Terzobinario.it ha incontrato colui che – probabilmente a fine mese – verrà incoronato candidato sindaco del centrosinistra ovvero Carlo Tarantino.
Il medico ha deciso la discesa in campo su richiesta del Pd ma ponendo delle condizioni. Al momento anche Onda Popolare – e quindi i portuali con Enrico Luciani – sono della partita e il diretto interessato è convinto di coinvolgere nel progetto anche le liste civiche. Ma cosa lo ha spinto a scegliere una partita così difficile, per giunta in un momento storico negativo? La possibilità di avere mani libere.
“Altrimenti non avrei detto di sì – dice Tarantino – è stata la conditio sine qua non affinché accettassi. Sono a dettare le regole di ingaggio con i partecipanti che condividono le idee, le strategie e i metodi che ho scelto”.
Sorride quando ricorda, qualche mese fa, di essere stato catapultato nel vortice elettorale: “Sì perché prima ero il nome proposto dal mondo cattolico, poi il candidato di Tidei. C’è stata la corsa ad affibbiarmi un’etichetta che non ho. Da ragazzo ho fatto politica nella Fgci e quella esperienza si è conclusa lì. Poi sono stato amministratore di Ippocrate, una delle partecipate del Pincio al tempo di Moscherini sindaco, a dimostrazione che non sono legato politicamente con nessuno. Oggi bisogna risollevare la città e gli strumenti ci sono, bisogna solo cercarli”.
Pochi i temi su cui lavorare: ambiente e salute, lavoro e sviluppo, sociale e cultura, turismo e sostenibilità. “Il concetto per cui oggi il lavoro possa essere al comune, all’Enel o in banca è superato. I settori dove ci sono margini per portare occupazione sono il turismo e il sociale, e qui in particolare posso parlare per esperienza personale. Ma servono le qualifiche, i titoli e la meritocrazia che avevo imposto ad Ippocrate e qui sarà lo stesso. I 5 stelle? Sono lontano dal loro agire, ma non butto certo il bimbo con l’acqua sporca. Proseguo in quel solco di lavoro buono che hanno intrapreso, non intendo certo distruggerlo. E non mi sentirete mai dire ‘è colpa di chi c’era prima’. Il passato è passato, serve guardare avanti”.
L’ambiente un’altra questione annosa: “L’azienda elettrica deve rimanere ma non può più inquinare, assolutamente. Dal 2025 potrà produrre solo energia pulita. Poi serve la valorizzazione del patrimonio: la guerra ha distrutto Civitavecchia ma qual poco che è rimasto deve far generare economia alla città.
“Io sono fiducioso circa la riuscita di questa avventura – conclude Carlo Tarantino – perché credo che quella intrapresa sia la strada giusta, anche se tortuosa, per provare davvero a modificare una mentalità ormai superata”.
