È bagarre sul progetto di un autodemolitore in verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale. Una questione divampata a Maccarese in via della Muratella: qui i residente del ‘Centro 23’ hanno lanciato il proprio grido di allarme. Un esposto, una petizione on line e tanta rabbia: alla battaglia si sono aggiunti anche i Comitati che, in una recente nota, hanno detto “sulla vicenda degli impianti di autodemolizione (e annesso impianto di trattamento dei rifiuti) l’Amministrazione Comunale di Fiumicino ha deciso di non concedere l’audizione in IV Commissione richiesta da numerose associazioni del territorio”.
Questa la replica di Ezio Di Genesio Pagliuca, vicesindaco e assessore alla Pianificazione Urbanistica, Edilizia, Patrimonio comunale, Riserva Statale del Litorale: “Ho dato fin da subito la mia disponibilità ad essere audito in Commissione anche, eventualmente, alla presenza dei comitati qualora e nei modi in cui la presidenza ritenga di convocarli e audirli, compatibilmente con le misure di sicurezza anti-covid che tutti siamo tenuti a rispettare”.
“Mentre la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale sta proseguendo presso la Regione Lazio, già appesantita dai netti pareri negativi espressi dal Ministero dei Beni Ambientali e Culturali e dalla Città Metropolitana, sul progetto di trasferimento degli impianti di demolizione, il Comune si sottrae alla richiesta dei cittadini per chiarire quanto deliberato dalla Giunta il 28-12-2018” hanno insistito i Comitati.
E Di Genesio Pagliuca ha replicato: “Sono contento che anche realtà rimaste silenti davanti a tentativi di grande speculazione che hanno messo a rischio il nostro territorio, e che fortunatamente grazie al lavoro e alla lotta di tanti siamo riusciti a fermare, si stiano interessando ad un progetto che riguarda un’area di circa tre ettari. Speriamo di poterli trovare insieme a noi sempre dalla stessa parte anche in futuro”.
Terzo Binario, ad aprile, ha raccolto la segnalazione di chi abita in zona. Al nostro portale hanno raccontato di lavori con ruspe ed escavatori. Inoltre è stato riscontrato il sopraggiungere di camion che hanno scaricato sabbia e terra fino al blocco imposto a seguito dell’emergenza Covid19.
La Soprintendenza, lo scorso giugno, ha specificato che sotto il profilo paesaggistico l’area dove è previsto sia l’intervento e le sue adiacenze – fatta eccezione per la fascia costituita dalla pista aeroportuale, il tracciato ferroviario e la A12 Roma-Civitavecchia – e’ caratterizzata da un contesto naturalistico integro, in cui predominano gli “aspetti agrari”. E che, in sintesi, la realizzazione dell’attività determinerebbe un elevato rischio per il sistema territoriale, in quanto comporterebbe una modifica dello stato dei luoghi, “solo in minima parte mitigabili”. Pertanto “non compatibili e non assorbibili dal contesto”.
Per quanto concerne l’aspetto archeologico, la Soprintendenza ha indicato che un eventuale intervento comprometterebbe la morfologia dei luoghi e gli stessi depositi archeologici. Il parere finale, fatte queste premesse, è stato negativo. Non solo. Una nota del Mibact (Ministero dei beni e le attività culturali) del 17 luglio 2019 ha puntualizzato: “Questo ufficio non ha rilasciato alcun titolo autorizzativo né alle opere di livellamento del terreno, né tantomeno alla ricollocazione di impianti di autodemolizione”.
A chiudere il cerchio la petizione on line e il messaggio al Comune di Fiumicino, per avere una presa di posizione netta sulla vicenda. Con una preghiera: “Evitiamo questo scempio”.
