Ladispoli, visita del vescovo alla Corrado Melone: le impressioni di Alessia Marini, Simone Cama e Giulia Canducci • Terzo Binario News

12386746_10204420329782978_1991580872_nCome vivere le feste natalizie? Con gioia e misericordia! Questo il messaggio che seguiremo e che abbiamo ricevuto il 18 dicembre 2015 noi alunni dell’I.C. “Corrado Melone” che abbiamo avuto il grande piacere d’incontrare il nostro Vescovo, Gino Reali, della diocesi di Porto Santa Rufina di Roma, presso l’aula consiliare del Comune di Ladispoli. È stata veramente un’emozione molto particolare, per noi ragazzi, incontrare il nostro Vescovo, che ci ha accolto con grande entusiasmo, insieme a Monsignor Don Alberto (parroco della nostra parrocchia Santa Maria del Rosario) e il Diacono Enzo Crialesi.
Il Vescovo ha voluto iniziare l’incontro parlandoci dell’anno Santo della Misericordia, cioè del perdono che è iniziato con il simbolo dell’apertura delle porte Sante in tutto il Mondo.
Ci ha quindi detto che “Giubileo” deriva dall’ebraico jòbel che vuol dire “caprone” dal corno di ariete che era lo strumento con il cui suono si dava inizio all’anno giubilare ebraico, dedicato al riposo della terra e alla liberazione degli schiavi.

Il Vescovo ci ha anche spiegato che l’intervallo tra un Giubileo e l’altro è di 50 anni, poi ridotto a 25 anni. L’ultimo Giubileo detto “ordinario” è stato quello del 2000 ed il prossimo sarà nel 2025. I pontefici però possono decidere anche Giubilei straordinari, come quello istituito quest’anno da Papa Francesco.

In origine, ogni 50 anni, gli ebrei decidevano di fare un anno di riposo. Un anno di riposo dai campi, allo scopo di far riposare il terreno è renderlo più fertile per la stagione successiva. Contemporaneamente, gli schiavi venivano liberati e le terre che erano state confiscate venivano restituite, in modo che le disuguaglianze fossero appianate e tutti tornassero uguali. Si dava così, come con il nostro anno santo, dare a tutte le persone la possibilità di ricominciare da capo e di essere perdonate per gli errori che hanno commesso.
Per spiegare meglio il significato di questa parola Mons. Reali ci ha ricordato la parabola del figliol prodigo, che va via di casa e sperpera tutti i denari che aveva ricevuto, mentre suo fratello resta a casa a lavorare. Quando il giovane torna, il padre prepara una grande festa, segno del perdono e dell’accoglienza gioiosa, cioè della misericordia. Il fratello chiede perché questa festa, visto che lui aveva lavorato e l’altro sperperato, ma il padre gli risponde che quello era “perduto” ed ora era “rinato” ed era giusto accoglierlo in famiglia. Così Papa Francesco e i Vescovi aprono le porte sante come segno simbolico di apertura del cuore per consentire a chi si sia allontanato di ritornare in festa, proprio come il figliuol prodigo. Così quest’anno Papa Francesco ha dato vita al Giubileo straordinario della Misericordia, iniziato l’8 Dicembre scorso con la festa dell’Immacolata Concezione di Maria. Un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per la chiesa Cattolica il Giubileo è l’anno della remissione dei peccati, della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale. L’evento che dà inizio ufficialmente al Giubileo è il rito dell’apertura della “porta santa” della basilica di San Pietro. Ma quest’anno, ci ha spiegato il vescovo, che per la prima volta nella storia del Giubileo, sarà possibile individuare porte della misericordia in tutto il mondo, per dare l’opportunità a tutti i fedeli di varcare la porta santa. La prima porta è stata addirittura aperta in Africa come segno di apertura verso questo continente per indicare che non esistono fratelli lontani. Lo stesso Mons. Reali ha aperto, il 12 dicembre, la porta dell’ospedale “Bambino Gesù”, facendosi aiutare da un dottore e da uno tra i 200 bambini ricoverati in quell’ospedale il quale, nonostante fosse sulla sedia a rotelle e non parlasse, ha dimostrato la propria gioia di svolgere quell’incarico. Mi sono persa tra le sue parole quando ha raccontato dell’apertura della “porta santa” all’ospedale: la porta della Speranza, aperta da un piccolo paziente, sulla sedia a rotelle. In questa realtà di sofferenza, mi sono sentita tanto fortunata ad essere qui oggi, pensando che ci sono tanti bambini e ragazzi che ogni giorno combattono per la loro stessa vita a causa di malattie o delle guerre.

Il Vescovo ci ha poi parlato della parabola della peccatrice: una peccatrice venne portata al cospetto di Gesù e gli dissero che doveva essere lapidata. Allora Gesù disse:<>. Nessuno ebbe il coraggio e se ne andarono tutti. Rimasero solo la peccatrice e Gesù, il quale disse “Sant’Agostino commentò la frase “rimasero solo la peccatrice e Gesù” dicendo “rimasero solo miseria e misericordia”. La misericordia è l’argomento principale del Vangelo di Luca, in cui le parabole più importanti sono: la pecora smarrita, la moneta perduta e il padre Misericordioso. In quest’ultima si ritrovano tutti i segni del giubileo: la porta aperta e il figlio che torna a casa.
Abbiamo parlato anche del Natale, non solo dal punto di vista religioso, ma anche dello stare insieme agli altri, non solo insieme agli amici e ai parenti. Il Vescovo trascorrerà il periodo natalizio andando nelle chiese del suo territorio.

È quindi intervenuto il sindaco di Ladispoli, il dottor Crescenzo Paliotta, che ha fatto una brevissima riflessione dicendo che la guerre vanno screditate e che noi siamo fortunati perché non avendo la guerra passiamo felicemente queste feste con amici e parenti. Ha poi lodato il nostro comportamento ed alla fine ci ha augurato buon Natale.

Noi ragazzi abbiamo scritto alcuni testi sull’accoglienza che, a conclusione dell’incontro, sono stati letti e infine con molta gioia consegnati al Vescovo. Poi abbiamo posto delle domande e fra le tante curiosità gli abbiamo chiesto come si è sentito quando ha lasciato la sua famiglia per intraprendere il percorso religioso, ci ha risposto che lui non si è sentito mai lontano dalla famiglia perché è sempre stato insieme agli uomini e donne che sono la sua famiglia. La domanda che mi ha colpito di più è stata quella che chiedeva l’importanza secondo il Vescovo di questi incontri e la risposta: “Quest’incontro ha più valore di un ritiro spirituale” mi ha colpito ancora di più per la semplicità con cui è stata detta e l’enorme significato che racchiude dando a noi ragazzi tantissima importanza.
Il Vescovo ci ha salutato uno ad uno, man mano che gli consegnavamo i nostri lavori e ci ha salutati con un’ultima frase:“Le opere di bene non si mettono in mostra” che mi ha colpito molto perché penso che sia bellissimo far una cosa, non per ricevere un complimento, ma per sentirsi bene per averla fatta.

Quest’incontro è stato interessantissimo e bellissimo e spero di poter incontrare ancora questa persona così buona anche l’anno prossimo.

Terminato l’incontro in sala consiliare, i professori ed il preside hanno “costretto” il Vescovo ad andare anche a scuola dove i bambini dell’infanzia (non potevamo entrare tutti in sala consiliare), emozionati nell’accogliere il vescovo, erano pronti per accoglierlo tra canti, poesie e filastrocche ed hanno cantato e recitato poesie in suo onore. Dopo c’è stato un piccolo e velocissimo buffet con piatti deliziosi preparati dai genitori degli alunni, ed il vescovo è stato portato anche nel plesso “Giovanni Paolo II” della “Ladispoli 1” perché lo attendevano anche lì.

Un grande grazie va sempre alla nostra scuola, ai nostri professori che ci danno l’opportunità di vivere esperienze incredibili, uniche e speciali, come è stata questa di oggi: un viaggio dentro i sentimenti dove trionfano i valori.

Pubblicato mercoledì, 30 Dicembre 2015 @ 08:55:55     © RIPRODUZIONE RISERVATA