Importante operazione di servizio all’interno del carcere di Civitavecchia – Casa Circondariale Nuovo Complesso – ad opera della Polizia Penitenziaria: trovato addosso ad un detenuto durante il colloquio con il fratello due micro telefoni cellulari di piccole dimensioni e diverse sim card, facilmente occultabili di cui ovviamente non è consentito il possesso ai ristretti.
A darne la notizia è il Segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria SAPPE Maurizio Somma: “Pochi giorni fa presso la sala colloqui del carcere di Civitavecchia Aurelia, durante un controllo il personale di Polizia Penitenziaria intercettava un detenuto che faceva colloquio col fratello che gli passava in modo occulto qualcosa di sospetto. Il personale prontamente accedeva nella Sala, sospendendo il colloquio e ritrovando sulla persona 2 micro cellulari e 5 schede microsim all’interno di due involucri, ma non è comunque servito ad eludere gli accurati controlli del personale in servizio, al quale va il plauso del SAPPE per la professionalità dimostrata pur dovendo operare in condizioni assai critiche per le note carenze di personale che affliggono il Reparto di Polizia Penitenziaria del carcere di Civitavecchia”.
Somma plaude “alla professionalità, abnegazione e astuzia che ha contraddistinto l’operato del personale di Polizia Penitenziaria. Il SAPPE auspica che la Direzione del carcere di Civitavecchia attivi le procedure per la Commissione ricompense del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria affinché venga concesso il giusto riconoscimento al personale interessato”.
Plauso alla Polizia Penitenziaria di Civitavecchia CCNC arriva anche da Donato Capece, segretario generale del SAPPE, che sottolinea come “il rinvenimento è avvenuto – spiega Donato Capece, Segretario Generale del SAPPE – grazie all’attenzione, allo scrupolo e alla professionalità di Personale di Polizia Penitenziaria in servizio. Sulla questione relativa all’utilizzo abusivo di telefoni cellulari e di altra strumentazione tecnologica che può permettere comunicazioni non consentite è ormai indifferibile adottare tutti quegli interventi che mettano in grado la Polizia Penitenziaria di contrastare la rapida innovazione tecnologica e la continua miniaturizzazione degli apparecchi, che risultano sempre meno rilevabili con i normali strumenti di controllo”.
Capece fa riferimento ad una comunicazione ministeriale dello scorso maggio con cui si dava notizia che “il Servizio Telecomunicazioni del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziari aveva ultimato la consegna degli apparati inibitori di comunicazioni cellulari a tutti i Provveditorati. A breve si sarebbe dovuta dare l’adeguata e pertinente formazione del personale individuato per l’utilizzo e il funzionamento di tali apparecchiature. Ma non risulta che tali apparecchi siano stati dati in uso alla Polizia Penitenziaria di Civitavecchia in servizio alla Casa circondariale Nuovo Complesso. Perche?”
Anche per questo il SAPPE chiede ai vertici ministeriali un netto “cambio di passo” nelle attività di contrasto all’indebito possesso ed uso di telefoni cellulari e droga in carcere “a tutela di coloro che in prima linea delle sezioni detentive del carcere di Civitavecchia rappresentano lo Stato, ossia gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria”.
