Tutti a casa! E poi? Soltanto una Rivoluzione Culturale può salvare l’Italia • Terzo Binario News

Tutti a casa! E poi? Soltanto una Rivoluzione Culturale può salvare l’Italia

Dic 12, 2013 | Blog, Jonathan De Sciscio

jonathanLa situazione che il nostro Paese sta vivendo nelle ultime ore, oltre alle polemiche, lascia spazio a numerosi spunti di riflessione.
Ci troviamo, oggi, di fronte ad un clima di rabbia diffusa, esasperato da una crisi economica senza precedenti e con una classe dirigente, politica ed economica, che non ha saputo dare le giuste risposte a chi le chiedeva a gran voce.
La deriva violenta della cosiddetta “rivoluzione dei forconi” era prevedibile, come prevedibili erano le infiltrazioni da parte dell’ultradestra e della criminalità organizzata al sud.
Alle premesse di una manifestazione pacifica e nonviolenta non ho mai creduto, onestamente. Gli insulti verso i metalmeccanici della FIOM, additati come “parassiti”, rendono l’idea di quanto stia degenerando la situazione, di quanto si stia perdendo il senso della realtà.
Commercianti letteralmente minacciati e costretti a chiudere la propria attività, spinti da facinorosi che in preda a deliri pseudo rivoluzionari, si scagliano contro chi non condivide la loro protesta violenta. E quindi anche il semplice panettiere si vede costretto ad abbassare le saracinesche.

Atti intimidatori che ricordano epoche tragiche della nostra storia, una violenza insita non solo nei gesti ma anche nelle parole di chi, con mazze e pietre, pretende di distruggere il sistema.
Ed è proprio questo il punto. C’è tanta voglia di “distruzione”, c’è il desiderio di spazzare via un’intera classe politica al grido di “Tutti a casa!”. E poi? Cosa costruire dopo che tutti saranno stati cacciati fuori dalle Istituzioni? Quale futuro, quale strada dovrebbe prendere l’Italia?
Non vedo un reale desiderio di costruire qualcosa di nuovo, ma solo tanto odio, sentimento che non produce nulla di positivo, ma capace di generare esclusivamente disordine e caos.
Ora, la rabbia di tanti è legittima e condivisibile, la violenza però non deve essere mai tollerata, mai, in nessun caso.

C’è chi poi cavalca l’onda populista e demagoga, sfruttando la situazione esclusivamente a fini elettorali.
L’appello del leader del Movimento 5 Stelle, Grillo, nei confronti delle forze dell’ordine ad abdicare al loro dovere, oltre a rappresentare l’ennesimo delirio da parte dell’ex comico, costituisce anche una fattispecie di reato. Probabilmente il “megafono dei cinque stelle” ancora non si rende conto dell’immensa responsabilità che porta sulle spalle come terzo leader politico del paese, o peggio, sfrutta tutto questo per qualche manciata di click in più sul suo Blog (per la felicità della Casaleggio&Associati) e per qualche voto in più da strappare alla prossima tornata elettorale.

In tutto ciò, però, l’episodio che più mi ha lasciato spiazzato, inorridito e preoccupato è quanto successo a Savona. Qualche ora fa , nella città ligure, alcuni manifestanti hanno fatto irruzione in una libreria (Ubik) intimando ai responsabili di chiudere bottega e di bruciare i libri. Tutto ciò denota, per l’ennesima volta, come questo paese abbia enormemente bisogno, prima di tutto, di una Rivoluzione Culturale. Quando si arriva a chiedere di bruciare un libro si tocca il fondo, un retaggio medievale e caratteristico dei regimi totalitari che mi lascia con un senso di profonda tristezza e amarezza.
Spesso non ci rendiamo conto di come la fallimentare classe dirigente degli ultimi vent’anni sia solo ed esclusivamente lo specchio di una società che a loro ha delegato, attraverso il voto democratico, la rappresentanza all’interno delle Istituzioni.

La crisi che viviamo oggi non è puramente economica, ma si intreccia con il profondo oblio culturale all’interno del quale siamo bruscamente piombati. Non leggiamo, non siamo capaci di informare e di informarci, screditiamo chi studia (o meglio chi ancora ha la possibilità di studiare).
Il cambiamento di cui abbiamo bisogno, la rivoluzione a cui dobbiamo ambire oggi è prima di tutto culturale. Nonostante la parola “cultura” spesso venga esautorata del proprio significato, svuotata, storpiata, Questa rappresenta l’asse portante su cui far leva per ripartire, per costruire solide fondamenta che possano sorreggere il Paese.
Sosterrò sempre che la forza di una buona lettura ci rende cittadini consapevoli, consegnandoci gli strumenti necessari per affrontare le sfide che la nostra società ci propone quotidianamente.
Facile urlare, sbraitare, calpestare, minacciare, distruggere, pestare. Ma quando tutte le bocche saranno chiuse, tutte le pietre giaceranno a terra, cosa rimarrà. Polvere e macerie, niente di più.