Di Gianfranco Marcucci
Da qualche giorno a Ladispoli alcune famiglie stanno vivendo un dramma.
L’amministrazione comunale ha tagliato alcuni servizi essenziali riservati alle fasce più deboli della nostra comunità.
I servizi sociali hanno comunicato con una lettera indirizzata alle famiglie e agli operatori coinvolti, che dal mese di luglio saranno diminuite le ore (già insufficienti) per il servizio SAISD.
Il sindaco si giustifica, come se la decisione fosse caduta dalla luna e non da un atto deliberato dalla sua maggioranza.
È ormai qualche anno che i capitoli del sociale vengono tagliati impietosamente. E dai proclami fatti in campagna elettorale non mi sembra fossero questi gli obiettivi di questa nuova giunta.
Non è una questione di destra o sinistra ma di credibilità davanti alla città che si sta amministrando. Che senso ha governare una comunità se si privano i cittadini dei servizi di prima necessità?
Se i soldi non ci sono, ci si impegna a trovarli. Si è stati eletti per questo. Ad esempio si sarebbe potuto rinunciare a qualche consulenza professionale, al diluvio di assunzioni con articolo 90, ad una regolamentazione severa sui dehors, alla copertura della tribuna dello stadio Angelo Sale (140mila euro) e tanto altro.
Ma soprattutto si sarebbe dovuto bussare già da tempo alle porte del governo centrale (del quale il sindaco è un nuovo alfiere) e chiedere, insieme agli altri circa 100 comuni coinvolti, una ridiscussione radicale del fondo di solidarietà comunale, che ci costa 4 milioni di euro annui e che da qualche anno blocca ogni tipo di sviluppo per la città di Ladispoli.
Nel frattempo il sindaco in persona poteva convocare almeno le famiglie coinvolte spiegando loro le ragioni e farle partecipi preventivamente dei tagli, dimostrando così vicinanza. E soprattutto si potevano studiare insieme a loro possibili soluzioni delineando una strategia comune, invece che nascondersi dietro una lettera, scritta senza un briciolo di umanità.
L’amministrazione della cosa pubblica è un brutto mestiere, soprattutto in tempi di magra come questo. In ogni caso dietro alle scelte che si compiono, esiste sempre una responsabilità politica che le anima. Quella stessa responsabilità che questa amministrazione dovrebbe prendersi in merito a questi tagli dolorosi.
Oggi ci sono alcuni cittadini di Ladispoli che non sanno più come sostenere ed assistere un loro familiare ed hanno bisogno di risposte. Compito di un buon sindaco è fornirle. Urgentemente.