di Francesco Scialacqua
Non è stato accolto con favore il comunicato uscito qualche giorno fa dall’amministrazione Grando che annuncia una Ladispoli a misura di disabili.
Se è vero infatti che alcuni commercianti stanno aderendo all’invito dell’amministrazione per installare pedane per disabili davanti agli esercizi commerciali, in molti non hanno dimenticato il recente provvedimento approvato in consiglio, che rimanda al 2020 l’applicazione del nuovo regolamento sui dehors.
I commercianti che installeranno pedane e rimuoveranno barriere architettoniche beneficeranno di uno sgravio, ma più direttamente amplieranno la loro platea di clienti ai disabili, che fino ad ora non riuscivano ad accedere ai negozi.
Il problema in città è però rappresentato soprattutto dagli spazi pubblici. Molti marciapiedi sono ormai di fatto divenuti proprietà privata e per un disabile passeggiare su viale Italia o piazza della Vittoria è un’impresa impossibile. A poco servono le rampe nei negozi se non possiamo salire prima sui marciapiedi, apostrofa qualche disabile stizzito per l’annuncio trionfalistico per un piccolo passo in avanti, che non risolve problemi cronici della città.
Nel frattempo la questione dehors sta diventando una vera e propria beffa. Se l’amministrazione infatti è andata incontro agli esercenti che devono mettersi in regola al fine di abbattere gli improvvisi costi di adattamento è vero anche che qualcuno sta approfittando dell’ennesima deroga per ampliare le proprie strutture sui marciapiedi. Un paradosso che smonterebbe la principale motivazione presentata all’amministrazione di proprietari di bar.