L'informazione 'glocal' e la metafora del binario • Terzo Binario News

L’informazione ‘glocal’ e la metafora del binario

Feb 7, 2013 | Blog, Fabio Fantozzi

terzo binario

“Teoria del piccolo mondo” l’aveva chiamata lo psicologo Stanley Milgram quando scoprì che tra due cittadini americani qualsiasi vi era una distanza sociale di sole sei persone, il numero di passaggi necessari per far recapitare un pacco a uno sconosciuto senza averne l’indirizzo. Si disse allora che tra ognuno di noi e un altro individuo x ci sono sei grandi di separazione. Correva l’anno 1967. Da allora la teoria si è fatta strada nella scienza, nella sociologia, nel teatro, nel cinema, per arrivare fino a noi. E precisamente a Facebook, dove, stando a un recente studio dell’Università di Milano, le relazioni su scala mondiale non supererebbero i quattro gradi di separazione, 3,74 per l’esattezza.

Viviamo dunque in un mondo interconnesso, dove ognuno è legato all’altro, in qualche maniera. Internet ha amplificato in modo esponenziale tali legami, riunendo per la prima volta nella storia il genere umano in un’unica immensa società virtuale. A un costo prossimo allo zero, per le nostre valute e per l’ambiente. Per questo abbiamo scelto un mezzo così potente, supportati dalla lucida convinzione che nel flusso invisibile dei byte potesse viaggiare anche il pensiero, liberamente.

Vogliamo occuparci prima di tutto di notizie locali, di quello che accade intorno a noi, nella dimensione territoriale, dove supponiamo che il grado di separazione si aggiri attorno all’unità. Ma non chiamatelo piccolo mondo, perchè è vero che siamo tutti, in un certo senso, vicini di casa, ma ai tempi di internet la nostra casa è il mondo. Qualcuno ha unito in matrimonio locale e globale coniando la felice espressione “glocal”.

In una società liquida come la nostra ci si chiede quale sia l’effettiva possibilità di fornire al cittadino le informazioni di cui ha bisogno e di incidere allo stesso tempo nella trasformazione della società. E che cosa significhi comunicare ai nostri tempi e, ancora, se alla frequenza delle interazioni corrisponda la stessa intensità comunicativa. Se insomma sono sufficienti sei, tre o un grado di separazione per poter affermare che le nostre relazioni sociali siano fondate su uno scambio sincero e reale. Lasciamo le domande senza risposte, ma partiamo da un dato certo. Da un’interazione possono nascere tante cose: un’amicizia, un dissidio, un viaggio, un amore. Sicuramente nulla rimane come prima. E questo è il senso della comunità, della community che intendiamo costruire assieme a voi. E dunque il sentimento, oltre al pensiero.

Il web è veloce, ma non vogliamo rincorrere la notizia senza averla verificata; è infinito, ma non abbiamo la smania di voler raccontare tutto; è aperto, ma non è nel nostro stile lanciare parole in libertà. Dietro al nostro progetto c’è una realtà associativa, fatta di giovani che antepongono le idee al profitto, che credono nella qualità della vita più che nella quantità dei beni posseduti.

E infine, mettici l’ebbrezza di poterci connettere sempre e ovunque e di poter lanciare un ponte col mondo, con chi dalle nostre terre è partito e chi vorrebbe farlo, anche solo virtualmente, e chi invece ci cerca da lidi lontani senza conoscerci. La connessione col mondo è una roba potente, ma forse da noi il mondo ci ha preceduto, affacciandosi nei nostri luoghi. Lo vedo nei nuovi cittadini, venuti da lontano o da vicino, che stanno popolando i nostri comuni. Non possiamo non accorgerci di questa trasformazione, non possiamo accostarci a essa con gli stessi schemi del passato, fingendo che nulla sia cambiato.

Il binario 3 della stazione Ladispoli-Cerveteri è un simbolo. Un luogo evocativo della nostra città che ho scelto per chiamare questo nostro giornale, perché mi sembrava che più di tutti rappresentasse il fulcro di questa trasformazione. E’ sul terzo binario che ogni mattina si ritrovano persone di ogni regione, nazionalità, lingua, sessualità, religione, condizione sociale e personale, insomma molto più dell’articolo 3 della Costituzione!

Ma il terzo binario è anche quel binario irriverente che sconvolge l’ordine prestabilito, su scala planetaria, che vorrebbe due binari paralleli all’infinito. Un’altra metafora del nostro tentativo, ben forgiato di realismo, di voler guardare le cose con occhi diversi. Di costruire un’informazione altra, condivisa, attenta alle diverse esistenze ed esperienze, di noi tra noi e con la natura.

Tutto questo senza voler rinunciare alle nostre opinioni, che a fatica costruiamo ogni giorno, ma con l’impegno, chiaro e cristallino, di volerle distinguere dai fatti.

Terzobinario siamo noi e voi.

Buona connessione!

Fabio Fantozzi