C’è chi, davanti a un calo di presenze turistiche, si chiede: “Forse abbiamo esagerato con i prezzi?”
C’è chi, guardando i giornali tedeschi che parlano di stabilimenti balneari italiani diventati boutique di lusso, pensa: “Forse abbiamo un problema di accessibilità?”
E poi c’è Pietro Tidei, sindaco di Santa Marinella, che invece ha trovato la vera radice del male: l’invidia tedesca.
Eh sì, perché a Berlino e a Monaco non dormono la notte pensando ai nostri stabilimenti dove, per affittare un ombrellone, devi accendere un mutuo a tasso variabile.
In Germania, poveretti, si devono accontentare di spiagge libere dove entri gratis, ti porti la birra da casa e nessuno ti squadra se pianti l’ombrellone a un metro da un altro.
Che miseria.
E allora ecco i perfidi articoli sulla “crisi del turismo” a Santa Marinella. Mica per raccontare un fenomeno, eh: no, per demolire un sindaco vincente, un amministratore modello, un imprenditore del bagnasciuga.
Perché, come tutti sanno, la vera ricchezza non sta nell’acqua pulita o nei servizi efficienti, ma nell’essere riusciti a far pagare 60 euro al giorno per un lettino con la vista parziale sul mare, ostruita dal lettino davanti.
Poi magari il turista tedesco, quello che in patria fa il bagno nei laghi gratis, arriva qui, vede il listino prezzi, fa due conti e scappa a Fuerteventura. Ma la colpa, ovviamente, non è nostra. È loro.
Gente invidiosa, gente che non capisce la cultura del caro-lettino, la tradizione del caro-ombrellone, l’orgoglio nazionale del caro-tutto.
Dunque, avanti così, sindaco Tidei. Rialziamo ancora i prezzi. Così potremo dare la colpa non solo ai tedeschi, ma anche agli svizzeri, agli svedesi e, se proprio va male, pure ai pinguini dell’Antartide.
Che si sappia: a Santa Marinella non si viene per il mare. Si viene per provare l’ebbrezza di pagare.
Braccio da Montone
