di Carla Zironi –
Ladispoli, mini crogiolo etnico, riserva sempre qualche sorpresa. La ribalta annovera esponenti del cinema, dell’arte, della cultura in generale, connessi con la città. Questa volta il riflettore si accende sui “nuovi italiani”, su un esempio di perfetta integrazione, nella persona di Jean Lèonard Touadi, deputato e oggi capolista Pd alla Regione Lazio. «Sono nato nel Congo Brazaville e la vita mi ha portato in Italia nel 1979 – spiega Touadi – mi sono laureato in Filosofia all’Università Gregoriana di Roma e in Giornalismo e Scienze Politiche all’ateneo Luiss Guido Carli». Ed è proprio nel periodo studentesco che il capolista ha vissuto a Ladispoli. Prima di approdare alla politica Touadi ha esercitato la professione di giornalista televisivo, ha lavorato in Rai, dove ha ideato e condotto la trasmissione Un mondo a colori. Dal 1998 affianca l’attività “altrettanto entusiasmante” di docente universitario: Geografia economico-politica alla facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Tor Vergata.
Nelle passate elezioni amministrative viene nominato assessore alle Politiche giovanili, rapporti con le università e sicurezza del Comune di Roma dall’allora Sindaco Walter Veltroni. «Ho accolto con entusiasmo e impegno quella sfida – dichiara Touadi – ponendo al centro il tema della legalità, intesa come rispetto multilaterale delle regole della convivenza civile e democratica, e della possibilità di accesso dei giovani – come protagonisti – al centro della vita culturale, economica, sociale e politica del Paese». Dal 2006 al 2007 è stato vicepresidente del Forum Europeo sulla sicurezza urbana. Il 13 aprile 2008 viene eletto alla Camera dei Deputati. Attualmente è portavoce e responsabile Legalità del Pd Lazio e ora, la nuova sfida alla Regione, come capolista per il Partito Democratico accanto al candidato alla presidenza, Nicola Zingaretti.
- Professor Touadi, che ricordo ha del periodo trascorso a Ladispoli?
«Lo ricordo con estremo piacere. Arrivai a Roma da ragazzo, per studiare e vivevo tutte le difficoltà dei giovani: il lavoro, l’affitto da pagare, gli studi da portare avanti. In un primo momento mi limitai a vivere la città di riflesso. Viaggiavo, andavo a Roma per l’università, tornavo a Ladispoli solo la sera. Una difficoltà, con la quale mi dovetti confrontare fin da subito, fu quella del trasporto pubblico. Viaggiavo in treno, mi accorsi di quanto difficile e precario fosse il servizio di collegamento per Roma: nessuna certezza sull’orario e questo è un problema, purtroppo, che affligge anche oggi Ladispoli e molte località limitrofe alla capitale in cui vivono tantissime persone che vengono a Roma per lavoro. Ed è questo un tema che intendo portare avanti, un problema a cui tenterò di dare valide soluzioni se verrò eletto in Regione. Durante il mio soggiorno a Ladispoli mi accorsi con profondo stupore e meraviglia che la città non era solo meta delle vacanze estive per i romani, non era solo “sabbia scura”, ma città vera e propria con una sua popolazione, ricchissima di stranieri, un piccolo centro con una sua storia, però ben precisa. Scoprire una delle più importanti necropoli degli Etruschi, come quella di Cerveteri, per me che conducevo studi classici e umanistici, fu un’esperienza inebriante. Da quel momento Ladispoli smise di essere un semplice “dormitorio”, ma un luogo da scoprire e analizzare. Lì ho scoperto la realtà di moltissimi lavoratori extracomunitari. Le istituzioni sono chiamate a garantire due cose, inesorabilmente legate: l’inclusione di persone provenienti da tutto il mondo e la responsabilità civile da dar loro.
Includere, insomma, conviene e dev’essere questo l’approccio di chi governa. Altro architrave delle politiche di inclusione è il riconoscimento della cittadinanza italiana a chi nasce e cresce in Italia. Quanti sono i bambini che nascono nel nostro paese, ma che sono figli di stranieri? Quei bambini crescono e studiano nelle nostre scuole, condividono i sogni dei loro compagni, ma sono considerati ‘stranieri a casa propria’. È inaccettabile moralmente ed è un fardello sullo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese.”
- Il 24 febbraio, election day, politiche e amministrative. Dopo gli scandali che hanno travolto la giunta Polverini, il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ex numero uno alla Provincia di Roma, lancia una parola d’ordine “immagina” per una ripartenza totalmente diversa. E lei, professor Touadi come “immagina”?
«Immagino una Regione risanata e pulita, trasparente. Una Regione che possa avere i conti a posto, una Regione in cui l’amministrazione funzioni veramente e velocemente. Immagino una Regione proiettata in Europa, che lavori sulle sue pesantezze strutturali di modo da mostrarsi – con tenacia e forza – alle altre grandi regioni europee. Immagino una Regione che non utilizzi l’Europa solo per chiedere aiuto alle banche. Il Lazio mi ha accolto dandomi più di quanto potessi mai immaginare. Ed è per questo che sento il dovere di ridare ai cittadini, ai giovani, quello che mi è stato offerto in termini di formazione e di opportunità. Roma e la regione Lazio non possono chiudersi nel provincialismo, devono diventare validi interlocutori nel sistema internazionale. I giovani devono poter contare su un’istruzione in grado di formare i professionisti del domani che sappiano interfacciarsi con realtà diverse dalla nostra, con culture diverse. Immagino una Regione plurale, che sappia fare delle diversità ricchezze e non limiti, volani d’innovazione e non fonti di paure.
Immagino una Regione che sappia tutelare le donne, dar loro la possibilità di essere lavoratrici e madri. Si parla molto dell’uguaglianza di genere, della presenza di donne nei consigli d’amministrazione di moltissime aziende, ma quando si analizza la realtà, si vede ancore come molte di loro debbano esser costrette alla scelta: o il lavoro o la famiglia. Non possiamo crescere così. In Europa ci sono esempi che funzionano, governi che aiutano le donne e le madri, la Francia è uno di questi esempi. È necessario riformulare un modello di welfare tarato sulla realtà del Lazio che sappia dare un vero sostegno. Immagino, inoltre, una Regione che sappia onorare il principio della sanità pubblica.
L’80% del budget regionale è destinato a questa, ma la situazione attuale denota come sbagliata e inappropriata sia stata la sua gestione. I servizi che ci sono, sono servizi scadenti. È necessario sfoltire i pronto soccorsi, razionalizzare la spesa sulla base di criteri oggettivi, ad esempio il criterio degli standard minimi sulle forniture. Bisogna valutare le eccellenze per quello che sono. Vogliamo una sanità che lavori e promuova l’assistenza medica territoriale, in modo da permettere ai cittadini di poter contare su un’assistenza permanente. Immagino molto, ma spero che tutto questo diventi possibile e reale».
Ladispoli, mini crogiolo etnico, riserva sempre qualche sorpresa. La ribalta annovera esponenti del cinema, dell’arte, della cultura in generale, connessi con la città. Questa volta il riflettore si accende sui “nuovi italiani”, su un esempio di perfetta integrazione, nella persona del prof. Jean- Lèonard Touadi, deputato e oggi capolista Pd alla Regione Lazio. «Sono nato nel Congo-Brazaville e la vita mi ha portato in Italia nel 1979 – spiega Touadi – mi sono laureato in Filosofia all’Università Gregoriana di Roma e in Giornalismo e Scienze Politiche all’ateneo Luiss Guido Carli». Ed è proprio nel periodo studentesco che il capolista ha vissuto a Ladispoli.. Prima di approdare alla politica Touadi ha esercitato la professione di giornalista televisivo, ha lavorato in Rai, dove ha ideato e condotto la trasmissione Un mondo a colori. Dal 1998 affianca l’attività “altrettanto entusiasmante” di docente universitario: Geografia economico-politica alla facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Tor Vergata. Nelle passate elezioni amministrative viene nominato assessore alle Politiche giovanili, rapporti con le università e sicurezza del Comune di Roma dall’allora Sindaco Walter Veltroni. «Ho accolto con entusiasmo e impegno quella sfida – dichiara Touadi – ponendo al centro il tema della legalità, intesa come rispetto multilaterale delle regole della convivenza civile e democratica, e della possibilità di accesso dei giovani – come protagonisti – al centro della vita culturale, economica, sociale e politica del Paese». Dal 2006 al 2007 è stato vicepresidente del Forum Europeo sulla sicurezza urbana. Il 13 aprile 2008 viene eletto alla Camera dei Deputati. Attualmente è portavoce e responsabile Legalità del Pd Lazio e ora, la nuova sfida alla Regione, come capolista per il Partito Democratico accanto al candidato alla presidenza, Nicola Zingaretti. Prof. Touadi, che ricordo ha del periodo trascorso a Ladispoli? « Lo ricordo con estremo piacere.. Arrivai a Roma da ragazzo, per studiare e vivevo tutte le difficoltà dei giovani: il lavoro, l’affitto da pagare, gli studi da portare avanti. In un primo momento mi limitai a vivere la città di riflesso. Viaggiavo, andavo a Roma per l’università, tornavo a Ladispoli solo la sera. Una difficoltà, con la quale mi dovetti confrontare fin da subito, fu quella del trasporto pubblico. Viaggiavo in treno, mi accorsi di quanto difficile e precario fosse il servizio di collegamento per Roma: nessuna certezza sull’orario e questo è un problema, purtroppo, che affligge anche oggi Ladispoli e molte località limitrofe alla capitale in cui vivono tantissime persone che vengono a Roma per lavoro. Ed è questo un tema che intendo portare avanti, un problema a cui tenterò di dare valide soluzioni se verrò eletto in Regione. Durante il mio soggiorno a Ladispoli mi accorsi con profondo stupore e meraviglia che la città non era solo meta delle vacanze estive per i romani, non era solo “sabbia scura”, ma città vera e propria con una sua popolazione, ricchissima di stranieri, un piccolo centro con una sua storia, però ben precisa. Scoprire una delle più importanti necropoli degli Etruschi, come quella di Cerveteri, per me che conducevo studi classici e umanistici, fu un’esperienza inebriante. Da quel momento Ladispoli smise di essere un semplice “dormitorio”, ma un luogo da scoprire e analizzare. Lì ho scoperto la realtà di moltissimi lavoratori extracomunitari. Le istituzioni sono chiamate a garantire due cose, inesorabilmente legate: l’inclusione di persone provenienti da tutto il mondo e la responsabilità civile da dar loro. Includere, insomma, conviene e dev’essere questo l’approccio di chi governa. Altro architrave delle politiche di inclusione è il riconoscimento della cittadinanza italiana a chi nasce e cresce in Italia. Quanti sono i bambini che nascono nel nostro paese, ma che sono figli di stranieri? Quei bambini crescono e studiano nelle nostre scuole, condividono i sogni dei loro compagni, ma sono considerati ‘stranieri a casa propria’. È inaccettabile moralmente ed è un fardello sullo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese.”
Il 24 febbraio, election day, politiche e amministrative. Dopo gli scandali che hanno travolto la giunta Polverini, il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ex numero uno alla Provincia di Roma, lancia una parola d’ordine “immagina” per una ripartenza totalmente diversa. E lei, prof. Touadi come “immagina”? «Immagino una Regione risanata e pulita, trasparente. Una Regione che possa avere i conti a posto, una Regione in cui l’amministrazione funzioni veramente e velocemente. Immagino una Regione proiettata in Europa, che lavori sulle sue pesantezze strutturali di modo da mostrarsi – con tenacia e forza – alle altre grandi regioni europee. Immagino una Regione che non utilizzi l’Europa solo per chiedere aiuto alle banche. Il Lazio mi ha accolto dandomi più di quanto potessi mai immaginare. Ed è per questo che sento il dovere di ridare ai cittadini, ai giovani, quello che mi è stato offerto in termini di formazione e di opportunità. Roma e la regione Lazio non possono chiudersi nel provincialismo, devono diventare validi interlocutori nel sistema internazionale. I giovani devono poter contare su un’istruzione in grado di formare i professionisti del domani che sappiano interfacciarsi con realtà diverse dalla nostra, con culture diverse. Immagino una Regione plurale, che sappia fare delle diversità ricchezze e non limiti, volani d’innovazione e non fonti di paure. Immagino una Regione che sappia tutelare le donne, dar loro la possibilità di essere lavoratrici e madri. Si parla molto dell’uguaglianza di genere, della presenza di donne nei consigli d’amministrazione di moltissime aziende, ma quando si analizza la realtà, si vede ancore come molte di loro debbano esser costrette alla scelta: o il lavoro o la famiglia. Non possiamo crescere così. In Europa ci sono esempi che funzionano, governi che aiutano le donne e le madri, la Francia è uno di questi esempi. È necessario riformulare un modello di welfare tarato sulla realtà del Lazio che sappia dare un vero sostegno. Immagino, inoltre, una Regione che sappia onorare il principio della sanità pubblica. L’80% del budget regionale è destinato a questa, ma la situazione attuale denota come sbagliata e inappropriata sia stata la sua gestione. I servizi che ci sono, sono servizi scadenti. È necessario sfoltire i pronto soccorsi, razionalizzare la spesa sulla base di criteri oggettivi, ad esempio il criterio degli standard minimi sulle forniture. Bisogna valutare le eccellenze per quello che sono. Vogliamo una sanità che lavori e promuova l’assistenza medica territoriale, in modo da permettere ai cittadini di poter contare su un’assistenza permanente. Immagino molto, ma spero che tutto questo diventi possibile e reale».
