiglie da mantenere, sta già producendo effetti devastanti per la vita di queste persone. La quota media a carico dell’ospite (esclusa quella pagata dal SSN) è all’incirca di 1800 euro mensili. Gli ospiti versavano fino ad ora l’intera pensione e la parte mancante veniva integrata dai comuni di residenza, visto che, salvo rari casi, le pensioni percepite, coprivano al massimo la met\’e0 della retta. Ora il taglio da parte della regione, delle quote destinate per il sostegno, ha già creato spaventosi buchi di bilancio per i comuni (che anticipavano le quote alle R.S.A.), difficoltà economiche serissime per le R.S.A. che hanno dovuto ridurre il personale (e già qualche operatore ha perso il posto di lavoro) e l’angoscia per il futuro prossimo per gli ospiti delle strutture che, senza il sostegno del comune, non potranno mai permettersi di pagare la loro parte di retta. Che succeder\’e0 di questi anziani, in critiche condizioni economiche e di salute? Resteranno alla fine senza un posto dove poter vivere, mangiare, dormire, ricevere un’adeguata assistenza? Molti di loro non hanno più nemmeno una casa, perché se la pensione, gi\’e0 bassa, non basta per pagare la retta, figuriamoci se possa essere sufficiente per pagare un affitto! E’ vergognoso che lo stato e la regione vogliano fare cassa “risparmiando” sui ceti pi§ deboli e bisognosi e non si voglia pensare a tassazioni progressive sui redditi pi\’f9 alti, sulle pensioni d’oro, sulle indennità per parlamentari e consiglieri e sui lor vitalizi! Oltretutto nessun risparmio reale ci sarebbe per le comunità locali che in ogni caso debbono farsi carico, con altre misure di sostegnoL dell’assistenza dei pi\’f9 bisognosi che non possono, per forza di cose, essere sbattuti in mezzo ad una strada.\par
Oramai siamo giunti alla logica del “chi ha i soldi, bene! gli altri si arrangino”. E chissà cosa succederà se il governo dovesse porre in essere il temuto, annunciato taglio alle pensioni di reversibilità.
I comunisti di Ladispoli e Cerveteri, fanno appello agli assessori ai servizi sociali di Cerveteri e Ladispoli ed alle due Amministrazioni Comunali, affinché si congiungano gli sforzi e si abbia un peso maggiore nelle trattative con l’ente Regione. Le battaglie annunciate ed iniziate devono continuare. Le due città devono unirsi in un’unica azione comune. Devono essere chiamati tutti i cittadini ad una mobilitazione visibile e partecipata. I comunisti saranno in questo caso al fianco loro e soprattutto degli anziani e dei malati, per una sanità che abbia al centro del suo essere la persona e la sua dignità, dopo una vita di lavoro e non gli artifizi e le alchimie di bilancio.
Mimmo Dieni, Segretario sezione P.C.I. Ladispoli Cerveteri “Berta Villani”