“Se ci fosse Di Pietro direbbe: che c’azzecca? Cosa c’entra il problema di San Nicola con il referendum sulla Costituzione? C’azzecca, c’azzecca! A sentire gli analisti del voto di domenica scorsa sembra che la maggior parte degli italiani si sia espressa, nel modo che sappiamo, per vari ordini di motivi. Il primo contro l’arroganza, il secondo contro la presunzione, il terzo aver dimenticato i problemi del Paese, per dedicarsi ad un solo aspetto. In questo modo non si sono ascoltate le difficoltà dei cittadini, di coloro che perdono il lavoro o proprio non ce l’hanno ovvero dei gravi problemi dei pensionati. La percezione è stata quella che vi erano da dare risposte agli industriali o a Confindustria o ai vari potentati economici. Tanto per essere sintetici.
La storia di San Nicola sembra rispecchiare pedissequamente quanto avvenuto in ambito nazionale. L’ulteriore palese dimostrazione si è manifestata giovedì primo dicembre, durante i lavori della Commissione Urbanistica, presieduta dall’impareggiabile Nardino D’Alessio, capogruppo consiliare del PD a Ladispoli. Anche in quest’occasione il Sindaco ha voluto imporre la sua personale visione in merito al futuro del Consorzio San Nicola. Come molti ricorderanno lo stesso sindaco, in precedenza, aveva dichiarato che entro il 31 dicembre prossimo sarebbero avvenuti i collaudi e i relativi passaggi delle opere in carico a tutt’oggi al Consorzio e quindi a coloro che lo finanziano, i Consorziati. Il sindaco Paliotta ha chiesto di procrastinare al 30 aprile 2017 quest’operazione, a pochi giorni dalla scadenza del suo mandato e alla vigilia di nuove elezioni amministrative che si terranno a Ladispoli. Una scelta temporale, condivisa dal delegato per San Nicola Bellofiore, davvero ad orologeria. Il tempo necessario, cioè, per trovare qualche mirabolante invenzione a danno dei cittadini, con la speranza che dimentichino quanto perpetrato nei loro confronti. Come la costruzione, a San Nicola, di nuovi impianti sportivi, la nascita di un asilo nido e la riqualificazione dell’area archeologica. Ovviamente tutto a carico delle tasche dei Consorziati. Ancora una battuta d’arresto, invece, per quanto riguarda l’ipotesi di collegare gli acquedotti di Ladispoli con quelli del quartiere. “Occorre attendere ciò che avverrà per la nota diffida di ACEA” ha dichiarato il sindaco.
Cosa c’entri poi la diffida dell’Acea con l’obbligo del Comune di prendersi in proprietà l’acquedotto, insieme alle altre opere di urbanizzazione, forse lo sa solo il Sindaco sapendo bene che se quella società vincesse il “ricorso” prenderebbe automaticamente in carico tutto il patrimonio riguardante l’acqua e la depurazione. Allo stesso tempo, quando afferma questo concetto, il sindaco manda in soffitta i suoi ideali insieme a quanto aveva caldeggiato ai tempi della campagna referendaria per determinare che l’acqua è bene pubblico e come tale deve essere salvaguardata. Eppure egli dovrebbe avere uno scatto di orgoglio quando gli ritorna in mente che l’acqua di San Nicola presenta alla fonte forti problemi di nitrati che devono essere “lavorati e corretti” con quintali di sale, affinché sia resa potabile. Il tema dell’acqua non è procrastinabile e lo sanno bene i numerosi Consiglieri Comunali che si sono espressi, in più occasioni, per il collegamento e per il conseguente passaggio di gestione. Quest’aspetto è rilevante perché saranno questi Consiglieri i veri protagonisti della vicenda. Al contrario di quei pochi arroganti che si affannano a cercare soluzioni solo a vantaggio di presunti potenti. Chi sa mai perché?
La Convenzione di San Nicola è esaurita, finita, terminata, out. Occorre determinarne una nuova ma che sia scritta attraverso un largo consenso cittadino e non arrogantemente calata dall’alto. Bisogna però considerare che, mentre i referendum vengono votati in base al principio universale di una testa un voto, a San Nicola i voti vengono espressi in base ai millesimi, che guarda caso sono in mano a pochi amministratori di condominio che decidono per tutti. E’ stato varato da poco un nuovo statuto consortile, ma le nuove regole, volute dal presidente del Consorzio, non riguardano certo le modalità di espressione del voto dei singoli consorziati o il limite massimo di due mandati per gli eletti. Si sono cambiati solo elementi che consentissero la firma di quanto partorito a quattro mani nei mesi successivi. Il controllato, il Consiglio di Amministrazione, ha scritto le norme imponendole ai controllori/consorziati. Tutto questo mentre il Sindaco guarda il territorio con un occhio solo, quello a lui più rispondente, più in linea con i suoi nuovi ideali e dimentica i cittadini, quelli che non possono continuare a spendere denari per opere pubbliche che dovrebbero invece essere a carico di tutta la comunità.
Al momento non sappiamo se entro il 20 dicembre prossimo sarà presentata in consiglio comunale la nuova convenzione, quello che di certo sappiamo è che la discussione si è incanalata in un percorso rischioso che, se le cose dovessero continuare sullo stesso cammino, ci porterebbe a rivolgerci alla Corte dei Conti, e ovviamente al TAR del Lazio. E, a proposito di ricorsi, ancora risulta in piedi quello presentato dal Consorzio all’insaputa dei consorziati. Si sono persi oltre tre mesi perché il ricorso non è stato ritirato prima della firma della Convenzione. Inoltre, il Comune è al corrente che esiste una impugnazione assembleare proprio sui cambiamenti statutari? Il Comune controlla che chi si siede a firmare una Convenzione sia effettivamente legittimato e abbia avuto tale mandato? Arroganza? Presunzione? Non ascolto dei cittadini? Ecco questa è San Nicola, senatore Di Pietro. Poi dice…che c’azzecca?”
Così in una nota a mezzo stampa il Presidente del Comitato San Nicola, Gianluca Firmani.
