Biodigestore, all'ok definitivo della Regione il sindaco fa mettere a verbale il no del Comune • Terzo Binario News

Biodigestore, all’ok definitivo della Regione il sindaco fa mettere a verbale il no del Comune

Gen 28, 2022 | Ambiente, Civitavecchia, Energia, Rifiuti

“Una dichiarazione di guerra alla città”: sdegno unanime di Comitato Sole, M5S, No al Fossile, Fridays for future e Verdi

Come da programma, stamattina si è completata la Conferenza dei Servizi sul progetto di Biodigestore di Ambyenta Lazio (era stata sospesa il 25. per l’assenza del Rup), che la Regione Lazio vorrebbe catapultare sul territorio della città.

Decisamente contrario il Comune di Civitavecchia, che attraverso il sindaco è ricorso anche al Regio Decreto 27 luglio 1934 n. 1265 per vietare l’attivazione dell’impianto. Eppure a niente sono valsi i pareri fortemente negativi dei Comuni, della Asl Rm4, della Sovrintendenza archeologica e delle associazioni ambientalistiche: a dispetto di tutto, la Regione Lazio ha confermato di voler andare avanti.

Inevitabile quindi una nuova ondata di proteste da parte sia dell’amministrazione civitavecchiese che da associazioni ambientaliste, comitati e forse politiche.

«Ho fatto mettere a verbale – dichiara il sindaco Tedesco – la nostra assoluta contrarietà avvalendomi di tutti i poteri che la legge mi offre a tutela dell’ambiente e della salute dei miei concittadini. La Conferenza dei servizi si è svolta in un clima surreale e ne scaturisce un provvedimento sicuramente pregiudizievole per la nostra città e per il nostro territorio. Ancora una volta la Regione, che attraverso i suoi rappresentanti tanto parla di ambiente e salute, si è dimostrata in netta contrapposizione con il territorio e con le sue esigenze che puntualmente abbiamo posto all’attenzione della Conferenza dei servizi. Ci opporremo con tutte le nostre forze e con tutti i mezzi a nostra disposizione presso le sedi competenti affinché questo scempio non trovi attuazione. Ringrazio le associazioni ambientaliste che, uniche, sono fattivamente intervenute, e prendo atto che la politica, quella solo ed esclusivamente parlata e che governa la Regione, non ha offerto alcun valido apporto se non semplici parole prive di contenuti sostanziali».

«Ho sostenuto il sindaco con orgoglio – ha detto il vicesindaco Manuel Magliani, assessore all’Ambiente – nella scelta di invocare l’art. 216 del Regio Decreto del ’34, non per accettare una servitù ma per vietarla, riscontrando con rammarico di non aver avuto alcun tipo di sostegno da parte di chi ha qualificata rappresentanza del territorio sia in Comune e sia presso la Regione Lazio. Questo progetto va avanti da un anno e non c’è stata alcuna iniziativa da parte dell’opposizione locale (che è maggioranza in Regione), per scongiurarne l’approvazione. Si va avanti con decisione per porre rimedio ad una decisione scellerata che vuole trasformare questo territorio in una pattumiera».

Questa è la nota che il primo cittadino ha fatto mettere a verbale: «Il Sindaco di Civitavecchia, preso atto del parere motivato non favorevole espresso più volte dal Comune di Civitavecchia, attraverso il Rappresentante unico dell’amministrazione qui presente e che conferma e si associa, e versato in atti, del parere non favorevole dei Comuni limitrofi, del parere non favorevole della Sovrintendenza anche così come integrato oggi, conferma il parere assolutamente non favorevole del Comune di Civitavecchia. Tenuto conto altresì del parere negativo espresso in data 24 gennaio 2022 agli atti della Conferenza dei Servizi dal Dipartimento di prevenzione della ASL RM 4, ribadito in data 25 gennaio 2022 nel corso della precedente Conferenza dei servizi, parere che si fonda sulle risultanze dello studio epidemiologico condotto dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale della Regione Lazio e che qui deve intendersi riportato e integralmente trascritto, ritenute insuperabili le criticità complessivamente prospettate dal parere stesso, ritenuto applicabile alla fattispecie in esame il Regio Decreto 27 luglio 1934 n. 1265 ai sensi dell’art. 216, nella sua qualità di Ufficiale Sanitario e nell’interesse della salute pubblica ritiene necessario vietare l’attivazione dell’impianto e in tal senso esprime formalmente il suo divieto, anche ad integrazione del parere dal rappresentante unico prot. 93343 del 25 novembre 2021».

 Il Comitato SOLE parla quindi di “Una conclusione indecente e inaccettabile, risultato di un procedimento anomalo nei tempi e nei modi, che ha ignorato, anche in deroga alla normativa vigente, ogni parere contrario espresso dai Comuni del comprensorio, dalla Sovrintendenza, dalla Asl RM4 che ha argomentato il proprio diniego con i risultati allarmanti delle patologie registrate dallo studio dell’Osservatorio epidemiologico regionale, dal Comune di Civitavecchia che ha posto vincoli urbanistici e, infine, cosa ancor più grave,  dallo stesso Sindaco, intervenuto personalmente per porre il divieto di attivazione dell’impianto ai sensi del RD 1265/1934”.

“Un procedimento e una conclusione –continua il Comitato – che è difficile definire anche solo assurda e che rasenta l’illegittimità: pareri degli uffici regionali  competenti per aspetti fondamentali della tematica quali la Gestione dei Rifiuti e la Valutazione Ambientale non pervenuti, altri pareri e documentazione inviati all’ultimo minuto, decisione finale assunta dal Responsabile del Procedimento senza motivazioni e soprattutto senza tener conto dell’obbligatoria acquisizione, come invece prescritto dall’art 29 quater c.6 del Dlgs.152/2006, del divieto di attivazione del Sindaco. Nessuna programmazione del ciclo dei rifiuti secondo gli interessi pubblici previsti nel Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, ma solo adesione all’assalto dei privati nell’ “affare monnezza”. In altre parole diritti costituzionalmente garantiti quali la salute, il paesaggio, la tutela del territorio, arrogantemente spianati agli interessi economici di un privato, con la complicità degli uffici regionali”.

“Il tutto in un silenzio assordante dell’Amministrazione Regionale, oltreché della Città metropolitana, degli assessori competenti, del presidente Zingaretti – accusa SOLE -. È loro la grave responsabilità di non aver fornito indirizzi e di lasciar gestire alle aree tecniche della Regione processi importanti di decisione le cui conseguenze ricadono sulla pelle dei cittadini amministrati”.

“Una dichiarazione di guerra a questi nostri luoghi, davanti alla quale non rimarremo inermi e contro la quale, ancora una volta, cercheremo di riunire tutte le forze sane di questo territorio percorrendo tutte le strade possibili: da quelle amministrative a quelle giudiziarie – l’annuncio del Comitato -. La conferenza dei servizi è indecorosamente finita; ora inizia la guerra, nelle piazze così come nei luoghi deputati, uffici o aule giudiziarie che siano”.

Dal Movimento Cinque Stelle analogo sdegno. “Siamo pesantemente perplessi di come si possa in sede di valutazione di impatto ambientale ignorare un parere tanto netto quanto chiaro della azienda sanitaria locale – affermano il vice presidente del Consiglio Regionale Devid Porrello ed i consiglieri comunali D’Antò, Lecis e Lucernoni – gli studi epidemiologici affermano inequivocabilmente che questo territorio e la sua popolazione non possono sopportare ulteriori forme di inquinamento”. 

“Anche il Comune – proseguono gli esponenti del M5S – si è fermamente opposto presentando sia il parere negativo degli uffici sia il veto del Sindaco al fine di tutelare la salute dei cittadini. Il responsabile del procedimento, in maniera del tutto impropria, non ha neppure motivato il proprio parere nonostante i forti dissensi. Quanto successo non è accettabile e va contrastato con tutti i mezzi, se non altro per affermare un principio che dovrebbe essere universalmente riconosciuto: la salute dei cittadini deve prevalere sempre. Il procedimento a nostro avviso presenta comunque diverse zone d’ombra ed offriamo fin da subito tutto il nostro supporto all’amministrazione comunale per mettere in atto tutte le azioni necessarie per cercare di stoppare questo inopportuno progetto”.

“Quindi il biodigestore si farà – intervengono all’unisono il Collettivo No al Fossile e Fridays for Future -. In questo modo, un territorio come il nostro, già fiaccato da fonti inquinanti pesantissime di ogni tipo, sarà invaso da ben 120000 tonnellate di rifiuti umidi ogni anno. Rifiuti che, a fronte delle 7000 tonnellate annue prodotte dal comune di Civitavecchia, arriveranno praticamente da tutta la regione andando, tra l’altro, ad aumentare inevitabilmente il già impattante traffico dei mezzi pesanti sul nostro comprensorio”. 

Consideriamo questa decisione un insulto alla nostra città, al nostro territorio, alla nostra intelligenza e alla nostra dignità di cittadini e cittadine – proseguono -. Avvisiamo però i responsabili di questa ennesima angheria ai nostri danni, che la partita non è finita. Infatti, a partire da eventuali ricorsi al Tar, sosterremo in ogni sede, con forza e unitamente agli altri comitati territoriali, tutte le prossime iniziative di opposizione a questo vero e proprio atto di prevaricazione istituzionale. Oggi una parte della Regione Lazio ha, per l’ennesima volta, considerato Civitavecchia come una città di serie B. A questi signori, ai loro tatticismi, ai loro interlocutori privati risponderemo presto con la coesione, la mobilitazione e la forza di un territorio che di soprusi e inquinamento non ne può veramente più”. 

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“Un atto arrogante, violento, politicamente gravissimo in totale contraddizione rispetto al Piano Regionale dei Rifiuti – così gli esponenti di Europa Verde Civitavecchia in una nota stampa – ma soprattutto che non tiene minimamente in conto il parere negativo della stessa Autorità Sanitaria Regionale, la ASL RM4, della Soprintendenza, del Sindaco di Civitavecchia e dei comuni limitrofi. Una scellerata prevaricazione che autorizza un impianto sproporzionato rispetto alle necessità del territorio basti considerare che il progetto prevede a pieno regime il trattamento di 125.000 tonnellate / anno di FORSU (frazione organica del rifiuto solido urbano) quando Civitavecchia ne produce solo 7.000”.

“Sorprende la sordità di una Regione alle istanze territoriali e sorprende che uffici tecnici regionali che avrebbero dovuto fornire pareri non l’abbiano fatto – incalzano -, tra cui Area Rifiuti della Direzione Regionale Ciclo dei rifiuti; Area Bonifica dei Siti Inquinati della Direzione Regionale Ciclo dei rifiuti; Area Qualità dell’Ambiente della Direzione regionale Ambiente; Area Protezione e gestione della biodiversità; Area  Tutela  del  Territorio; Direzione  Regionale  Lavori  Pubblici,  Stazione  Unica  Appalti, Risorse Idriche e Difesa del Suolo; Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Nazionale”.

“Bene l’opposizione – scrivono ancora – durante la conferenza dei rappresentanti dei Comitati, del Sindaco di Civitavecchia che ha apposto le ragioni del Regio Decreto e della Soprintendenza. Auspichiamo, come anticipato, che l’Amministrazione Comunale cittadina presenti immediato ricorso al TAR. E bene anche l’interrogazione scritta sul parere positivo immediatamente presentata dai consiglieri Marco Cacciatore (Europa Verde), Gino De Paolis (Civica) e Devid Porrello (M5S)

”Stante il fatto vogliamo – l’appello finale dei Verdi – anche sollecitare ancora una volta l’Amministrazione Comunale che richieda con urgenza il riconoscimento del territorio di Civitavecchia quale Area ad elevato rischio di crisi ambientale, come da dispositivo Regionale (rif. legge num. 13 del 19 luglio 2019), azione che eliminerebbe alla radice questo e futuri tentativi di aggressione ambientale sul territorio”.