L’interpretazione del ruolo secondo Claudio Cleri del Civitavecchia e Jeanpier Gaone del Santa Severa
Oggi in campo Futsal Civitavecchia e Santa severa Futsal, entrambe in casa contro rispettivamente Cccp 1987 e Spes Poggio Fidoni (ore 15). È diventata l’occasione per una chiacchierata con i due capitani delle compagini locali ovvero il nerazzurro Claudio Cleri e il neroverde Jeanpier Gaone.
Ruoli diversi, squadre diverse e modi diversi di interpretare il ruolo: il portiere si è visto consegnare la fascia quest’anno, il numero 4 lo è da tempo. Tutti elementi che rimarcano la diversità di vedute.
Oggi all’Ivan Lottatori arriva la Cccp 1987 e Cleri parla anche della sfida odierna, ma non solo: «Si tratta di un ruolo bello – dice il portiere – e sebbene sia la prima volta, è un compito in cui mi ritrovo. La squadra è composta da ragazzi dove io sono il più anziano e spero di essere credibile.
Ammetto di sentire la responsabilità». Poi si entra maggiormente nei meandri del ruolo: «Sono un tipo scherzoso ma quando serve serietà, sono serio. Prima di me ci sono stati capitani come Davide Cerrotta, Simone e Stefano Tangini: loro interpretavano il ruolo in maniera vecchio stampo, erano capitani veri. Spero di seguire le loro orme». Per Cleri c’è la concorrenza di Lorenzo Appetecchi per la porta nerazzurra, dunque può capitare di vestire i panni del “capitano non giocatore”, rimanendo in panchina. «Anche da bordo campo si dà una mano ai compagni, tenendoli sulla corda, se necessario. Prezioso l’aiuto del vice, Luca Bellumori». Ciò non è bastato per evitare la squalifica di Alessio Donati… «Lui di base non è litigioso, ma se ritiene ci sia un fallo pensa che gli arbitri debbano fischiarlo e non è sempre così ovviamente. Ho provato a scusarmi io due volte con il direttore di gara, alla terza l’ha cacciato. Sa di aver esagerato, gliel’ha detto anche mister Umberto Di Maio». Cleri prosegue sull’inizio di stagione: «Andiamo bene in trasferta, assumendo un atteggiamento da grande squadra. Sulla carta avevamo un inizio tremendo contro quintetti accreditati e sono arrivati 6 punti in tre gare che hanno un peso specifico notevole per la salvezza. Bravi i giovani come Jacopo Mancini, un gol e un assist sabato, che proviene dal calcio a 11 eppure, ascoltando Di Maio, si è adattato presto al futsal. Come Simone Mondelli l’anno scorso» la conclusione di Claudio Cleri. Detto di Donati squalificato, rientra Tiziano Moretti.
Sul fronte santaseverino, Jeanpier Gaone confronta la C1 attuale con la C2 della stagione scorsa: «L’impatto con la massima serie regionale è stato notevole – dice il numero 4 – e la differenza si vede. Dobbiamo adeguarci in fretta perché pure le compagini di basso livello sono ben allenate e in C2 non era certo così». Sulla rosa di quest’anno: «Il cambio di regole non aiuta subito una squadra giovane, ma in futuro sarà un vantaggio. Sono bravi, devono abituarsi, qualcuno viene dal calcio a 11 o dalle categorie inferiori del futsal e alla prima stagione si sente l’impatto». Gaone poi fa una disamina di ruolo e obiettivi: «Prima di tutto serve la salvezza, la società non ci ha chiesto niente di più. La fascia? A 40 anni voglio esprimermi al meglio fisicamente per poter giocare il massimo possibile. Di gol non ne faccio tanti, un traguardo grandissimo sarebbe la doppia cifra, ma in primis voglio aiutare la squadra». Avendo avuto un totem come Cerrotta: «Davide è un modello non solo per me ma per tutto il Lazio. Fino all’anno scorso era l’esempio, il leader silenzioso che vogliono imitare tutti nel comportamento. Manca tanto in campo e in allenamento, il suo stop è una perdita grande per il Senta Severa, come gli addii di Mattia Ranzoni e Lorenzo Appetecchi. Cerrotta è stato il giocatore più forte con cui ho militato da quando sono in Italia – conclude Gaone – ho cercato di imparare da lui dai tempi del Td». Oggi contro il Poggio Fodoni resterà fuori qualche big mentre c’è l’under Luca Chiesa alla prima convocazione. Assente Simone Leofreddi, a disposizione Matteo Tiberi.