“Quando, due anni fa, mi fu proposto il progetto di diffondere la cultura del rispetto della donna attraverso l’esperienza teatrale, giudicai l’idea velleitaria – spiega Stefania Pascucci – tuttavia gli occhi degli attivisti di Action Aid e della professoressa Rosanna Gambino, proponenti l’idea innovativa, brillavano così tanto che ritenni sciocco temere un insuccesso ed autorizzai l’esperienza a Scuola. Seguirono due anni di intenso lavoro, svolto gratuitamente dagli attivisti e dalla docente, poi affiancata da altre colleghe che mano a mano hanno creduto nel progetto.
“Un viaggio per caso” è cominciato due anni fa e la scrittura stessa del testo, è nata dalla creatività dei nostri ragazzi che, sapientemente guidati e stimolati dall’autore missionario, Carlo Benincasa, si sono scoperti scrittori “in erba”.
Giorno dopo giorno “Un viaggio per caso” prendeva forma, per poi realizzarsi compiutamente grazie all’apporto, alla revisione e alla grande sensibilità di Carlo Benincasa che è riuscito a donare ai nostri alunni una storia “su misura”, significativa dal punto di vista dei diritti umani, attuale e accattivante, leggera e delicata, profonda e forte, in grado di parlare al cuore di chiunque.
Accanto all’autore c’erano Massimo Castellano e Desirée Pietropinto, attivisti Action Aid, che hanno seguito il progetto in tutti i suoi complessi sviluppi fino alla messa in scena dapprima a Scuola e poi con successo nei dintorni fino a Roma. Presentato il progetto ad alcuni vertici di Action Aid, questi hanno proposto una mini tournée che ha portato i nostri ragazzi dai palcoscenici di Roma ad Anzio fino al “Teatro Officina” di Milano dove l’intera sala ha applaudito la performance di questi giovani attori che hanno continuato a credere negli ideali che avevano coltivato e ad impegnarsi con costanza.
La finalità di Action Aid è dare voce ai diritti delle persone umiliate e, nel nostro caso, usando il mezzo teatrale, cioè mettendo in scena una rappresentazione che, dagli sviluppi di una festa conduce i protagonisti fino alla dura realtà delle donne afghane, con un cambiamento di registro che parte dal comico fino a giungere al tragico, per superarlo con un messaggio di speranza.
Secondo quando afferma Action Aid, “Al mondo ci sono risorse sufficienti per tutti ma, ancora oggi, la fame colpisce quasi una persona su sette. Politiche dannose, che considerano il cibo come un semplice prodotto di mercato e non come un diritto, fanno sì che i più affamati e poveri siano proprio gli agricoltori e i contadini. La maggior parte delle persone che vivono in condizioni di povertà sono donne. Ovunque nel mondo le donne hanno minore accesso alla terra, all’istruzione, alla tecnologia, ai processi decisionali. Sono inoltre maggiormente esposte alla violenza, sia nella sfera domestica, sia in ambito pubblico. Siamo perciò dalla parte delle persone che vivono in povertà e affrontano ogni giorno ingiustizie e discriminazioni. Siamo la loro voce e lottiamo con loro per i diritti fondamentali, per un mondo senza ingiustizie dove ogni persona e comunità povera ed esclusa possa godere pienamente dei propri diritti”. Questi ideali elevati sono stati recepiti, senza retorica ma con spontanea adesione, dagli attori e dal pubblico che ha accolto con fervore ed ammirazione il messaggio trasmesso con vera professionalità dalla compagnia e dalla pièce teatrale.
I ragazzi e le ragazze della “Melone”, Gemma Adanti, Simone Attasi, ManoleMatei Constantin, Simone Cama, Francesca Casillo, Fabiola Colangiuli, Elisa De Angelis, Adriana Beatrice Grigoras, Alessia Marini, Arianna Micu, Emanuela Petruzzi, Daniela Rispoli, Bruno Schiavoni, Matteo Servadio, Francesca Voci, hanno così calcato le scene dei teatri nazionali, con entusiasmo, energia e determinazione per affrontare il tema di grande spessore ed importanza quale è la condizione femminile nel mondo.
Quella scommessa di due anni fa è stata vinta, anzi ha superato se stessa in quanto oggi molti degli attori sono alle superiori e una parte di loro, che non ha potuto proseguire, è stata sostituita da altri ragazzi di terza secondaria di primo grado della “Melone” che si sono subito immersi nell’atmosfera del “viaggio”, grazie all’impegno delle docenti Stefania Pascucci, Jessica D’aurea e Laura Canestrari, che hanno preparato i ragazzi con un impegno lavorativo che va oltre quello previsto dal contratto.
In poco tempo, con energia, volontà e preparazione, i nuovi attori hanno affrontato, grazie all’aiuto dei “vecchi”,un lavoro che avrebbe comportato di certo sforzi più ampi.
“Un viaggio per caso” chissà, forse è iniziato con valigie piene di dubbi, paure ed incertezze… è proseguito non senza qualche imprevisto, ma, giunto ormai a destinazione, ha dimostrato che in fondo nulla nasce mai per caso…
Mentre il testo teatrale è stato ripreso anche a Lecce, adattato al dialetto pugliese (e già si pensa ad un possibile “gemellaggio teatrale” con la Puglia), Carlo Benincasa ha proposto un nuovo copione che ha come protagonista il carciofo romanesco; il lavoro inizierà a breve e proseguirà anche quando l’autore sarà partito per il Mozambico, dove si dedicherà alle cure di un orfanotrofio e dove ha impiantato proprio una coltivazione di carciofi romaneschi!
Ma lasciamo ora la parola ad uno dei protagonisti di questa esperienza – concludono Stefania Pascucci e Riccardo Agresti.
“Ancora una volta mi è stata donata un’opportunità dalla mia “vecchia” scuola, la “Corrado Melone” – spiega Simone Cama, ex studente – Sono stato inserito in un’esperienza teatrale che ci ha portato prima ad Anzio e poi a Milano. “Un Viaggio per caso”, scritto da Carlo Benincasa, mi ha fatto subito intendere che il mio “viaggio” con loro sarebbe stato magnifico, e così, con gioia, passione e impegno, mi sono lanciato in questa nuova avventura.
Lo spettacolo era stato già messo in scena dalla III A dello scorso anno che ci aveva lavorato per due anni. Quest’anno non tutti gli ex alunni hanno potuto prendere parte al progetto allora è stata offerta a me e ad altri l’opportunità di partecipare. Il progetto era stato lanciato daActionAid, un’organizzazione internazionale indipendente, da oltre trent’anni impegnata nella lotta alle cause della povertà e dell’esclusione sociale, la quale ha proposto il teatro come mezzo di sensibilizzazione dei ragazzi nella scuola attraverso un laboratorio: “Officina Teatrale” nato all’interno della scuola.Gli “attivisti” Carlo, Massimo e Desirée sono stati per noi una grande guida, sia di valori che di professionalità teatrale. Inoltre, siamo stati sempre seguiti nel percorso di recitazione e regia dalle professoresse Laura Canestrari, Jessica D’Aurea e Stefania Pascucci che ci hanno fatto crescere tantissimo ma, soprattutto, ci hanno trasmesso l’amore per il teatrocome forma potente di comunicazione; ci hanno dimostrato quanto importante sia impegnarsi nella vita,ponendo questa nostra avventura in un posto importante nella loro vita, senza guardare mai il tempo che passava, sempre e solo con un grande sorriso sul viso diretto a noi.L’argomento principale dello spettacoloè la problematica dei diritti delle donne in Afghanistan e l’ultimarappresentazione è stata fatta a Milano il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Lo spettacolo è diviso in due parti: la prima narrativa e comica, quella in cui ho recitato anche io, che parla di due fidanzati che per nascondere alle famiglie che lei era incinta di lui decidono di partire per l’Afghanistan;la seconda parte, invece,affronta esplicitamente la situazione delle donne afghane attraverso un monologo e delle frasi recitate da noi attori. Il mio ruolo mi ha messo inizialmente un po’ in difficoltà, dovendo imparare un dialetto non mio, quello napoletano (tra l’altro molto difficile), oltre al fatto che mi sono dovuto integrare in un gruppo già formato.Queste difficoltà, a dire il vero,da subito si sono rivelate degli stimoli che mi hanno riempito di passione. Un’esperienza fantastica e soprattutto formativa, che ha visto impegnati noi ragazzi, ma anche il nostro preside prof. Riccardo Agresti sul palco. Sì, infatti, anche lui ha recitato con noi ed è stato eccezionale perché la poesia che ha interpretato è corrispondente ai suoi valori, quelli che ci ha sempre trasmesso, non solo con le parole ma attraverso il suo esempio: “Lentamente muore chi non fa domande, chi diventa schiavo delle abitudini, chi non parla…”.Quanto a noi attori,ci siamo sentiti uniti e pronti ad aiutarci sul palcoscenico e dietro le quinte, per raggiungere solo un unico obiettivo, quello di trasmettere il nostro messaggiodi denuncia, per combatterele ingiustizie e lottare per il rispetto dei diritti umani.
Mi sento di ringraziare tutte le insegnantied in particolare la professoressa Stefania Pascucci che mi haproposto di entrare a far partedel gruppo; cosa difficile perché chi sostituisce deve essere all’altezza di chi stava prima e lei evidentemente mi ha ritenuto capace… ed io ho messo tutto me stesso per non deludere mai. Ringrazio anche tutte le altre docenti, il Preside che ci ha seguiti e supportati e gli attivisti Carlo, Massimo e Desirée che hanno sempre creduto in noi fino all’ultimo.Ringrazio la mia “vecchia“ scuola e ringrazioActionAid per quello che ha fatto, fa e continuerà a fare.
In questo tempo trascorso insieme ci siamo promessi di continuare nel futuro nuovi percorsi e così vorrei dire che questo mio viaggio forse è iniziato “per caso” ma non sarà più “per caso” che questo viaggio riprenda, con tutti voi. Grazie!”