Il giorno 5 Ottobre 2016 le classi III G, III L e III M hanno partecipato ad un incontro in Aula Consiliare con l’Unicef. Gli alunni hanno consegnato il rapporto Unicef al Sindaco Paliotta e alla rappresentante dell’Unicef, Pina Tarantino. Sei ragazzi, fra cui anche io, in rappresentanza delle classi e della scuola, hanno letto i propri elaborati che successivamente sono stati consegnati al Sindaco e alla rappresentante dell’Unicef.
Dopo aver letto tutte le nostre relazioni, il dott. Paliotta ha preso la parola e ci ha spiegato quanta importanza abbia nella nostra vita cercare di imparare, capire e migliorare. Noi ragazzi dobbiamo essere sempre più curiosi ed interessati per poter capire cosa accade nel mondo. I paesi più poveri o in cui sono in atto guerre possono sembrare lontani, ma in realtà sono più vicini di quanto non crediamo; tutti dovremmo tentare di aiutare chi soffre, chi fugge, chi è affamato. Il volontariato è “un’arma” preziosa per prenderci cura di chi è debole, come ci insegna l’Unicef. Dovremmo sempre avere uno spirito solidale. Il nostro Sindaco ha proseguito affermando che spesso sentiamo gli adulti lamentarsi del nostro Paese e dell’immigrazione, ma è sbagliato; dobbiamo pensare che anche noi potremmo trovarci in situazioni che ci obbligano a fuggire, anzi è già successo; infatti nel ‘900 e dopo la seconda guerra mondiale molti Italiani sono dovuti emigrare lontano dalle proprie case e la stessa Ladispoli è abitata da tanti italiani provenienti da Regioni anche lontane; spesso persone che, come oggi gli immigrati stranieri, rischiavano ogni giorno di morire di fame ed a Ladispoli hanno trovato una possibilità di sopravvivere. È bello sapere che nella nostra città nessuno sia mai stato emarginato ed escluso, ma anzi il tramonto sul mare abbia accarezzato tutti coloro che sono venuti in questo luogo e che, come la ragazza che dal Sud Africa (che ha citato il Sindaco) ancora oggi ricorda con piacere l’apertura mentale dei ladispolani. I ladispolani, gente che non bada alla provenienza del suo prossimo, ma lo aiuta e lo fa sentire a casa.
Il mondo potrebbe migliorare se solo tutti avessero attenzione e se esprimessero la loro generosità, sostenendo associazioni benefiche.
Dopo il discorso, noi ragazzi piccoli “ambasciatori” dell’Unicef abbiamo scattato alcune foto insieme al nostro Preside, al nostro Sindaco e alla rappresentante dell’Unicef, Pina Tarantino. Ascoltare le parole dei miei coetanei e del nostro sindaco mi ha ispirato molto. L’Unicef svolge un lavoro importante; nessuno deve dimenticare cosa succede a quei bambini che muoiono solo perché sono sfortunati e non possono neanche capire quante cose belle ci siano nella vita, non riescono a scoprire che significhi studiare ed imparare sempre cose nuove o suonare uno strumento musicale o praticare basket o un altro sport o giocare o fare teatro, cioè quelle cose tanto normali per noi. A volte potremmo sentirci in colpa per avere tutto ciò che loro non hanno, ma credo che non sia neanche giusto … basterebbe solo condividere ciò che abbiamo, pensare di più a chi non ha le nostre stesse opportunità e saper condividere ciò che si ha, tenendo gli occhi aperti ai bisogni e approfittando di associazioni, organizzazioni o agenzie come l’UNICEF che ci indirizzano nel modo giusto. Io ho a cuore le iniziative promosse dall’Unicef ed intraprese nella nostra scuola e, grazie ai progetti come “Adotta una Pigotta” e i “Quaderni Unicef” mi impegno a fare sempre di più.
Purtroppo so che presto l’anno scolastico finirà ma il tempo che ho trascorso e le esperienze che ho vissuto qui nella mia scuola mi faranno portare altrove questi esempi che non finiranno di certo qui… Desidero ringraziare i miei docenti, il preside e tutte le personalità che in modo gratuito hanno dedicato un po’ del loro prezioso tempo per noi studenti. Ringrazio in particolare la nostra professoressa Dalprà per la magnifica occasione che proponendo le iniziative di solidarietà ci ha permesso di conoscere realtà tanto diverse dalle nostre; sono fiero del nostro Sindaco che accoglie eventi come questo di oggi, con piacere e ci spiega come un padre cosa sia giusto e cosa no.
Spero che un giorno la nostra scuola possa ricevere tante lettere gioiose di bambini diventati ragazzi, in grado di scrivere e leggere, consapevoli dei propri diritti, ragazzi usciti dal loro tunnel di povertà, miseria e sofferenza… ragazzi che sapranno dare una mano, anche loro, ad altre persone bisognose di aiuto.
Sono certo che sarebbero i primi ad aiutare me se ne avessi bisogno. Spero che un giorno la povertà e la guerra nel mondo diminuiscano fino a scomparire.
Sarebbe bello… Non voglio smettere di credere che ciò sia possibile.