Londra, Severgnini presenta Barbara Serra: "Italiani all'estero siate severi con voi stessi" • Terzo Binario News

10150548_10152328663260520_254554817_nItaliani, tanti, arrivati e in arrivo a Londra. Molti si adattano a fare lavori più umili, altri riescono a raggiungere posizioni importanti. Una storia di successo è quella di Barbara Serra, giunta nella capitale britannica vent’anni fa e diventata la prima conduttrice straniera della BBC. Giornalista di fama internazionale, oggi lavora per Al Jazeera English.

Lunedì 1 aprile era all’Istituto Italiano di Cultura di Londra a presentare il suo ultimo libro “Gli italiani non sono pigri” (Garzanti) assieme a Beppe Severgnini, il più noto de giornalisti italiani all’estero, prestato dal Corriere della Sera, dove cura la rubrica Italians, a varie testate europee e americane. Il suo lavoro, impreziosito da un umorismo quasi inglese, è così apprezzato in terra britannica da ricevere il titolo di Officer of the British Empire per mano della Regina Elisabetta II.

Affollatissime le due sale dell’Istituto: il pubblico italo-inglese è accorso per seguire i due volti del giornalismo italiano all’estero (non si sa chi dei due abbia raccolto più seguito). Come ci vedono i residenti locali, quali giudizi accompagnano gli emigrati italici è stato il tema della serata. “Nonostante lavorassi da anni nello stesso ufficio, ogni tanto i miei colleghi facevano battute sulla mia pausa pranzo, come se dovessi metterci ore, ma ho sempre preso un’insalata rapida”, ha fatto notare Serra evidenziando come gli italiani debbano fare i conti con certe etichette che, se applicabili ad alcuni, penalizzano chi si dedica diligentemente al lavoro. 

foto 3Non piangersi addosso ed essere molto severi con se stessi. È questo il suggerimento dato da Severgnini ai tanti italiani che decidono di recarsi all’estero in cerca di lavoro. “Tutti gli italiani che hanno avuto successo in questa città – e sono tantissimi – hanno tutti seguito questa regola, sapendo che esisteva una piccola presunzione di inaffidabilità su di noi”.

Mettere in conto il fallimento, non esagerare con l’entusiasmo con il proprio interlocutore, non confondere i colleghi con gli amici. Sono i consigli che la giornalista di Al Jazeera ha offerto ai giovani emigrati a Londra, sottolineando che le differenze culturali rimarranno sempre. Sulla sfondo la crisi sociale ed economica, con la disoccupazione giovanile in Italia al 40 per cento e i nuovi arrivati nella capitale britannica disposti ai lavori più umili e più inclini rispetto al passato a rinunciare a posizioni di carriera.

Tra le differenze culturali va annoverata quella sui complimenti alle donne.Mi fa sorridere quando in Italia mi dicono “brava e bella”, qui non menzionerebbero mai la bellezza accanto alle competenze professionali. Ho ritrovato questa cosa anche nel mondo arabo”, ha chiosato l’autrice del libro.

Gli italiani non sono pigri – si legge nella prefazione – è il racconto di un’esperienza esemplare di cui Barbara Serra non nasconde le difficoltà: oggi in Italia auspichiamo tutti più meritocrazia scordandoci che essa è sempre accompagnata dall’ambizione e dalla competizione più estreme; e che l’altra faccia del successo è il fallimento. È un’inchiesta che attinge a testimonianze di italiani affermati come Nerio Alessandri, Vittorio Colao, Fulvio Conti, Fabiola Gianotti, Diego Piacentini, Giuseppe Vita.

Non è mancata la tipica ironia di Severgnini: “Non siamo pigri: dobbiamo faticare il doppio per ottenere cose normali! Gli Inglesi hanno sfornato un solo primo ministro negli ultimi anni, noi quattro!”

Esaurite in poco tempo le copie del libro della Serra, così come l’ultima fatica di Severgnini “Italiani di domani: 8 porte sul futuro” (Rizzoli), con i consigli pratici per “riprogrammare noi stessi e il nostro Paese”. Più delle parole, sono le stesse esperienze di vita dei due giornalisti ad aver acceso speranza nei giovani presenti: con impegno e serietà il successo è assicurato. Anche per un italiano.

Pubblicato domenica, 6 Aprile 2014 @ 05:51:21     © RIPRODUZIONE RISERVATA