Ladispoli, il sud Italia raccontato da Enzo Musardo agli studenti della Corrado Melone • Terzo Binario News

dalla Classe 3M

Il 15 novembre scorso, alcune classi dell’Istituto Comprensivo “Corrado Melone” si sono riunite nella sala teatro della scuola per assistere ad un incontro sul Sud e sull’unificazione del regno di Italia, tenuto da Enzo Musardo, esperto di esplosivi e che, oltre ad essere competente nel campo delle armi, si intende anche della storia del Sud Italia. Ha scritto due libri al riguardo ed ha viaggiato molto per consultare documenti riguardanti questo argomento (in Inghilterra, Francia, Spagna e altri Paesi). La sua non è stata una lezione basata sui libri scolastici; credere questo è mancare il proposito dell’esperto; la sua volontà era, infatti, quella di spiegarci meglio alcuni fatti o aspetti che nei testi vengono tralasciati, considerati come poco importanti e magari anche sottovalutati anche perché i libri di storia sono sempre stati scritti non da chi aveva ragione, ma dai vincitori e mai dai vinti.

Per rendere più interessante l’incontro e per farci meglio comprendere il contesto sociale del Sud Italia nel periodo del Risorgimento e dell’Unificazione, sono stati eseguiti dal vivo alcuni brani musicali e due ballerine si sono esibite in balli popolari, grazie alla partecipazione di un gruppo: “I Briganti di Friolo”. Tra i brani, ricordiamo “Brigante se more”, “Canto dei Sanfedisti”, “Vulesse addeventare nu brigante” …

Ma andiamo indietro nel tempo… l’Italia agli inizi dell’anno Mille era divisa e frammentata in varie parti. Fra queste, il Regno di Sicilia, costituito nel 1130 sotto Ruggero II d’Altavilla e durato fino all’unità d’Itaia, si estendeva su tutti i territori del meridione ed è stato il più ampio e importante degli antichi Stati della penisola italiana.

L’imperatore Federico II fu un sovrano che teneva particolarmente alla cultura e alla letteratura, parlava ben sette lingue ed era nemico dell’integralismo!

Dal Medioevo all’Ottocento attraverso vari excursus, Musardo ha affrontato il Risorgimento e l’unificazione italiana. Ha parlato di Garibaldi, generale, patriota, condottiero italiano, noto per le sue imprese militari compiute sia in Europa sia in America Meridionale. Il periodo del Risorgimento si concluse nel 1861, con la nascita del Regno d’Italia. La popolazione del nuovo Stato, rispetto all’originario Regno di Sardegna, era quintuplicata. Istituzionalmente e giuridicamente il Regno d’Italia viene visto come un ingrandimento del Regno di Sardegna, quindi una “invasione” di uno Stato sovrano. La questione che tiene banco nei primi anni della riunificazione d’Italia fu la cosiddetta “questione meridionale”, legata, in modo particolare, al brigantaggio fenomeno che ha spesso assunto aspetti di vera e propria rivolta popolare contro l’invasore. Esso si è sviluppato a causa di varie problematiche sociali ed economiche e causa delle numerose tasse che furono imposte alla popolazione. I più poveri finirono così in miseria e iniziarono atti di violenza. L’esperto ha raccontato un fatto molto raccapricciante: i Piemontesi decapitavano i briganti e appendevano le loro teste sui campanili delle chiese ed eseguirono anche stragi di popolazione i cui morti furono in numero superiore a quelle fatte dai Tedeschi a S. Anna di Stazzema. Le stesse fondamenta del razzismo si basarono sui lavori di Lombroso che descriveva gli abitanti del Sud come fisiologicamente criminali. Ma spesso i briganti lottavano per ottenere quella riforma agraria che Garibaldi aveva promesso ma mai realizzata e contrastare la realizzazione dell’Unità d’Italia per far tornare i Borboni che comunque avevano realizzato alcune riforme miranti al benessere del popolo. La repressione delle masse di contadini poveri che chiedevano pane e lavoro non risolse il problema. Il Nord, per fermare il fenomeno, decise di usare la forza: nel 1863 ben 120.000 soldati combatterono contro il brigantaggio e lo sconfissero a costo di migliaia di morti provocando anche il fenomeno della emigrazione. Infatti mentre nel Regno di Sicilia non era prevista la leva obbligatoria, il Piemonte impose una ferma di anni togliendo dai campi la forza lavoro che permetteva la sopravvivenza delle famiglie. L’esperto ci ha raccontato che i briganti non erano solo assassini e ladri, ma alcuni in particolare erano considerati dei veri e propri eroi, una specie di“Robin Hood”: rubavano ai ricchi per dare ai poveri (e a loro stessi ovviamente). I briganti furono fermati e repressi dall’esercito, numerosi furono i morti. Il brigantaggio fu sconfitto, ma le sue cause non furono eliminate. L’esperto ci ha fatto alcuni esempi di quanto il sud sia e sia stato importante per l’Italia, spesso più evoluto degli altri Stati: la prima ferrovia che è stata costruita in Italia è stata la Napoli-Portici o ancora che Napoli fu la prima città italiana a realizzare un impianto di illuminazione a gas, preceduta in Europa solo da Parigi, Londra e Vienna, … Insomma, il Sud d’Italia non era meno organizzato del Nord, ma fu represso, ad esempio spostando le fabbriche al Nord ed impoverendolo. Musardo ha voluto sgombrare il campo dai pregiudizi riguardo al Sud che, secondo alcuni razzisti e politici anche odierni, sarebbe composto solo da delinquenti, ignoranti e arretrati mentre, ad esempio, secondo alcuni dati ufficiali dell’Istat, è emerso che i 4/5 degli studenti universitari italiani erano del sud. Sempre guardando a quegli anni, molti degli ingeneri che progettarono e costruirono la città di San Pietroburgo erano napoletani; il primo ponte che non rispettò i classici schemi costruttivi (oltre a quello di Londra che cedette) fu costruito sul Volturno ed è ancora in piedi, dopo oltre 100 anni.

Nella parte finale, il dottor Musardo ci ha detto di non seguire la massa e di non dare mai tutto per scontato. Egli ha sottolineato che noi ragazzi non dobbiamo sottovalutare nulla; dobbiamo apprezzare e amare ciò che abbiamo intorno ed essere curiosi e studiare per non essere imbrogliati. Il suo lungo discorso ci ha fatto capire quanto sia importante conoscere la storia del nostro Paese. Ci ha fatto capire che prima di giudicare persone e luoghi, bisogna conoscere a fondo la storia, le origini e le tradizioni; ci ha aiutato ad allargare gli orizzonti perché ci sono stati raccontati fatti che nel nostro libro di storia non sono presenti.

Abbiamo gradito particolarmente le esibizioni canore perché ci hanno fatto immergere nell’argomento trattato e ci hanno aiutato a tenere viva l’attenzione e la curiosità. Insomma, un incontro in cui si è vista la preparazione e la voglia di comunicare a tutti noi un messaggio importante.

Concludiamo, riportando l’invito che Musardo ha fatto a noi ragazzi: studiare, conoscere e viaggiare, perché la conoscenza ci rende liberi.

Pubblicato domenica, 26 Novembre 2017 @ 18:47:23     © RIPRODUZIONE RISERVATA