Riceviamo e pubblichiamo – Il 15 maggio, ben tre pullman della Polizia di Stato hanno prelevato circa 150 studenti dell’Istituto Comprensivo “Corrado Melone” per accompagnarli a visitare la Caserma “Gelsomini” della Polizia di Stato di Ponte Galeria a Roma, sede del Primo Reparto Mobile. Lo scopo di questa uscita didattica era capire quali funzioni abbia la Polizia di Stato. I poliziotti del Reparto mobile operano su tutto il territorio nazionale e sono impegnati principalmente per garantire l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini durante le manifestazioni di piazza o sportive, ma sono in prima linea anche nelle grandi emergenze grazie alla loro versatilità, velocità e capacità professionali.
Siamo così partiti verso le 8.30 del mattino e, arrivati in caserma, siamo stati accolti molto gentilmente da alcuni poliziotti che ci hanno fatto da guida. Dopo un discorso di benvenuto del comandante all’interno della struttura, una grande palestra, siamo usciti all’aperto, dove erano parcheggiati alcuni mezzi blindati e dopo averli descritti, ci hanno consentito di salirvi e di fare delle foto. Sempre pronti a rispondere a tutte le nostre curiosità, ci hanno spiegato costi e caratteristiche di ogni mezzo permettendoci di scoprire alcuni meccanismi interessanti delle macchine militari che prima d’ora ignoravo. Mi ha emozionato sapere che proprio con uno di quei mezzi sono stati i primi a portare soccorso alla popolazione dell’Aquila subito dopo il terremoto. Mi hanno colpito, poi, lo spessore dei vetri antiproiettili, le griglie di protezione, le dotazioni dei getti di acqua e di lacrimogeni da utilizzare per disperdere i manifestanti in caso di sommosse, ma il mezzo dotato di idranti, con i quali si bagnano le persone senza far loro del male, viene utilizzato anche per portare velocemente, in zone impervie, acqua potabile. I mezzi di sicurezza hanno diversi livelli di protezione, quello che abbiamo “assalito” era un PL4 (Protection Level 4), ma il più elevato è quello del Presidente degli Stati Uniti (un PL9) che è in grado di bloccare anche l’ingresso dell’aria per molti minuti in caso di avvelenamento dell’aria, permettendogli di andare via dal luogo pericoloso. Si tratta di mezzi molto costosi (centinaia di migliaia di euro), ma che hanno una vita molto lunga perché, appunto, pieni di meccanismi di protezione di se stesse e dei passeggeri.
Successivamente siamo andati in un grande campo da rugby, dove si svolgono gli allenamenti del gruppo sportivo delle Fiamme Oro (che quest’anno ha gareggiato per lo scudetto) e, dopo aver fatto merenda, siamo stati suddivisi in tre gruppi e coinvolti in diverse attività di gioco. Alcuni atleti ci hanno fatto fare esercizi divertentissimi, ma anche istruttivi, su come si collabora in caso di difficoltà…Fantastico! Questo è stato per tutti noi ragazzi un momento davvero spassosissimo. La struttura non è riservata ai poliziotti o ai dipendenti dello Stato, ma aperta alle famiglie del luogo le quali, con una modica spesa annua, possono usufruire di un doposcuola e delle attività sportive con gli allenatori della squadra di rugby. Ovviamente in cambio del costo bassissimo, è richiesto ai ragazzi di avere risultati positivi a scuola, pena la impossibilità di reiscriversi l’anno successivo.
Dal campo di rugby siamo passati nuovamente all’interno della struttura, nella piscina olimpionica, dove un poliziotto ci ha raccontato del terremoto dell’Aquila, durante il quale tanta gente ha perso la vita ed è rimasta senza una casa e tante persone dovevano essere salvate dalle macerie. Molti dei poliziotti della caserma “Gelsomini” andarono sul luogo del disastro e riuscirono ad essere sul posto, grazie ai mezzi blindati a disposizione, meno di due ore dopo la prima scossa, attraversando forti dislivelli e strade distrutte. Addirittura, quando il terremoto sconvolse Assisi, alcuni di loro tirarono fuori dalle macerie il quarto ferito perché riuscirono in pochissimo tempo a spostarsi dalla caserma all’abbazia francescana. Ci sono state mostrate alcune spettacolari tecniche di salvataggio in acqua e devo dire che è stato molto coinvolgente l’esibizione, siamo rimasti tutti attenti e concentrati nel seguire questi poliziotti che hanno salvato tantissime vite grazie alla loro preparazione ed al loro coraggio. Alcuni, solo a forza di braccia, sono saliti dal livello dell’acqua, su una corda, fino al soffitto altissimo; altri hanno “tratto in salvo” una persona incastrata in un’auto affondata nella piscina.
L’ultima tappa della nostra visita, la ciliegina sulla torta, è stata la partecipazione a un mini corso di difesa personale con veri maestri di judo, che prima si sono esibiti mostrandoci le varie tecniche e spiegandoci che questo sport forma il carattere, fortifica i deboli, corregge i forti, poi hanno deciso di coinvolgerci tutti ed è stato divertentissimo veder con quale facilità ci atterravano…ma non è finita , anche una nostra insegnante ha combattuto con un insegnante e se l’è cavata bene. Dopo averci spiegato come si fa il saluto e delle tecniche di base delle prese per il combattimento, ci hanno mostrato molte cadute e salti spettacolari, infine hanno permesso a noi ragazzi di partecipare a delle simulazioni di combattimento: alcuni dei miei compagni hanno provato con un po’ di timore, ma alla fine si è rivelata un’esperienza emozionante e divertente, anche per una delle professoresse che è salita sul tatami ed è stata fatta “volare” dal maestro durante un piccolo “combattimento”.
Questa uscita didattica mi è piaciuta molto, è stata educativa ed interessante perché ci ha permesso di comprendere quanto è duro e rischioso il lavoro della polizia che deve garantire costantemente la nostra sicurezza. La giornata si è così conclusa con un saluto finale e il nostro rientro a scuola, felici per quest’altra interessante esperienza che i nostri insegnanti hanno scelto per noi. Ringraziamo la Polizia di Stato del Primo Reparto Mobile e i nostri insegnanti che hanno organizzato questa uscita, permettendoci di vivere questa esperienza unica.