Le Piallature pensano a Edward, bambino detenuto dalla fedina penale intonsa • Terzo Binario News

Le Piallature pensano a Edward, bambino detenuto dalla fedina penale intonsa

Mag 29, 2020 | Civitavecchia

“Strano periodo quello che stiamo vivendo, strano e particolare; sta pandemia ha messo a dura prova i nervi e non solo un po’ di tutti: società, famiglie, istituzioni, nessuno è stato risparmiato, bambini compresi, anzi, forse sono quelli che più hanno sofferto, loro malgrado, la libertà vigilata rinchiusi in casa.

Accade però che c’è qualche bambino, lontano dai lamenti dei genitori sui social, dimenticato dai sociologi e educatori, nascosto tra le pieghe di una società drogata di egoismo, che vive rinchiuso sul serio, che non è libero dalla nascita, che, nonostante tutte le accortezze del caso, è DETENUTO senza aver commesso alcun tipo di reato.

Questa è la storia di Edward. Edward che ha 2 anni e da settembre dell’anno scorso passa la giornata dentro il nido del carcere di Rebibbia, considerato modello nazionale eppure sempre spazio contornato di sbarre e con una libertà centellinata.
Un nido che è stato praticamente svuotato a causa del Covid19, tutti i 14 bambini hanno avuto la possibilità di accedere alle misure alternative, tutti tranne Edward e la mamma Naza che tra un furto e l’altro ha accumulato 1 anni di pena.

Naza appunto, una delle tante storie che si dimenticano facilmente, che non fanno notizia, nessun reato contro la persona, nessuna associazione di stampo mafiosa, nessun boss di mafia nel suo album di famiglia.
Naza nessun avvocato capace di farle usufruire dei “benefici” del caso, 13 figli, un cognome straniero e un bambino che ha solo conosciuto le mura di Rebibbia.
Una brutta storia in questo periodo dove “Buttare la chiave” è tornato i moda, dove la vendetta prevale sulla ragione, dove gli egoismi hanno la precedenza sull’umanità e sul DIRITTO.
In questi due mesi di quarantena, i magistrati competenti, hanno usato tutti gli strumenti per scarcerare i bambini del nido di Rebibbia, se esiste la volontà (non solo sanitaria) di garantire un’infanzia dignitosa a bambini reclusi esistono strumenti a disposizione. Bisogna avere il coraggio di usarli e di osarli.

In Italia esistono 12 nidi nelle carceri, usati per bambini fino al terzo anno di età. C’è una legge, la 62 del 2011, che ha istituito le case famiglia protette che nelle intenzioni dovrebbero garantire ai bambini condizioni il più possibile vicine a quelle dei loro coetanei.
Dal 2006 sono stati creati anche gli Icam, istituti a custodia attenuata per detenute madri in cui le recluse possono tenere i loro figli fino al sesto anno di età. Edward è rimasto solo nel nido e sua madre ha un fine pena che scade nel 2037.
Ma Edward non è di Bibbiano, non si lamenta delle lezioni a distanza, non piange perchè non può andare al parco con i suoi amichetti, non ha una mamma che impreca contro le misure di restrizioni governative, conosce solo le sbarre, le mura e le porte blindate.
Da mesi, ci hanno raccontato che la pandemia sarebbe una livella che mette tutti sullo stesso piano e invece questa è la dimostrazione che di livellamento non c’è proprio nulla e che colpisce come al solito, in maniera brutale e cinica, i deboli che si ritrovano più deboli e perfino dimenticati.

Edward è un simbolo di come ci si stia sempre più ingarbugliando nelle regole forzate (quelle cui devono attenersi gli altri ovviamente), di come anche un bambino che ha l’unica colpa di essere FIGLIO, non merita nemmeno due righe su un quotidiano, nemmeno un minuto in un talk show, nemmeno un link su un social.
Si sa adesso le priorità sono altre, si deve RIPARTIRE, e Edward resta fermo in carcere…non si sa nemmeno quando e come ripartirà.

“Ogni atto di autorità di uomo a uomo che non derivi dall’assoluta necessità è tirannico.”
CESARE BECCARIA