Questione Gender, intervista al sindaco Paliotta sulle querele e la polemica sui temi etici • Terzo Binario News

Questione Gender, intervista al sindaco Paliotta sulle querele e la polemica sui temi etici

Mar 3, 2016 | Ladispoli, Politica

Il sindaco di Ladispoli Paliotta

Il sindaco di Ladispoli Crescenzo Paliotta

Sindaco Paliotta, il Dott.Cavaliere ha detto in un’intervista a Baraonda che andrà fino in fondo contro i presunti diffamatori e la tira in ballo <<per tutelare la dignità del Comune di Ladispoli>> invitandola <<a farsi sentire anche formalmente a riguardo di questo gruppo di teste calde che con polemiche esasperate e irriguardose hanno offeso pubblicamente il Comune>>. Lei cosa risponde su questo, anche considerando il fatto che fra quelle che Cavaliere chiama “teste calde” figura, a quanto si sa, anche una sua delegata?

Le polemiche prolungate non portano mai a nulla, anzi logorano il rapporto costruttivo che dovrebbe esserci tra tutte le componenti di una comunità. Anche quando si hanno opinioni diverse. L’Istituzione Comunale e’ estranea a queste polemiche e la delegata Marongiu nei suoi interventi ha cercato (invano) di moderare i toni e le argomentazioni.

Non crede che dopo l’approvazione dell’ormai celebre mozione Gender e lo svolgimento del convegno in oggetto in aula consiliare sia necessario per la Giunta da Lei guidata farsi promotrice di un convegno altro sul tema, più vicino alle vostre sensibilità?

Innanzitutto ricordo che due amministratrici, un’assessora (Francesca Di Girolamo n.d.r.) e una delegata (Silvia Marongiu n.d.r) , hanno promosso un protocollo alternativo con lo slogan “Io mi dissocio”, a testimonianza del pluralismo e delle diverse sensibilità presenti anche fra le fila dell’Amministrazione. Nel mio intervento in Aula in occasione del Convegno ho annunciato che organizzeremo un incontro  di alto profilo sui temi etici in discussione in Parlamento e nella società: adozioni, unioni civili, diritti delle persone. Sarà un momento formativo e di confronto in cui saranno invitati a partecipare personaggi del mondo della politica, della cultura e delle istituzioni europee. Nel convegno dell’altro giorno abbiamo sentito tesi che non si sentivano più da almeno un secolo.

Forse la polemica è stata portata avanti fin troppo, ma è d’accordo che permettere l’approvazione di quella mozione sia stato uno scivolone per la maggioranza che lei rappresenta?

Come ho già avuto modo di dire la mozione approvata non può avere conseguenze su ambiti come la scuola che sono liberi ed autonomi nelle loro determinazioni. Questo dice la Costituzione Italiana conquistata con la lotta di Liberazione: la cultura è libera.  Così è libero il consiglio comunale quando vota mozioni o delibere: sui temi etici da sempre non esiste maggioranza o minoranza. Così avviene anche in Parlamento. La legge sul divorzio fu approvata da uno schieramento diverso da quello della maggioranza che allora governava l’Italia. Quindi non “abbiamo permesso” l’approvazione della mozione: io e il presidente Loddo abbiamo votato contro e non potevamo certo essere noi a far mancare il numero legale. Non e’ mai accaduto nella storia quarantennale del nostro Consiglio. Sono le regole basilari della correttezza istituzionale.

A suo avviso la concessione dell’aula consiliare dovrebbe essere sempre slegata da qualsiasi valutazione dei contenuti dell’evento?

L’Aula consiliare naturalmente va anche a chi ha opinioni diverse dalla Giunta. E’ anche questa una regola di democrazia e di rispetto per la minoranza. C’è solo un limite: l’aula non sarà mai a disposizione per tesi razziste e per l’incitamento all’odio. Anche questo per rispetto della Costituzione Italiana oltre che dei nostri sentimenti democratici.