“Oggi sul Corriere esce un ritratto di Sergio Ramelli a firma di Walter Veltroni, agiografico, collegato addirittura al riemergere dell’antisemitismo! La figura Ramelli, icona del peggiore neofascismo, subisce il lavaggio veltroniano: memoria depoliticizzata invece che la storia”. Questo – il 16 febbraio – è stato il Tweet di Christian Raimo, assessore alla Cultura del Municipio III, che ha scatenato una bufera nella dialettica politica.

“Le parole dell’Assessore alla cultura Christian Raimo sono semplicemente ignobili, infangare la memoria di un ragazzo di 18 anni barbaramente assassinato a colpi di chiave inglese ‘hazet 36’ nel 1975, da militanti dell’estrema sinistra, è indegno delle istituzioni democratiche. Che nel 2020 esista ancora questa mentalità, propria di certi personaggi incapaci di uscire dalle logiche delle fazioni anni ’70 è già di per sè preoccupante, che questi ricoprano cariche pubbliche è letteralmente inaudito. Caudo non faccia lo gnorri e provveda immediatamente a togliere le deleghe a Raimo”. Così hanno commentato Lo il dirigente romano di Fratelli d’Italia, Francesco Filini e la capogruppo in Municipio III, Giordana Petrella.

“Christian Raimo persona non più degna di ricoprire cariche istituzionali, dopo aver raschiato il fondo, infangando la memoria di un giovane diciottenne del Fronte della Gioventù che, per l’appartenenza politica, fu barbaramente assassinato a Milano nel 1975, a colpi di chiave inglese” ha incalzato Daniele Giannini, consigliere regionale della Lega.

Lo stesso Raimo, sempre su Twitter, nella giornata di ieri ha continuato “Quando dici che Ramelli è stato barbaramente assassinato, ti dicono che sei una merda perché non hai detto che è stato barbaramente assassinato e lo dovresti dire. Se dici che ti strazia quel massacro e non lo giustifichi in nessun modo, ti dicono sei una merda che lo giustifichi, è un ragazzino sprangato, dovresti vedere l’effetto che fanno le spranghe su di te! Ti dicono che dovresti chiedere scusa per un assassinio come quello di Ramelli. E tu ti chiedi: perché? non ero nemmeno nato; non mi sento e non sono legato nemmeno lontanamente a chi ha pensato di ucciderlo. Mi sono formato e mi formo su Aldo Capitini e Danilo Dolci, mentre c’era chi tifava colonnelli e Pinochet e oggi esalta gli arditi, la X mas, e Rodolfo Graziani”.
